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Sulla Luna per salvarci tutti

Deliver Us the Moon, l'ultima speranza dell'umanità

PROVATO di Marco Salemi   —   25/01/2016
Deliver Us the Moon
Deliver Us the Moon
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In un modo o nell'altro siamo destinati a esplorare lo spazio. Mentre nella realtà, dopo aver iniziato la folle corsa e aver messo piede sulla Luna nel 1969, c'è stata un'evidente battuta d'arresto, la fantascienza non ha mai smesso di occuparsi dell'argomento proponendoci continuamente libri, film e videogame che, di pari passo con le scoperte della scienza, sono diventati sempre più accurati.

Sulla Luna per salvarci tutti

Così ci mettiamo nei panni di un astronauta abbandonato da solo su un altro pianeta, come nel caso del recente The Martian, o lasciamo la Terra alla volta di un'altra galassia attraversando teorici buchi neri, come in Interstellar, per cercare di salvare l'umanità. Lo sanno bene i ragazzi del team olandese KeokeN che, strizzando l'occhio a moltissimi di quegli aspetti scientifici e narrativi che ben conosciamo, stanno sviluppando il loro primo videogioco Deliver Us the Moon del quale, sebbene ci abbiano dato solo un piccolo assaggio essendo ben lungi dall'essere pronto, possiamo già farci un'idea. L'antefatto parla chiaro: è l'anno 2069, le risorse della Terra si stanno esaurendo e, in qualche modo, ogni tentativo fatto per salvarci è fallito: rimane un solo uomo, un temerario astronauta, l'ultima speranza per l'umanità, che dovrà partire per una missione folle; prima di iniziare a giocare, il narratore chiude con un quasi disperato "please Deliver Us The Moon". Il gameplay provato è, parole del disponibilissimo Jordy di KeokeN, una tech demo, una sorta di semi tutorial utile a condurre il giocatore verso l'ambientazione vera e propria, ovvero la Luna in tutto il suo vuoto e in tutta la sua solitudine. In realtà non sarà proprio solo e, in questa prima parte, farà conoscenza dell'unità Ase, un piccolo robot ispirato ai droidi di Star Wars che, a quanto pare, gli farà compagnia e lo aiuterà nel corso di questo viaggio.

Il destino dell'umanità è legato a un solo astronauta in Deliver Us the Moon

Un Cannone multiuso

Nei panni di un astronauta e con visuale in terza persona, il gioco vi colloca all'interno del Cosmodromo di Baikonur in Russia: la base è abbandonata, non c'è personale, siete completamente soli. Potete camminare, correre, saltare (con un'animazione non proprio delle migliori) e premere un pulsante ogni qualvolta ve lo troviate davanti, in un'esperienza di gioco guidata che, in sostanza, vi obbliga a partire. Sapete solo che fate parte della Wsa World Space Association (il simbolo è praticamente uguale a quello dell'attuale Esa) e che c'è un razzo ad aspettarvi. Non appena mettete piede nell'abitacolo, si cambia visuale: in prima persona seduti nella postazione del pilota, il computer di bordo richiede di inserire la giusta sequenza di comandi per il lancio ma, al minimo errore, occorre ricominciare da capo.

Sulla Luna per salvarci tutti

Il viaggio vi porta all'attracco di quella che sembra essere una base lunare piuttosto grande nella quale ha inizio la seconda fase di gioco. Appena arrivati, cominciano subito i problemi in quanto ci si accorge che, nella base, c'è un'anomalia alla pressurizzazione per cui non solo non c'è ossigeno ma l'unica vostra scorta è quella molto limitata della tuta spaziale (il motivo per cui un astronauta parta per una missione di salvataggio dell'umanità con una scorta esigua di ossigeno, non ci è dato saperlo). A questo punto, un conto alla rovescia è ben visibile sulla schiena dell'astronauta in maniera non molto realistica ma sicuramente funzionale al gioco... niente di preoccupante, comunque! Riuscire a pressurizzare l'ambiente e, quindi, a risolvere il problema dell'ossigeno è tutto tranne che una sfida; tuttavia, è da qui che inizia la fase esplorativa della base, come ben sottolinea il cambio di tema musicale. Un suggerimento vi fa chiaramente capire che è il momento di accendere la vostra torcia e poco dopo riuscite ad impadronirvi del Powertool, una specie di arma che, per ora, serve solo ad aprire alcune porte sigillate ma che in futuro avrà tutta una serie di altre funzioni di cui ancora non sappiamo nulla. Le ambientazioni sono graficamente molto belle e anche realistiche: le impronte che l'astronauta lascia sul terreno a causa della polvere posata da mesi, le porte il cui accesso è precluso da barricate artificiali e i corridoi inaccessibili trasferiscono bene la sensazione di abbandono che il protagonista prova arrivando lì dopo che, probabilmente, qualcosa è andato storto. Anche in questa fase, comunque, l'esperienza di gioco è molto guidata e finalizzata a farci attivare il droide Ase, le cui animazioni ed effetti sonori sembrano un misto tra il robot Wheatley di Portal 2 e BB8 di Star Wars Episodio VII.

Un futuro Lunare e altro ancora...

Non manca molto alla fine della demo che termina nel momento in cui, insieme al droide Ase che ci segue come un cagnolino, riusciamo ad accedere alla superficie Lunare per dirigerci verso una luce che sembra fungere da segnalatore per la prossima tappa. Molto carina la gestione della gravità che fa muovere l'astronauta diversamente, a seconda che si trovi sulla Terra o sulla Luna, e di qualità gli effetti sonori e le musiche, con i primi che simulano il respiro dell'astronauta conferendo all'ambientazione anche un pizzico di angoscia e le seconde che sembrano esortare all'esplorazione di un ambiente vasto.

Sulla Luna per salvarci tutti

Proprio a proposito di questo e dell'esperienza molto guidata che abbiamo affrontato, abbiamo chiesto a Jordy cosa dobbiamo aspettarci dall'esplorazione: ci ha risposto che siamo in una fase iniziale del gioco ma dobbiamo aspettarci la possibilità di passare al setaccio più liberamente l'ambiente circostante. Per quanto riguarda le armi, lo sviluppatore non ha fatto alcun accenno a sistemi di combattimento anche se, con il tasto destro del mouse, è possibile prendere la mira e la visuale cambia focalizzandosi sul powertool. Il gioco, come dicevamo, è solo alle fasi iniziali e non è esente da bug grafici come compenetrazioni poligonali e animazioni acerbe; peraltro ci è anche capitato di compromettere l'attivazione dell'Ase involontariamente, prelevando il suo componente principale prima che venga attivato e, dato che l'azione non è ripetibile o recuperabile, poi non è possibile accedere alla parte finale della demo. Nonostante tutto, è apprezzabile lo sforzo di questo team di quattro persone che ha messo in cantiere qualcosa come tre titoli, di cui questo è il primo. Seguirà Horrinth, di cui sappiamo solo che sarà un gioco horror dove si verrà posseduti da un demone che ci catapulterà nel labirinto della nostra mente, e The Ocean, in cui impersoneremo un marinaio solo su una barca in mezzo all'oceano.

CERTEZZE

  • Grafica e sonoro di ottima qualità
  • Solitudine e abbandono rendono l'idea

DUBBI

  • Alcuni bug grafici
  • Poco più di una demo giocabile