C'era una volta, in un reame neanche troppo lontano chiamato Svezia, un team di sviluppo di nome Stunlock Studios. I prodi programmatori di quella software house un giorno ebbero una magica idea: creare un videogame capace di prendere i "DotA-like", eliminarne quasi del tutto gli elementi di crescita e gestione degli eroi, e concentrarsi esclusivamente sulle battaglie di squadra. Il tutto con un gameplay costruito esclusivamente sull'abilità dei giocatori. Quel gioco si chiamava Bloodline Champions e quando i critici del regno lo videro nella sua culla, non poterono fare altro che elogiarlo per la bella idea e l'ottima esecuzione. Il popolo però se ne fregò bellamente della sua esistenza, lasciandolo lì col ciuccio in bocca e optando per andare a vedere una partita di calcio. È una favoletta triste quella che vi abbiamo raccontato, che poteva tranquillamente finire qui... e invece gli sviluppatori di Stunlock hanno deciso di riprovare ancora a rendere popolare la loro - peraltro più che furba - idea con Battlerite, un successore diretto dello sfortunato Bloodline Champions. Il bello è che, stando alle classifiche di Steam e alla risonanza tra i siti specializzati, questa volta sembrano essere riusciti nell'impresa. Il motivo? Un improvviso cambio di stile e qualche modifica marginale alle meccaniche. Certo che la Rete è proprio un posto strano.
Battlerite è un gioco basato sulle battaglie di squadra e sulla pura abilità. La nostra prova!
Skill innanzitutto
Alla base di Battlerite non c'è molto se si parla di storyline o background, solo la tipica pletora di eroi dalle origini abbozzate, la cui presenza in un'arena dove tutti si riempiono di botte è a malapena giustificata.
Sacrosanto, trattasi pur sempre di un titolo competitivo online, ma questa volta non siamo davanti al solito free to play, bensì a un gioco che ha deciso di seguire la strada del basso costo in accesso anticipato per offrire a tutti da subito il roster intero dei suoi guerrieri (e autofinanziarsi). Al momento, infatti, sono quindici i combattenti disponibili, divisi in modo classico tra guerrieri dalla corta distanza, combattenti da lontano e personaggi di supporto. Una volta completato un rapido tutorial si può selezionare uno qualunque di loro per buttarsi in arene due contro due o tre contro tre, da cui solo i giocatori più abili e coordinati escono vincitori. Occhio però, il gameplay di Battlerite non è quello dei tipici DotA-Like con visuale dall'alto: meno caotico e sensibilmente più ricco di strategia, questo gioco usa la combinazione WASD della tastiera per i movimenti, mentre il mouse serve a mirare ogni singola abilità al di fuori di quelle difensive. Praticamente ogni attacco, qui, va dunque puntato con attenzione e tempismo per andare a segno, dalle cure alle comuni botte in faccia con mazze, asce e lame varie. Un bel cambio di stile che dà soddisfazioni immense in combattimento, visto che ogni eroe è dotato di tecniche offensive, difensive e poteri dai vari effetti benefici e maligni, e che pertanto anche i più accessibili permettono di eseguire serie di colpi e trucchetti niente male in campo. La stessa scelta di limitare gli scontri a un massimo di tre contro tre è tatticamente adeguata, poiché i conflitti non risultano mai troppo caotici e permettono sempre di reagire per tempo se si ha la capacità di farlo. E il bello è che il gameplay non ha solo questi assi nella manica.
Molti modi di dominare
Le arene sono infatti semplici, ma al loro centro vi è una sfera distruttibile che garantisce energia e punti vita alla propria squadra quando spaccata in mille pezzi. Tale fattore aggiunge ovviamente una discreta necessità di controllare il campo di battaglia oltre che gli scontri diretti, e per sottolineare la cosa gli sviluppatori hanno pensato bene di spargere per le mappe anche alcune sferette colorate che rimpinguano a loro volta energia e vita, e muri protettivi utili per difendersi dai proiettili.
È la succitata energia ad essere però il fattore più curioso del gameplay di Battlerite: ricaricabile a forza di attacchi normali e sfere, infatti, questa permette non solo di usare potenti abilità finali quando la barra si riempie completamente, ma anche di bruciare singole tacche dell'indicatore per sfruttare una tecnica avanzata alternativa, e delle versioni modificate delle abilità preesistenti. Una trovata brillante, che dona un ulteriore livello di profondità al sistema di combattimento, garantendo ad ogni eroe una versatilità rara in titoli di questo genere. Per carità, qualcuno inevitabilmente si lamenterà del bilanciamento dei personaggi, ma in un titolo come Battlerite gli svantaggi di alcuni guerrieri contro certe composizioni si percepiscono molto meno della norma proprio a causa della varietà di opzioni appena descritta. Per fare un esempio lampante: usare un personaggio corpo a corpo come Freya richiede un'adeguata gestione dell'energia per mantenere il più a lungo possibile attivo il suo scudo energetico e infliggere a più avversari lo status "statico" che li rende più vulnerabili, laddove un bestione come Bakko ha un funzionamento più semplice; eppure Bakko ha un numero di approcci all'azione paragonabile a lei, con l'unica differenza di essere più intuitivo. Questo vale per tutte le tipologie di eroe, supporti compresi, e annulla generalmente la frustrazione. Se si perde, nel 99% dei casi è per aver giocato male, non per problemi di bilanciamento.
Addio tribù
Ad aggiungere pepe e complessità al tutto ci pensano infine i "Battlerites" da cui il gioco prende il nome: potenziamenti selezionabili ad ogni round (bisogna vincerne un totale di tre per conquistare il match, dopotutto), che aggiungono effetti passivi alle abilità e danno modo al giocatore di riadattare il suo stile di gioco all'evolversi della battaglia. Un modo interessante di aggiungere un minimo di gestione dell'eroe al sistema senza stravolgerne le basi.
Sono insomma davvero ben pochi i punti deboli del gameplay di Battlerite, un'evidente evoluzione del precedente titolo di Stunlock in tutto e per tutto, che vanta ritocchi di rara intelligenza e ha tutte le carte in regola per divertire giocatori nuovi e di vecchia data. Il reale problema del gioco risiede quindi, prevedibilmente, altrove; per l'esattezza nei suoi contenuti. Stiamo in fondo parlando di un titolo che ha solo partite classificate a disposizione al momento, a cui si accede salendo di livello a forza di vincere round. Le personalizzazioni degli eroi sono poi limitatissime (e ottenibili sia tramite forzieri sia con la valuta interna), le mappe non abbastanza diversificate da fare realmente la differenza in un match, e le modalità solo quelle già descritte nei precedenti paragrafi. Davvero pochino per camminare a testa alta nel duro mondo dei titoli competitivi online, anche se, trattandosi di un titolo all'inizio del ciclo vitale, le cose potranno solo migliorare (e la community sembra già abbastanza numerosa da favorire uno sviluppo sano e costante del gioco). Poco da dire anche sul comparto tecnico, che ricorda da vicino DotA 2 dal punto di vista puramente stilistico e si è allontanato dal look "tribale" che potrebbe aver decretato lo scarso successo del predecessore. Il lato positivo è che Battlerite gira anche su una carretta ed è ottimizzato benone, oltre a vantare un matchmaking piuttosto solido già ora. In parole povere, siamo davanti a un titolo competitivo dal notevole potenziale, che pare fatto apposta per coloro che desiderano un'esperienza competitiva costruita interamente sulle capacità del singolo. Tenetelo d'occhio.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10
- CPU: Intel i7 @ 3.4 Ghz
- RAM: 16 GB
- Scheda Video: Nvidia Geforce GTX 670
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7
- CPU: Dual Core 2.8 Ghz
- RAM: 2 GB
- Scheda Video: Intel HD 3000
Conclusioni
PRO
- Gameplay affinato e completamente "skill based"
- Buon matchmaking e gestione degna delle partite classificate
CONTRO
- I contenuti lasciano a desiderare