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Operazione nostalgia

Pokémon versione Rossa, Blu e Gialla per la prima volta su Virtual Console: scopriamo come sono invecchiati i primissimi capitoli della serie

SPECIALE di Raffaele Staccini   —   26/02/2016
Pokémon Versione Rossa
Pokémon Versione Rossa
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Oggi, a vent'anni di distanza dal primo approccio del pubblico giapponese con "Poketto Monsutā Aka Midori", è difficile immaginare come un marchio che vale decine di miliardi di euro possa essere nato dalla passione per l'entomologia di un bambino. Eppure è stato proprio grazie al suo hobby giovanile che Satoshi Tajiri ha avuto l'ispirazione per dare vita ai Pokémon. Arrivati sul mercato il 27 febbraio del 1996, Pokémon Rosso e Verde non erano però dei titoli di punta nella lineup Nintendo, che probabilmente non credeva nemmeno molto in un progetto che usciva su una console, il Game Boy, ormai vicina alla fine del suo ciclo vitale. Invece, giorno dopo giorno, i titoli Game Freak attirarono attenzione e vendite, fino a dare vita a quel fenomeno di massa ora noto in tutto il mondo come "Pokémania". Così, mentre gli sguardi di tutti sono rivolti verso Pokémon GO e i nuovi progetti della casa nipponica, per ricordare le origini del brand ci siamo fermati a guardare indietro e ci siamo ritrovati tra le mani la versione originale dei giochi di prima generazione, da giocare per la prima volta sulla Virtual Console di Nintendo 3DS. E appena il Professor Oak ci ha dato il bentornato nella regione del Kanto ci siamo chiesti: vale ancora la pena perdere tempo con Pokémon Rosso, Giallo e Blu?

Dopo vent'anni arrivano su Virtual Console Pokémon Rosso, Giallo e Blu: ma vale la pena giocarli oggi?

Vent'anni nel passato

Chi dovesse avvicinarsi per la prima volta ai giochi di questa primitiva generazione, e in particolare a Rosso e Blu, rimarrebbe certamente colpito dalla quantità di "novità" che questi titoli hanno da offrire. Tolte le scarpe da corsa, il giocatore moderno si trova così in un mondo da esplorare lentamente, dove in ogni angolo è possibile scorgere una mancanza.

Operazione nostalgia
Operazione nostalgia

I colori, innanzitutto, sono completamente assenti: le versioni Virtual Console emulano i giochi come se fossero inseriti in un vecchio Game Boy e non è presente alcuna opzione per decidere se usare o meno la palette cromatica del Game Boy Color. Ma è all'interno dei giochi che vengono meno anni e anni di sviluppo. Insieme alle nature - e i giocatori degli anni novanta sanno bene quanto è costata la loro introduzione - manca così all'appello anche la possibilità di tenere strumenti. L'assenza di uno dei due coniugi alla pensione rende poi un'impresa impossibile il tentativo di costruire una squadra composta da Pokémon con buoni Valori Individuali, che in questi primi capitoli hanno un range dimezzato e si riferiscono a quattro statistiche: Attacco, Difesa, Velocità e Speciali. Al massimo si può prendere carta e penna per lavorare sui Punti Allenamento, ma chi è abituato al Super Allenamento Virtuale della sesta generazione farebbe davvero fatica a star dietro a liste e foglietti. Insomma, è esattamente tutto come nel 1999, anno dell'uscita di Rosso e Blu in Italia. Anche il totale sbilanciamento della difficoltà per chi decide di iniziare con Charmander è rimasto invariato, visto che la mossa Ferrartigli - così come il tipo acciaio - non era ancora stata inventata e i due Nidoran non apprendono Doppiocalcio al livello 12 come in Pokèmon Giallo, bensì all'improponibile livello 43. La sfida ai rocciosi pokémon di Brock richiede allora una dose di "grinding" supplementare per i fan della lucertola di fuoco. Ma non è solo a Plumbeopoli che la prima generazione si mostra sbilanciata: senza attacchi di tipo coleottero importanti e con il tipo buio in arrivo solo nella generazione successiva, i Pokémon di tipo psico sono infatti i padroni incontrastati delle lotte. E non bastano certo i fantasmi a fermarli, visto che il doppio tipo spettro/veleno finisce per temere gli attacchi di tipo psico forse persino di più di tutti gli altri.

Il collegamento Wireless

Mentre i giocatori più smaliziati possono così divertirsi con vecchi bug ereditati direttamente dalle cartucce per Game Boy, come la cosiddetta "città dei numeri" e i "glitch Mew" che ancora oggi sono l'unico modo per catturare lo sfuggente pokémon leggendario senza usare dispositivi esterni, c'è però anche una caratteristica che Nintendo 3DS non avrebbe potuto emulare: il Game Link Cable.

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Per questo l'unica vera novità delle versione Virtual Console è l'introduzione del collegamento wireless. Si tratta di un menù piuttosto spartano ed estraneo allo stile grafico dei giochi, che compare quando ci si rivolge al banco collegamenti all'interno di qualsiasi Centro Pokémon. Qui, una volta stabilita la connessione come host o ospite con un amico, si può accedere alla stanza lotta e scambio in locale già vista nei titoli originali. Dispiace purtroppo constatare che non è stata introdotta alcuna possibilità di scambio online, probabilmente per limiti derivati dalle versioni originali. La funzione wi-fi, seppur gradita visto che altrimenti sarebbe stato impossibile completare il PokéDex o far evolvere mostri come Kadabra o Graveler, risulta così piuttosto limitante soprattutto per i giocatori di vecchia data, che magari hanno perso di vista la cerchia degli amici allenatori e che, anche a distanza, avrebbero volentieri riallacciato i rapporti per una partita o due a Pokémon in ricordo dei bei vecchi tempi.

Gotta catch 'em all!

Oggi come vent'anni fa, il motto Game Freak continua a risultare piuttosto ingannevole. Catturare tutti i pokémon con una sola versione del gioco è infatti impossibile e, visto che non si può utilizzare la Banca Pokémon, per completare il PokéDex di prima generazione su Virtual Console servono minimo due Nintendo 3DS con installati i due titoli principali. Affiancare Giallo a Rosso e Blu rende di certo più agevole ottenere i tre pokémon iniziali, ma attenzione: i mostri esclusivi, come Ekans e Sandshrew, non sono presenti nell'edizione speciale dedicata a Pikachu e vanno scambiati obbligatoriamente dalle versioni Rossa e Blu del gioco. Non è poi chiaro se Nintendo abbia in programma di distribuire Mew anche su Virtual Console, quindi l'unico metodo noto per ottenere il pokémon numero 151 rimane quello di sfruttare uno dei glitch disponibili.

Un porting per chi?

Ma se la prima generazione ha tutti questi difetti, è allora solo il fattore nostalgia a giustificare l'acquisto di Rosso, Giallo o Blu su Nintendo 3DS? Non è così semplice stabilirlo. Come sempre quando ci si trova a fare i conti con un pezzo di retrogaming che ha segnato la storia del genere, ci sono vari fattori che rendono appetibile la loro emulazione su una console moderna. Nel caso specifico, per esempio, è certamente vero che i titoli Pokémon attuali abbiano raggiunto una maggiore maturità, nel gameplay come nelle tematiche affrontate.

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Allo stesso tempo, però, Pokémon Rosso, Giallo e Blu sono ancora in grado di incollare il giocatore allo schermo come se fossero usciti oggi per la prima volta. Nonostante i buffi sprite e le spiegazioni a volte imprecise, riprendere in mano questi giochi permette di scoprire un diverso modo di intendere i Pokémon. Probabilmente più grezzo, con riferimenti meno evidenti a tematiche di salvaguardia dell'ambiente e di sfruttamento degli animali rispetto alle storie di AZ e N o alla situazione di Ciclamare, ma allo stesso tempo più immediato ed essenziale, capace di porre un obiettivo chiaro e ben definito: diventare Campione delle Lega e completare il PokéDex. È vero che qui le meccaniche sono più semplici, ma è anche innegabile che sia già presente la base di tutta la stratificazione che possiamo apprezzare ancora oggi. Nella prima generazione non c'è poi un luogo che non vale la pena visitare o un labirinto che sia così lineare da risultare banale. Insomma, visto che i giochi non sono cambiati di una virgola, l'acquisto ha poco senso per chi possiede ancora le cartucce Game Boy e ancora meno per chi ha la fortuna di poterle abbinare al Transfer Pack di Pokémon Stadium su Nintendo 64, ad oggi forse il modo migliore per fruire della prima generazione. Per tutti gli altri, invece, il viaggio attraverso Kanto può rappresentare non solo una piacevole rievocazione di vecchi ricordi, ma anche un'esperienza di gioco divertente e impegnativa.

Aggiornamento: in seguito al Pokémon Direct, è stato reso noto che la Banca Pokémon verrà aggiornata per permettere il trasferimento dei pokémon dalle versioni Virtual Console di Pokémon Rosso, Giallo e Blu verso i nuovi Pokémon Sole e Luna. L'aggiornamento non permetterà invece il trasferimento diretto di tali pokémon verso X, Y, Rubino Omega e Zaffiro Alpha.