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Corpo di mille balene!

A distanza di un anno dalla prima presentazione, Sea of Thieves è tornato all'E3 e stavolta in una forma giocabile

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   17/06/2016
Sea of Thieves
Sea of Thieves
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Esattamente un anno fa Rare aveva stupito i suoi fan più affiatati annunciando il primo, vero gioco dopo troppi anni passati con la testa china su Avatar e Kinect. Si trattava di Sea of Thieves: un'esperienza online con quello stile artistico colorato e fumettoso tipico della società inglese, ricco di un'ambientazione piratesca molto affascinante ma il cui gameplay non era risultato particolarmente chiaro e ben definito.

Corpo di mille balene!

In occasione dell'E3 di quest'anno, la software house è tornata protagonista durante la conferenza Microsoft mostrando finalmente i primi, reali estratti del gioco, attraverso un divertente trailer che evidenziava le reazioni di giocatori reali alle prese con alcune sequenze di gameplay. Paradossalmente il filmato ha fatto sorgere più dubbi che risposte: si tratta di un simulatore di battaglie navali? Oppure della vita di un pirata? È solo online? È addirittura un MMOG con un mondo persistente? Ma ci sono i combattimenti? Le quest? E l'evoluzione del proprio avatar come si sviluppa? In realtà anche dopo che avrete letto questo articolo gran parte degli interrogativi non saranno stati risolti visto che, anche noi, abbiamo fatto fatica a tirare fuori dalle bocche degli sviluppatori qualche dettaglio più approfondito sul progetto. Probabilmente anche loro non hanno ancora deciso come realizzare alcuni di questi elementi. In ogni caso tra un'intervista con Rare e una breve partita alla demo presente sullo showfloor, abbiamo cercato di fare il punto della situazione di un videogioco che sembra avere un grandissimo potenziale ma che è allo stesso tempo ancora troppo acerbo per risultare divertente sul lungo periodo.

Sea of Thieves è immediato e divertente ma al momento appare davvero troppo basilare e acerbo

Aaarrr!

L'area dello stand Microsoft che ospitava Sea of Thieves era composta da quindici Xbox One ed era circondata da una fila che non sembrava ridursi mai. Appena preso il pad in mano ci siamo ritrovati in compagnia di altri quattro aspiranti pirati su una spiaggetta in mezzo al mare con in mano un bel boccale di grog. Con il grilletto destro potevamo esibirci in qualche bella sorsata con annessi rutti di varia natura, mentre con i dorsali potevamo scambiarlo con un asse di legno (di cui abbiamo scoperto l'utilità solo più avanti) e con una chitarra. Niente tutorial, niente spiegazioni, ma soltanto lo sviluppatore che ci invitava a salire rapidamente sulla nave ancorata poco oltre l'atollo di sabbia. Tutto era estremamente intuitivo e i comandi ridotti davvero ai minimi termini. Una piccola nuotata ed eccoci a bordo della nostra bella imbarcazione di legno dai fortissimi connotati pirateschi.

Corpo di mille balene!
Corpo di mille balene!

A questo punto tutto diventava all'insegna della massima cooperazione spontanea. O sarebbe più giusto parlare di caos controllato visto che ognuno era davvero libero di fare quello che voleva nonostante il nostro capitano urlasse comandi a destra e a sinistra e la nave chiedesse chiaramente di essere governata con maggiore rigore. In Sea of Thieves infatti ci sono diverse attività da svolgere a bordo ma la totale assenza di HUD, indicazioni precise o obiettivi ben evidenziati, fa sì che siano i giocatori a comandare il gameplay e a scegliere quali attività svolgere. Non sembrano esserci classi, specializzazioni o attrezzi particolari utilizzabili soltanto soddisfacendo alcuni requisiti. Bastano le mani e del sano olio di gomito. E così c'è l'ancora da sollevare, più si è a girare l'argano e più velocemente l'azione viene espletata; ci sono le vele da spiegare e orientare; c'è il timone da controllare; qualcuno potrebbe salire di vedetta per avvistare rocce sporgenti e, soprattutto, navi in vista. Sì perché di fondo questa demo serviva a mostrare non solo la componente sociale e lo stile artistico peculiare, ma anche l'elemento competitivo che dovrebbe essere alla base del gioco. E non era un caso che ci fossero quindici postazioni sullo showfloor. E quindi di corsa a posizionarsi dietro ai tre cannoni di dritta o sinistra in base alla posizione delle navi avversarie per iniziare a sparare come se non ci fosse un domani. Nessun reticolo di mira né indicatori dell'arco balistico o della gittata: solo palle di cannone sparate a occhio cercando di aggiustare la mira per controllare la distanza e soprattutto il beccheggio della nave sopra il mare mosso. Ovviamente basta sbagliare un paio di virate e si diventa carne da cannone, cosa che al nostro gruppo è prontamente avvenuto non appena chi scrive ha provato a prendere i comandi del timone. E allora di corsa, tutti insieme, sotto coperta per tentare di tappare le falle nello scafo per tenere sotto controllo l'acqua imbarcata sfruttando la fantomatica asse di legno di cui poco sopra. Tutte azioni che, lo ripetiamo, avvengono in modo molto naturale mentre scorrazziamo sul ponte della nave e ci ritroviamo ad assistere a uno dei nostri pirati che continua a sbronzarsi con il grog mentre un paio di altri compagni preferiscono rimanere in piedi sulla prua a suonare il loro strumento per intonare una bella musica di accompagnamento mentre la nostra nave cola a picco. E in un attimo ci si ritrova in mezzo al mare con l'unica possibilità di nuotare per raggiungere una spiaggia in attesa che lo sviluppatore faccia apparire un'altra nave e ci dia la possibilità di cercare vendetta.

È un MMOG o un esperimento sociale?

Sea of Thieves è davvero difficile da descrivere senza rischiare di farlo apparire più basilare di quanto sia in realtà: va semplicemente provato ed è evidente che questa cosa è molto chiara anche a Rare che ha fatto di tutto nei passati mesi per dare il gioco in mano al maggior numero possibile di giocatori in ambienti strettamente controllati. Soltanto per studiare le loro reazioni. Al momento è un titolo che offre veramente pochissime cose da fare e la maggior parte di queste sono dei puri orpelli che, concretamente, non servono a nulla ai fini del gameplay se non a strappare un bel po' di risate e a rendere piacevole anche la semplice condivisione dello stesso spazio.

Corpo di mille balene!
Corpo di mille balene!

È un po' come mettersi a ballare nella piazza di Roccavento con qualche amico in World of Warcraft oppure al centro della Torre in Destiny per mostrare il nuovo equipaggiamento. Non serve a niente in concreto ma tutti lo fanno. Durante l'intervista a cui abbiamo partecipato, Rare ci ha comunque assicurato che questo è soltanto un primo assaggio di Sea of Thieves e che il gioco non sarà un semplice e banale simulatore di bevute la cui componente action sarà relegata ai combattimenti navali. Ci saranno missioni e attività, incontri casuali ed eventi dinamici, l'immancabile campionario di bestie, umani e scheletri da uccidere sulla terraferma, esperienze per gruppi più ristretti di giocatori e altre situazioni in cui i grandi numeri renderanno il tutto ancora più divertente da affrontare. A quanto pare non ci sarà una vera e propria "main quest" che tutti dovranno seguire per raggiungere il level cap con il proprio personaggio. Ciononostante ci sarà un sistema di crescita che avrà ripercussioni sull'equipaggiamento dell'avatar e sulla potenza dell'imbarcazione posseduta e soprattutto saranno i giocatori stessi a raccontare le loro storie sfruttando al massimo le possibilità social offerte dal videogioco. A dire la verità Rare non ha ancora le idee molto chiare neanche in merito al modello di business con cui il gioco arriverà sul mercato ma sa già per certo che non si tratterà di un free to play. Magari un prodotto a prezzo pieno con un supporto di nuovi contenuti aggiunti costantemente e in modo gratuito. Rimane davvero tutto da vedere perché per ora l'obiettivo della software house è realizzare il prima possibile una versione completa di tutte le feature basilari da rilasciare sotto forma di closed beta che le permetta di raccogliere feedback dal numero più vasto possibile di giocatori e, insieme a loro, trovare il modo di far sbocciare tutto il potenziale che Sea of Thieves sembra avere. Anche a livello tecnico il gioco sembra aver imboccato la strada giusta: non è un titolo che fa gridare al miracolo ed è sicuramente molto semplice e statico nel suo comparto tecnico ma gira già fluidissimo, appare molto stabile e il comparto artistico ha sicuramente un tratto distintivo molto originale e riconoscibile. Ora rimane davvero solo da capire quanto dovremo ancora aspettare per poterlo giocare sui nostri PC e Xbox One ma ci sentiamo piuttosto sicuri nell'affermare che difficilmente ci sarà da aspettare oltre l'autunno di quest'anno. Ovviamente solo per la beta perché per il gioco finale siamo ugualmente convinti che l'attesa sarà estremamente più lunga.

CERTEZZE

  • È un'esperienza sociale davvero divertente
  • Facilissimo da giocare e subito coinvolgente
  • Il clima piratesco è ben ricreato

DUBBI

  • Il comparto tecnico è ridotto ai minimi termini
  • In concreto ancora non abbiamo capito cosa si può fare