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America spericolata

Di nuovo al volante dell'espansione di The Crew, tutta votata agli eccessi

PROVATO di Stefano F. Brocchieri   —   12/10/2015
The Crew: Wild Run
The Crew: Wild Run
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Dopo un primo incontro giocato avvenuto a Colonia, ci siamo nuovamente lanciati a rotta di collo per le strade dell'America di The Crew: Wild Run. L'espansione porta con sé qualche frizzante novità e, anche a una prova sul campo un po' più corposa rispetto a quanto può avvenire tra le tipiche limitazioni di un appuntamento da fiera, ci ha dato l'impressione di avere il potenziale per aggiungere parecchio divertimento alla già gargantuesca massa di contenuti del racing MMO di Ubisoft. A partire da una delle novità più di rilievo, ovvero il Summit, campionato itinerante che si svolge in più parti degli Stati Uniti. Un'idea se vogliamo scontata, ma che permette di valorizzare l'invidiabile varietà di location e specialità che caratterizzano The Crew.

Ci siamo nuovamente spaccati di divertimento con The Crew: Wild Run

Welcome to the Sky Valley

Accompagnato da quell'atmosfera da festone clandestino che contraddistingue certe manifestazioni dedicate al tuning, specie oltreoceano, il Summit è una competizione che si spalma su più settimane, secondo una scaletta ben precisa, comprendendo eventi di estrazione diversissima, che possono essere affrontati tanto da soli che, ovviamente, con la propria crew, anche in ottica PvP.

America spericolata
America spericolata

Il paio d'ore abbondanti concesse da Ubisoft per farci una prima idea su questa novità non poteva che cercare di sposare l'utile al dilettevole, mettendoci al volante delle tre nuove Spec introdotte da Wild Run (Monster Truck, Drift Car e Dragster) a cui si sommano le moto con le quali, volendo, sarà possibile anche rigiocare praticamente la totalità dei contenuti del titolo base. Il primissimo impatto è stato un po' rude: abbiamo difatti affrontato una gara di Drift a bordo di una Subaru BRZ. Si tratta del genere di prova in assoluto più ostica mai proposta dal titolo Ubisoft, visto che in questi frangenti il modello di guida si inasprisce parecchio rispetto a quanto il gioco abbia mediamente abituato, con l'auto che richiede molta, molta più pratica della norma per essere domata a dovere. A metterci un po' i bastoni tra le ruote, probabilmente, intervenivano anche le pozze d'acqua che coprivano a macchie il manto stradale, altra novità di Wild Run, che introdurrà il meteo dinamico. Gli sviluppatori ci hanno anche spiegato che nel tempo il terreno si asciugherà progressivamente (o viceversa, chiaramente) e ad ogni stadio corrisponderà una concreta incidenza specifica sull'aderenza. Una Spec che ci ha invece conquistato sin dai primi istanti è quella che comprende i Monster Truck, su cui siamo saliti a bordo in due delle quattro arene dedicate previste nel gioco completo, veri e propri "skate park" nei quali mettersi alla prova con rampe, trampolini, passaggi sospesi, giri della morte e half-pipe. Oltre alla pura e semplice guida, in queste fasi entra in gioco anche una componente acrobatica, dato che una volta in aria si possono compiere alcuni "trick", compatibilmente alla natura dei bestioni guidati (nel nostro caso un Ford F-150). Due le modalità assaggiate: nella prima bisognava collezionare dei gettoni recanti un punteggio diverso (100, 500 o 1000, a seconda dell'osticità del loro posizionamento), mentre nella seconda, chiamata Crown, occorreva raccogliere una corona e mantenerne il possesso il più a lungo possibile, evitando di vedersela soffiare dagli avversari, facendosi toccare.

Si è trattato in entrambi i casi di un vero e proprio spasso, specie quando condiviso assieme ad altri giocatori, dove si toccavano vette di gioia arcade in grado di richiamare classici come Micro Machines e Mario Kart. Valido anche il level design delle arene, che vantavano una struttura piuttosto diversificata, con la seconda, ambientata nei pressi di Chicago, che nel mezzo ci buttava anche il fattore rischio di cadere nelle acque del Lago Michigan. Analogo il tasso di divertimento registrato con The Elevator, sorta di Re della Collina di Halo dove a bordo della nostra hot rod dovevamo raggiungere un'area e stazionare al suo interno, cercando di buttar fuori dai suoi confini gli altri contendenti, fino all'attivazione dell'obiettivo successivo, da raggiungere a tutto gas, in un mix tra guida pura e autoscontro davvero spassoso.

America spericolata
America spericolata

Il nostro livello di gradimento si è mantenuto piuttosto alto anche nel caso dei Free Drive Stunts, che prendono un altro specifico di The Crew, ovvero quell'autentiche pillole di follia arcade delle Sfide, e lo presenta in maniera ancora più folle, proponendo una serie non-stop di prove che possono spaziare dal guidare per un certo quantitativo di metri contromano al fare il pelo a un dato numero di veicoli in mezzo al traffico, dal raggiungere e mantenere l'accelerazione massima all'arrivare prima degli altri in un determinato punto, sgomitando affannosamente a sportellate tra le brulicanti strade cittadine. In questa compilation di prodezze virtualmente infinita trovano anche posto alcune prove specificatamente pensate per i nuovi veicoli, come ad esempio le impennate con le moto. Gli accenni acrobatici e lo spiccato senso di velocità, specie ricorrendo alla visuale in soggettiva, sono tuttavia gli unici aspetti riguardo cui le due ruote ci hanno convinto. Per il resto ci sono parse un po' "strane", con una guidabilità che non risultava granché differente rispetto alle auto se non nell'apparire nettamente più esposte alle idiosincrasie del sistema fisico di base. Qualche perplessità anche per i Dragster, che in realtà sembrano ben riproporre le vertiginose sensazioni di guida che contraddistinguono questi missili su ruote, tanto in prove di accelerazione pura, come quella che abbiamo affrontato nell'iconico Great Salt Lake Desert, quanto nella situazione fuori di testa che ci ha visto competere con altri tre giocatori per alcuni tratti di Las Vegas. Il punto è che danno l'idea di potersi bruciare piuttosto in fretta e che passata l'esaltazione dell'effetto novità le competizioni che li riguardano possano risultare davvero poco interessanti. Solo note positive infine, per l'aggiornamento grafico. Com'è noto, The Wild Run saluterà l'introduzione di feature particolarmente in voga come un rendering basato sulla fisica, un depth of field migliorato e gli effetti meteo dinamici. Intendiamoci: il titolo Ubisoft non diventa improvvisamente DriveClub, e non lo potrebbe nemmeno diventare, vista la sua natura totalmente open e la genesi multipiattaforma, che impedisce in partenza di sfruttare fino al metallo le caratteristiche di ciascuno dei sistemi di destinazione, ma il salto in avanti è tangibile e apprezzato, con un colpo d'occhio più aggraziato e vibrante e una resa tutto sommato convincente della pioggia. Certo, come già notato in occasione del primo hands on a Colonia, a tratti l'accostamento tra gli elementi rinnovati e quelli rimasti intatti è stridente, si veda ad esempio a Manhattan, dove la complessità poligonale dei palazzi e le texture relative non hanno mai fatto un figurone nemmeno nella primissima versione e la cui povertà tende ora a saltare ancora di più all'occhio. Ma non ci sembra il caso di lamentarci troppo, a maggior ragione se si considera che l'update sarà gratuito e disponibile per tutti gli utenti PlayStation 4, Xbox One e PC. In ogni caso, da qui all'uscita di Wild Run, programmata per il 17 novembre, avrete la possibilità di farvi una vostra personalissima idea di prima mano, grazie alla beta che si terrà dal 15 al 19 ottobre.

CERTEZZE

  • Il Summit calza come un guanto alla struttura di gioco
  • Alcune nuove Spec e modalità sono un vero spasso
  • Apprezzato il boost grafico

DUBBI

  • Le moto convincono ancora poco