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Vent'anni di Lara Croft: i giochi cancellati

Rovistiamo nelle tombe dei videogiochi per scoprire i Tomb Raider che non sono mai arrivati sul mercato

SPECIALE di Raffaele Staccini   —   01/11/2016

Tra alterne fortune, negli ultimi vent'anni si sono susseguiti tantissimi Tomb Raider: dal primo capitolo per Sega Saturn del 25 ottobre 1996 fino al reboot del 2013 e al recente Rise of the Tomb Raider, da poco arrivato anche su PlayStation 4 con la 20 Year Celebration. Sono oltre trenta tra capitoli principali, spin-off ed edizioni complete, ma avrebbero potuto essere anche di più: infatti tanti progetti non hanno mai visto la luce, vuoi perché sono stati abbandonati nella fase embrionale, vuoi perché brutalmente cancellati a lavori quasi ultimati. Di alcuni di questi probabilmente si sono perse le tracce nei polverosi magazzini di qualche software house; di altri abbiamo invece interessanti documenti, che ci permettono di ricostruirne genesi e ambizioni. O almeno una parte.

In vent'anni non sempre va tutto per il verso giusto: ecco i Tomb Raider cancellati prima del previsto

Tomb Raider: The Last Revelation Gold

Sul finire degli anni novanta le ristampe Gold di Tomb Raider erano diventate una sorta di appuntamento fisso per i fan di Lara Croft: si trattava di vere e proprie edizioni Game of the Year, che in occidente venivano designate semplicemente aggiungendo il nome dell'espansione come sottotitolo. Abbiamo avuto così Tomb Raider: Unfinished Business nel 1998 e Tomb Raider II: The Golden Mask nel 1999, mentre nel 2000 Tomb Raider III: The Lost Artifact è arrivato su PC come espansione stand alone, ma in via ufficiosa è comunque considerato un Tomb Raider III Gold a tutti gli effetti.

Vent'anni di Lara Croft: i giochi cancellati

Ovviamente anche il quarto capitolo della saga, Tomb Raider: The Last Revelation, aveva un'espansione pronta per essere sviluppata. Il piccolo team di sviluppo di Eidos con sede a San Francisco, che aveva curato le precedenti avventure aggiuntive dell'archeologa, aveva infatti già iniziato a lavorare a un The Last Revelation Gold, che probabilmente da noi si sarebbe intitolato "The Fountain of Youth". A confermarlo è stato lo stesso Phil Campbell, il designer che all'epoca era a capo del progetto, attraverso un bel contributo pubblicato sul suo sito che ci fornisce diverse informazioni interessanti, a partire dall'ambientazione. L'espansione di The Last Revelation avrebbe preso avvio durante il carnevale di New Orleans, il cosiddetto Mardi Gras, che sarebbe stata anche la prima tappa di Lara nella sua ricerca della sorgente dell'eterna giovinezza. Una meta leggendaria, che stando alle storie garantisce anche l'accesso al Nirvana e che sgorga al centro del famigerato Triangolo delle Bermuda, una sequenza di tre linee temporanee che uniscono tre potenti generatori magici. Uno di questi si sarebbe trovato proprio nel bayou della città della Lousiana, dove l'archeologa avrebbe dovuto combattere creature voodoo, zombie, fantasmi e lupi ibridi. Con gli altri due generatori rispettivamente a Port Royal e su un'isolata isoletta delle Bermuda, lady Croft avrebbe poi affrontato anche pirati ringiovaniti grazie al voodoo, squali, ratti e un nuovo nemico, il dottor Ya Ya, il cui obiettivo era mantenere nascosta la sorgente. Alla fine dell'avventura il ritrovamento della fonte, con Lara trascinata dalla corrente, avrebbe avuto effetti dirompenti sulla biografia dell'archeologa, tornata quattordicenne, e avrebbe aperto infinite possibilità sul futuro delle sue avventure. Purtroppo, o per fortuna, Eidos decise di dare priorità a Tomb Raider: Chronicles e Tomb Raider: The Angel of Darkness. Il progetto di un quarto Gold venne così cestinato e, quando nel 2001 Campbell passò in Electronics Arts, il Dr Ya Ya si tramutò nel Dr Yayakov di 007: Everything or Nothing.

Tomb Raider: The Secret of Shangri-La

Un altro progetto naufragato ben prima di entrare effettivamente nelle fasi di sviluppo è stato Tomb Raider: The Secret of Shangri-La, il primo capitolo originale pensato appositamente per PlayStation Portable.

Anche Nathan Drake ha avuto a che fare con Shangri-La in Uncharted 2
Anche Nathan Drake ha avuto a che fare con Shangri-La in Uncharted 2

Siamo pressappoco alla vigilia del decimo anniversario di Tomb Raider e uno degli sviluppatori storici di Core Design, Richard Morton, arriva con un concept interessante: The Secret of Shangri-La sarebbe dovuto essere un titolo ambientato nelle gole del fiume Tsangpo Yarlung, nel cuore dell'Hymalaya, alla ricerca della mitica città di Shangri-La descritta dall'autore britannico James Hiltonnel nel suo romanzo del 1933, Orizzonte perduto. Un luogo senza dubbio suggestivo, in parte ancora inesplorato. Qui gli sviluppatori avrebbero introdotto alcune novità, come l'utilizzo di nuovi veicoli (moto da cross e moto d'acqua) e una particolare meccanica per la gestione dell'intelligenza artificiale, con nemici fotosensibili che avrebbero portato a un utilizzo oculato dei razzi di segnalazione. Per quanto riguarda la storia, l'avventura si sarebbe concentrata intorno alla ricerca della città e avrebbe introdotto la figura del Professor James, un vecchio amico del padre di Lara morto a centoquattordici anni, dopo aver passato mezzo secolo disperso in Tibet senza invecchiare di un giorno. Il motivo di questa innaturale longevità? Ovviamente le acque di una caverna nella profondità delle gole di Tsangpo, descritta dal professore al suo ritorno, dove affluiscono miracolosi minerali vulcanici e crescono strane alghe fosforescenti. Il tutto a pochi passi dall'isola che ospita le rovine di Shangri-La, una città costruita e difesa strenuamente dagli indigeni, che vi si sono insediati quando le condizioni atmosferiche del Tibet sono diventate troppo rigide per vivere in superficie. Lara insomma avrebbe potuto scoprire anche questo mistero collegato all'eterna giovinezza, ma alla fine il concept di Morton venne scartato.

La trilogia di The Angel of Darkness

Diversa è la storia di Tomb Raider: The Angel of Darkness. Sappiamo tutto dello sviluppo e della pubblicazione di questo sesto, controverso capitolo, che nel 2003 si presentò sul mercato pieno di bug e con importanti tagli dovuti a vari problemi nello sviluppo. Tuttavia sappiamo anche che sarebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia, con la storia dei due seguiti The Lost Dominion e The Dreams of Resurrection già ben chiara nella mente dello sceneggiatore Murti Schofield.

Vent'anni di Lara Croft: i giochi cancellati

Infatti, anche se lo sviluppo di un seguito non iniziò mai, la trama era stata in gran parte già scritta, così da evitare contraddizioni e lasciare in anticipo rimandi ai capitoli successivi. The Lost Dominion, in particolare, avrebbe dovuto mostrare la sorte di Karel, di Kurtis Trent e, ovviamente, di Lara dopo il finale di The Angel of Darkness, in un universo dove la stessa signorina Croft era una lontana discendente di una stirpe semiangelica. Per dovere di cronaca, stando alle parole di Schofield (spoiler) nessuno è morto, in realtà, e la scena conclusiva del gioco sarebbe stata rivisitata con un flashback alla fine di The Lost Dominion, per mostrare come Lara abbia deciso di proteggere Karel, una volta che ha compreso che il suo scopo era semplicemente quello di sopravvivere. Poco dopo l'archeologa era stata però messa fuori gioco, mentre a Kurtis veniva affidato il compito di ricreare la setta Lux Veritatis con nuova consapevolezza. Le ambientazioni principali del secondo capitolo sarebbero state la Cappadocia, con tante scene d'azione sotterranea in molte delle città della penisola anatolica, e l'interno di una base in Antartide, dove i nazisti avevano trasferito la strumentazione per gli esperimenti umani di Eckhardt quando il Reich era ormai prossimo alla fine. Avrebbe fatto la sua comparsa anche un nuovo personaggio femminile, Morgau Vasiley, ovvero la figlia del mercante d'arte a cui Lara aveva fatto visita in The Angel of Darkness. In quanto ex membro di Lux Veritatis, Morgau avrebbe dovuto svolgere un importante ruolo, come antagonista principale, anche nel terzo capitolo The Dreams of Resurrection. Almeno fino al suo ripensamento, che avrebbe dovuto portare, all'interno dell'ambizioso progetto di Core Design, alla nascita di una serie di spin-off dove Kurtis e Morgau avrebbero tentato di riformare Lux Veritatis dall'interno.

Tomb Raider: 10th Anniversary Edition

Forse qualcuno di voi si starà chiedendo come mai in questo speciale sui giochi cancellati si parli anche di un titolo arrivato effettivamente sul mercato nel giugno del 2007. Il motivo è presto detto: l'edizione anniversary sviluppata da Crystal Dynamics dopo Tomb Raider Legend non è l'unica ad essere stata finanziata. In un periodo piuttosto convulso per Eidos e Core Design, anche la storica casa di sviluppo di Tomb Raider stava infatti lavorando alla propria rimasterizzazione del primo capitolo.

Vent'anni di Lara Croft: i giochi cancellati
Vent'anni di Lara Croft: i giochi cancellati

Alla fine del 2005 il team aveva così iniziato a importare Lara e alcuni degli ambienti del primo Tomb Raider in un nuovo motore di gioco, sviluppato internamente per Free Running, mentre allo stesso tempo venivano adattati anche i controlli e i movimenti della telecamera. I miglioramenti tecnici sarebbero stati molteplici: texture di risoluzione maggiore, scenari più dettagliati, sistema di illuminazione ed effetti particellari migliorati, modelli 3D al posto degli sprite e così via. Anche le scene d'intermezzo sarebbero state ricreate in-game, mentre quelle originali FMV sarebbero state inserite come contenuti sbloccabili. Core Design aveva però pensato in grande, con l'aggiunta di un nuovo finale e di un'inedita modalità cooperativa per la versione PlayStation Portable. Quest'ultima sarebbe stata probabilmente la funzione più interessante del pacchetto e, sfruttando le funzionalità Wi-Fi di PSP, avrebbe permesso ai giocatori di vestire i panni di un nuovo personaggio: Melissa Carter. Melissa era stata immaginata come una cugina più giovane di Lara, cresciuta invidiando le ricchezze dei Croft e determinata a scoprire la loro provenienza. In questa versione i livelli in co-op sarebbero stati sbloccati dopo esser stati completati in singolo: medi-kit, munizioni e altri consumabili sarebbero stati in comune, all'interno di una modalità che avrebbe spinto sia sulla cooperazione nella risoluzione degli enigmi, sia sulla competizione per raggiungere per primi i collezionabili. Nonostante lo sviluppo fosse in una fase molto avanzata, nel 2006 Eidos cancellò la Tomb Raider: 10th Anniversary Edition di Core Design in favore di quella sviluppata da Crystal Dynamics. Non ci sono spiegazioni ufficiali per questa decisione; tuttavia l'ipotesi più probabile è che, in seguito alla vendita di Core Design a Rebellion, avvenuta nella primavera 2006, Eidos non abbia voluto associare uno dei sui franchise più importanti a un team diventato a tutti gli effetti third party. Possiamo comunque ammirare i buoni risultati raggiunti in una serie di trailer pubblicati senza autorizzazione nel giugno dello stesso anno.

Croft Academy

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Dopo l'uscita di Tomb Raider Anniversary su Wii a fine 2007, in Crystal Dynamics iniziarono a esplorare nuovi concept. Il particolare sistema di controllo della console Nintendo permise infatti al team di approcciare in maniera diversa gli strumenti a loro disposizione e a qualcuno venne l'idea per un Tomb Raider adatto a un pubblico più vasto e giovane di quello tipico del brand. Si pensò così a Croft Academy, che il producer dell'anniversary targata Crystal Dynamics, Morgan Gray, descrive come un misto di Harry Potter, Scooby Doo e della serie di racconti gialli per bambini Encyclopedia Brown. Un gioco ad ambientazione scolastica quindi, all'interno del quale Lara Croft non sarebbe stata un personaggio giocabile, bensì un'insegnante o comunque una figura capace di incoraggiare gli studenti. Un po' come Albus Silente, che talvolta aiuta i suoi prediletti anche sul campo. L'esperimento però non ebbe sviluppi concreti e il concept rimase per sempre solo sulla carta.

Raiders

Lara Croft and the Guardian of Light è uno spin-off di Tomb Raider, incentrato sull'azione cooperativa e uscito nel 2010.

La visuale isometrica è stata mantenuta anche in Lara Croft and the Guardian of Light
La visuale isometrica è stata mantenuta anche in Lara Croft and the Guardian of Light

All'inizio dello sviluppo si trattava però di un titolo molto diverso da quello arrivato sugli store digitali di PlayStation 3 e Xbox 360, tanto che è nato a partire da un terzo DLC di Tomb Raider: Underworld mai pubblicato. Stando a quanto dichiarato dal designer Jeff Wajcs, all'epoca il team guidato dal creatore della serie, Toby Gard, stava infatti lavorando al concept di un'avventura ambientata in una Londra devastata dall'attacco di creature norrene. In questa ambientazione desolata, Lara avrebbe dovuto scalare una torre in rovina e una volta in cima, sarebbe morta, sacrificando se stessa per salvare il mondo. L'idea però venne accantonata, perché sarebbe stata troppo ambiziosa per essere pubblicata sotto forma di DLC. Fu a quel punto che nacque Raiders, un'espansione cooperativa che avrebbe visto come protagonista un vero e proprio esercito di dopplegänger di Lara. Tanto aveva già un clone, quindi perché non introdurne una dozzina o centinaia e accontentare così tutti i giocatori? Con un sistema di gioco basato sulla forza e la velocità degli attacchi corpo a corpo, Raiders sperimentò anche la telecamera isometrica che sarebbe stata alla base di Lara Croft and the Guardian of Light. Della trama, invece, era stato stabilito ben poco, se non che sarebbe stata ambientata all'interno di una base nella zona sud-ovest dell'America.

Tomb Raider: Ascension

Lara Croft and the Guardian of Light non era però l'unico progetto a cui Crystal Dynamics stava lavorando in quegli anni : all'inizio del 2009 il team aveva iniziato a ragionare anche su come sarebbe dovuto essere il nuovo Tomb Raider 9, che oggi conosciamo come il reboot del 2013. All'epoca il titolo del progetto era un altro, ovvero Tomb Raider: Ascension, e i primi concept di gioco sono stati descritti con dovizia di particolari dagli stessi sviluppatori nel libro digitale Tomb Raider - The Final Hours.

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Nell'ambito di un ripensamento generale della serie, il direttore creativo Tim Longo iniziò allora a lavorare tenendo in mente due fonti d'ispirazione principali: Resident Evil e i due titoli sviluppati da Fumito Ueda, ovvero Ico e Shadow of the Colossus. Nell'idea originale Lara si sarebbe così ritrovata su un'isola deserta, abitata da fantasmi e mostri, in compagnia di Izumi, una bambina di sei anni con il potere di manipolare l'acqua (il suo nome in giapponese significa "fontana"). Dopo qualche mese, però, emersero difficoltà nell'implementazione di un gameplay cooperativo asimmetrico, e Izumi venne prima rimpiazzata da una scimmia per poi essere cancellata del tutto dal gioco. A quel punto divennero preponderanti gli altri due elementi, ovvero la spinta horror e le creature gigantesche che popolavano l'isola. Riprese da Shadow of the Colossus, queste avrebbero dato vita a un sistema di combattimento simile a quello di God of War, e Lara avrebbe potuto spostarsi e affrontarle anche a cavallo. Tuttavia l'idea non convinse del tutto il team e i primi sondaggi confermarono che il gioco avrebbe potuto avere una pessima accoglienza. Così il concept fu abbandonato e la nuova Lara Croft divenne pian piano quella che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni. Vedendo i risultati sembra essere stata la scelta migliore, anche se non tutti hanno ancora approvato la nuova personalità dell'archeologa inglese. E voi che ne pensate? Vi sarebbe piaciuto giocare Ascension, oppure vi incuriosisce uno degli altri titoli che abbiamo descritto? Fatecelo sapere nei commenti.