Se siete ancora legati alle copie fisiche dei videogiochi o se avete anche solo in passato provato a rivendere i vostri titoli, vi sarete accorti di una cosa: vendere e acquistare prodotti di seconda mano non è un grande affare, né dal punto di vista pratico, visto che siete inevitabilmente legati al vostro negoziante, né da quello economico dato che spesso la valutazione è tutt'altro che favorevole. Certo ci sono le piattaforme di vendita online ma sono quasi sempre grandi mercatini virtuali che richiedono diversi passaggi (e spese) per arrivare dalla vendita del gioco che non si vuole più all'acquisto di quello tanto agognato. Bartlex, start up italiana nata nel contesto dell'iniziativa Speed MI Up, l'incubatrice di Università Bocconi, Camera di Commercio di Milano e Comune di Milano, intende facilitare questo processo: ci si iscrive, si mettono in "vendita", anche se scambio sarebbe più corretto, i prodotti che non si vogliono più e si possono cercare quelli che si desiderano. C'è una valuta virtuale che dà modo di non essere legati ad uno scambio 1 : 1 ma che resta confinata, almeno per il momento, nell'ecosistema del sito. L'utilizzo è molto semplice: ci si iscrive e si può navigare il catalogo, selezionando quali giochi si desidera scambiare e di quali invece si è in cerca. Abbiamo avuto modo di chiacchierare con i membri del team alle spalle del progetto.
Scopriamo Bartlex, start up che intende rivoluzionare il modo di comprare e vendere giochi usati
Come nasce l'idea di Bartlex e a che esigenze risponde?
La barriera più grande alla sperimentazione videoludica è probabilmente determinata dalle limitate disponibilità economiche del singolo, problematica ancor più accentuata nel caso in cui tale soggetto non percepisca un reddito. Dal momento che noi del team di Bartlex siamo per la maggior parte studenti (e videogiocatori assidui) viviamo quotidianamente questa problematica. Di conseguenza il mercato dell'usato risulta essere pressoché l'unica via percorribile nel caso si desideri stare al passo con le continue uscite di nuovi videogiochi, ma le attuali soluzioni proposte dal mercato sono i negozi fisici (vedi GameStop), i quali attuano però una indecente svalutazione dell'usato ritirato, e i siti di compravendita usato generalisti (vedi subito.it), i quali sono dispendiosi in termini di tempo e macchinosi nell'utilizzo. Bartlex nasce quindi con l'obiettivo di eliminare la speculazione sulla compravendita e la conseguente svalutazione cronica apportata, e di semplificare/automatizzare i processi di creazione annuncio, trattativa e passaggio del bene, creando una piattaforma marcatamente pro-utente, grazie alla quale il vantaggio per del singolo apporti indirettamente un vantaggio per l'intera community.
Avete ricevuto reazioni da compagnie come GameStop? La vostra è un iniziativa che potrebbe fare la gioia di molti.
Non abbiamo ancora ricevuto segnalazioni in tal senso. Abbiamo invece, cosa forse più importante, ricevuto feedback estremamente positivi da parte dell'utenza (nonostante la piattaforma sia appena nata, imperfetta in molte sue parti e priva di funzioni accessorie già previste nel progetto di sviluppo), sintomo di un alto livello di frustrazione nei confronti dello stato attuale delle cose. Non a caso sono nati spontaneamente gruppi di fan che ci sostengono, ci sono state offerte donazioni e più del 50% degli utenti di Bartlex ne è venuto a conoscenza per passaparola. Questo alto livello di affiliazione è frutto anche di una nostra altissima attenzione alle richieste dell'utenza. In tal senso possiamo dire che lo sviluppo della piattaforma è totalmente allineato ai desideri della community che la vive.
È possibile acquistare i crediti della piattaforma?
A breve sarà possibile acquistare (non liberamente e illimitatamente) i crediti della piattaforma, ovvero i Bix. Il prezzo degli stessi e le quantità acquistabili saranno tali da garantire in ogni caso un risparmio minimo ad operazione di 20€ rispetto alle offerte della concorrenza. In ogni caso, il nostro primo obiettivo è quello di incentivare l'ottenimento di Bix attraverso la cessione di titoli, garantendo così un'alta vivacità del sistema. Questo grazie a premi per obiettivi di vendita e via dicendo..
Qual'è il vostro modello di business?
Adottando i principi cardine della sharing economy e del modello di sviluppo lean, il nostro modello di business prevede la creazione di una community coesa e proattiva, che sia parte attiva nel delineare lo sviluppo della piattaforma. Per questo il nostro diktat è quello di trasmettere una proposta di valore irresistibile per l'utente, che preceda il mero interesse economico.
In futuro avete intenzione di estendere l'iniziativa all'hardware o al retrogaming?
Certamente amplieremo il servizio sia all'hardware che al retrogaming. Siamo partiti testando le current-gen (le sole PlayStation 4 ed Xbox One) ma è già prevista, per i prossimi aggiornamenti, sia l'introduzione delle old-gen, sia l'introduzione di alcune piattaforme Nintendo (WII U, Nintendo 3DS). In generale l'idea è quella di abbracciare con il nostro servizio tutte le console, sia nella loro forma home console che in quella portatile.
Il futuro della vendita dei videogiochi è legata al digital delivery, come si pone il vostro progetto in tal senso?
Sicuramente il digitale è il futuro, anche se alcune caratteristiche del settore console ne stanno rallentando enormemente l'implementazione: memorie non espandibili, interessi nel favorire i negozi fisici in quanto primi distributori di console, impossibilità per il consumatore di cedere il propri giochi in formato digitale. In riferimento all'ultima questione, interessante risulta essere la crescente attenzione riguardo a tale problematica. Infatti acquistando la proprietà di un qualsiasi bene, se ne ottiene contemporaneamente il diritto di alienazione dello stesso. Allo stato attuale, nel mercato del digitale in genere, si è privati di tale diritto violando la normativa generale. Riguardo a possibili collaborazioni con i produttori di videogiochi, esse risultano essere possibili ma attualmente improbabili, per via degli interessi di cui gli stessi produttori sono portatori. Favorendo la circolazione dell'usato, certamente si disincentiva l'acquisto del nuovo.
Quali sono al momenti i giochi più costosi e ricercati?
I giochi più costosi sono mediamente quelli appena usciti o quelli per i quali l'interesse non cala al trascorrere del tempo. Per quanto riguarda i più richiesti interessante è notare che non sempre i più richiesti coincidano con i più nuovi. Per esempio c'è una tendenza nel ricercare il capitolo precedente di un titolo di prossima uscita. Emblematico è il caso di Uncharted: The Nathan Drake Collection o Dark Souls 2: Scholar of the First Sin, titoli per i quali abbiamo registrato un boom di richieste e conseguenti vendite nei periodi di uscita rispettivamente di Uncharted 4 e Dark Souls 3. In generale i risparmi garantiti dal sito stanno spingendo gli utenti a recuperare titoli a volte vecchi di anni e che probabilmente mai avrebbero acquistato, riscoprendo il gusto in passato represso della sperimentazione.