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Un giorno da ricordare

Da tempo aspettavamo notizie da Ovosonico, dopo aver osservato incuriositi il loro teaser online sotto forma di puzzle

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   30/05/2017
Last Day of June
Last Day of June
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La scena indipendente italiana sta crescendo rapidamente e non sono pochi i prodotti che dimostrano la presenza di menti brillanti nello stivale quando si tratta di videogiochi. Anche in questa scoppiettante zuppa lavica di sviluppatori, però, i ragazzi di Ovosonico hanno conquistato un posticino speciale, di quelli che ad ogni nuovo annuncio fanno drizzare le antenne di tutti i giornalisti nei paraggi. I motivi sono presto detti: da una parte abbiamo il creative director Massimo Guarini, un veterano dell'industria che ha lavorato a titoli di una certa caratura (tra cui Shadows of the Damned, collaborando con gente del calibro di Suda51 e Mikami) e ha espresso più volte opinioni atipiche e interessanti sui videogiochi e ciò che potrebbero esprimere; dall'altra abbiamo degli sviluppatori talentuosi, che con Murasaki Baby hanno dimostrato un buon misto di visione e abilità. Evidentemente il lavoro di Ovosonico non ha colpito solo noi, perché il team è riuscito ad entrare a far parte della lineup di titoli 505 Games, e il suo ultimo nato, Last Day of June, ci è stato presentato negli uffici di Digital Bros a Milano. Ed è inutile precisare come non si tratti di uno sparatutto vecchio stile o di un videogame che tenta di seguire percorsi già tracciati: Ovosonico ha ormai deciso di imboccare una strada tutta sua, fatta di atmosfera, art direction ricercata e forti emozioni.

Musica e ricordi

Last Day of June parte da una premessa narrativa piuttosto semplice, che si rifà in parte all'idea de Il Giorno della Marmotta (noto film con Bill Murray dove il protagonista era costretto a ripetere all'infinito la stessa giornata) ma la rielabora in chiave più drammatica. Tutto parte da un semplice appuntamento tra Carl e June, una felicissima coppia di innamorati, organizzato dalla ragazza in riva a un fiume al solo scopo di poter dare a Carl il suo regalo di compleanno. Da lì le cose prendono una piega inattesa: June muore in circostanze lasciate (almeno inizialmente) all'immaginario del giocatore, e si controlla Carl su una sedia a rotelle, mentre vaga per la sua ormai solitaria e buia abitazione, alla ricerca di un apriscatole. Da lì inizia l'avventura vera e propria, con Carl che scopre di poter rivivere i ricordi attraverso i dipinti lasciati dalla sua amata e - probabilmente - di essere anche in grado di alterare gli eventi.

Un giorno da ricordare

Ora, le nostre sono in gran parte supposizioni, ma Guarini ci ha dato conferma della presenza di una narrativa ramificata, con più risoluzioni in base alle azioni del protagonista. La premessa è tuttavia solo la punta dell'iceberg, perché Last Days of June contiene numerosi elementi che ci spingono a tenerlo d'occhio con estremo interesse. La narrazione, ad esempio, non ha uno svolgimento lineare ma si struttura a flashback e potrebbe farsi gradualmente più elaborata man mano che si avanza. Non solo: il gioco nasce in realtà dalla musica poiché Guarini e i suoi sono stati ispirati da un video di Steven Wilson (sicuramente Drive Home, visto che Carl ha le stesse caratteristiche fisiche del protagonista, e i personaggi sono stilizzati e privi di fattezze precise nei volti) diretto da Jess Cope - a cui si deve Frankenweenie di Tim Burton. Inoltre Guarini stesso ha fatto di tutto per coinvolgere Wilson e Cope nel progetto, con risultati inizialmente non proprio ottimi.

Un giorno da ricordare

Il passo successivo

Pare infatti che Wilson abbia risposto con un quasi piccato "non amo i videogiochi" (le terminologie usate erano più crude, ma evitiamo di riportarle), almeno finché Ovosonico non ha preparato una demo per dimostrargli come i videogiochi potessero vantare una varietà e poetica paragonabile, se non superiore, a quella degli altri medium. Solo allora Wilson si è aperto al progetto - che Jess aveva invece appoggiato immediatamente - e ha permesso al team di utilizzare le sue musiche per la colonna sonora. Potrebbe sembrare un aneddoto di poco conto, eppure dimostra come la missione di Ovosonico non sia semplicemente creare titoli di qualità, ma quella di elevare il medium, creando progetti capaci di trascendere i preconcetti dei meno informati. Last Day of June si pone dunque un obiettivo tutt'altro che facile: spiccare all'interno di un genere dove i prodotti eccelsi non mancano - quello dei titoli prevalentemente narrativi - grazie alla sua art direction, al suo sonoro (che al di là delle musiche fantastiche non sfrutta dialoghi parlati, ma semplici versi che ben si sposano alla semplificazione anatomica dei personaggi) e alla sua singolare struttura narrativa, la cui validità è peraltro ancora tutta da dimostrare.

Un giorno da ricordare

È un bene dunque che l'art direction sia riuscita a colpirci positivamente dopo pochissimi secondi, in virtù di un uso splendido dei colori e di un particolare filtro che fa sembrare le scene un dipinto in movimento. Non che il gioco sia solo storia, peraltro: ci sono dei puzzle, e le azioni che Carl compie su certi oggetti modificano alcuni aspetti della storia, un elemento che sarà plausibilmente fondamentale per la risoluzione delle vicende che lo vedono protagonista. Anche la sedia a rotelle è un aspetto da non sottovalutare; pochi titoli hanno osato concentrarsi su un personaggio disabile, e se ben inserita all'interno della trama la situazione di Carl potrebbe moltiplicare esponenzialmente l'impatto degli eventi. Insomma, pare sia il caso ancora una volta di dare fiducia ad Ovosonico. Non resta che aspettare altre nuove sul loro ultimo pargolo.

Un giorno da ricordare

CERTEZZE

  • Direzione artistica notevole
  • Interessante struttura narrativa
  • Musiche splendide che ben si sposano alle immagini

DUBBI

  • La maturità artistica di Ovosonico è ancora da dimostrare
  • Quanto valida sarà in effetti la storia?