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Una gita ad Atamipek Lake

Abbiamo provato il primo episodio di Kôna, avventura con elementi survival in arrivo a breve

PROVATO di Rosario Salatiello   —   29/01/2016
KONA
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Immaginate di essere un investigatore privato, finito nel bel mezzo di una bufera di neve in un luogo sperduto del Canada, dopo essere stato assunto da una persona ricca abbastanza da convincerlo a sfidare il freddo glaciale. Se sfidare le temperature più estreme non vi spaventa, sarete sicuramente attratti dall'idea alla base di Kôna, titolo passato anche da Kickstarter dove ha raccolto 40.000 dollari nel 2014. Una cifra che a detta dei membri fondatori del team indipendente Parabole ha permesso di portare a termine il lavoro svolto sul gioco, passato poi con successo anche attraverso Steam Greenlight. Adesso, Kôna è finalmente quasi pronto ad arrivare sul mercato: lo farà in queste prime settimane del 2016, sotto forma di quello che in realtà sarà il suo primo episodio. Secondo quanto indicato dai ragazzi canadesi saranno proprio le vendite di quest'ultimo a decidere sulla pubblicazione degli altri capitoli, permettendo di affrontare le spese aggiuntive. Comunque sia, proprio in queste ore Parabole ha messo online una versione beta dedicata a chi ha prenotato Kôna, riservando invece nei giorni scorsi una preview alla stampa. Per questo motivo abbiamo bevuto un bel vin brulé per riscaldarci, in modo da affrontare a dovere il nostro primo incontro con questo interessante titolo.

Abbiamo provato in anteprima Kôna: Day One e ci è piaciuto davvero tanto!

Freddo e desolazione

Come dicevamo, il progetto legato a Kôna prevede la pubblicazione di più episodi, per la precisione quattro, che in realtà gli sviluppatori vogliono mettere online come titoli separati: da quello che abbiamo capito, la loro trama sarà comunque collegata, permettendoci di indagare sugli eventi accaduti ad Atamipek Lake vestendo i panni di più di un singolo personaggio.

Una gita ad Atamipek Lake
Una gita ad Atamipek Lake

Quello che leggete in questo articolo è comunque frutto della prova di Kôna: Day One, nome completo del primo appuntamento che vede come protagonista tale Carl Faulbert, veterano di guerra che nel 1970 si è riciclato come investigatore privato. Un'offerta di lavoro lo porta nei pressi del lago sopra citato, nel nord del Canada, al fine di svolgere un compito affidatogli dal ricco industriale conosciuto come W. Hamilton. Quest'ultimo sembra avere diversi problemi con la comunità di nativi Cree che popola la zona, a suo dire responsabile di atti vandalici e furti nelle sue proprietà. A loro volta, i Cree accusano Hamilton di aver distrutto delle terre da loro ritenute sacre, in nome dell'industria e del profitto. Ci ritroviamo così catapultati in questa situazione di per sé già problematica, appesantita da ciò che Carl scopre una volta arrivato a destinazione: in giro non c'è più una singola anima viva. Al luogo dell'incontro con Hamilton trova infatti solo due lupi ad aspettarlo, mentre tutti gli esseri umani del luogo sono letteralmente scomparsi. Ritrovatosi a questo punto nel bel mezzo del nulla, per un lavoro il cui committente è scomparso come tutti quanti gli altri, Carl inizia a perlustrare la zona, per scoprire cosa sia successo. Un po' Ethan Carter, un po' Silent Hill e un po' Dear Esther, Kôna ci ha impressionato favorevolmente per la sua ambientazione, anche se a conti fatti abbiamo avuto modo di toccare solo la punta dell'iceberg di ciò che il team con base a Québec City ha in cantiere. La sensazione che si ha girovagando per le varie zone (la mappa offerta è per ora di 2 chilometri quadrati) è effettivamente quella di trovarsi in un luogo dov'è accaduto qualcosa di tanto terrificante quanto misterioso, anche se a conti fatti gran parte di quello che ci ritroviamo ad affrontare in questo Day One è rappresentato da una landa desolata. Entrando nelle case, sembra che siano scappati tutti in fretta e furia da qualcosa di tremendo, ma quel qualcosa si può soltanto respirare nell'atmosfera d'effetto costruita su cumuli imbiancati (Kôna in lingua Cree significa proprio neve) e alberi. Attenzione, però, perché avventurarsi senza le dovute precauzioni può essere letale per più di un motivo, grazie all'entrata in gioco della componente survival di questo titolo.

Metti la canottiera

Le intenzioni di Kôna di farci sentire molto poco a nostro agio sono chiare sin dal momento in cui si avvia la partita. Al contrario di altri titoli, in questo caso non c'è un tutorial, e la fase di ambientamento è lasciata tutta al giocatore che può comunque contare su un sistema di controlli classico: tasti WASD per camminare, E per effettuare azioni, mouse per muovere la visuale in prima persona e così via.

Una gita ad Atamipek Lake

I primi oggetti che troviamo sono quelli che ci accompagneranno per tutta l'avventura: una torcia, una mappa della zona, un diario dove annotare informazioni di ogni tipo e una macchina fotografica istantanea, da usare per immortalare i vari attimi di gioco. A questi si affiancano poi i vari elementi che troviamo sul nostro percorso, per risolvere gli immancabili enigmi che Kôna ci propone. Della componente d'avventura di questo gioco avremo modo di parlare in occasione della recensione, ma per il momento vale la pena dedicare spazio anche ai suoi elementi survival: Kôna riesce infatti a impressionare in modo positivo proprio per il modo in cui riesce a far coesistere le due diverse tipologie principali di gioco che lo compongono. In questo Day One ci si ritrova infatti a esplorare la zona in cerca d'indizi, ma allo stesso tempo anche a preoccuparsi di raccogliere le risorse necessarie per rimanere in vita: ci sono quattro parametri che definiscono la salute di Carl, e vanno tutti quanti tenuti d'occhio. Il primo è quello che controlla la sua resistenza al freddo: passare troppo tempo all'esterno non è affatto consigliabile, e bisogna per esempio preoccuparsi di raccogliere legna per dar modo al protagonista di riscaldarsi. In questo modo, si recupera calore insieme alla possibilità di esporsi nuovamente alle intemperie. Anche il salvataggio della partita entra in ballo in un meccanismo simile, permettendoci di registrare i nostri progressi solo nelle vicinanze di una fonte di calore. Tra gli altri elementi da tenere d'occhio per garantire la salute di Carl, troviamo pure il suo livello di stress dettato dagli eventi del gioco, per diminuire il quale potrebbe essere per esempio necessario fermarsi a bere qualcosa.

Restiamo in attesa

Prima di concludere il resoconto della nostra prima prova di Kôna, vale la pena dare un'occhiata al suo comparto tecnico: in termini artistici, il lavoro effettuato dai ragazzi di Parabole sul motore Unity riesce a rappresentare alla perfezione il nord del Canada così come ce lo possiamo immaginare nel periodo del 1970.

Una gita ad Atamipek Lake

Anche dal punto di vista tecnico Kôna si difende piuttosto bene, offrendo un sistema di controllo piuttosto ottimizzato per essere una beta preview, e apprezzabile anche nelle fasi di guida: sì, finora non ve ne abbiamo parlato, ma ci sono anche queste! Qualche problemino in realtà c'è, soprattutto per qualche calo di frame rate nelle fasi a bordo del pick-up guidato dal protagonista e in un sistema d'interazione che a volte manca gli oggetti, ma in attesa della versione finale è tutto assolutamente trascurabile. Ottimo anche il sonoro, soprattutto per lo splendido doppiaggio in lingua inglese del narratore onnisciente che ci accompagna nel corso dell'avventura: il suo contributo si rivela fondamentale per creare l'atmosfera di cui sopra, sciogliendo i fili della trama. Insomma, nel caso in cui non l'abbiate capito Kôna ci è piaciuto davvero molto: non vediamo l'ora di provare il Day One nella sua incarnazione finale!

CERTEZZE

  • Ambientazione canadese stupenda
  • Ottima integrazione tra avventura e survival
  • Tecnicamente molto curato

DUBBI

  • Dove andrà a parare la trama?
  • Incertezza sulla realizzazione degli altri episodi