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E3 2017: cosa non ha funzionato

Gli eventi che ci hanno fatto storcere il naso

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   26/06/2017

L'E3 2017 è stata una fiera deludente in linea generale. Qualcosa di buono si è visto, ma chiunque ci sia stato concorda nel dire che non è più l'evento di un tempo e che, anzi, andrebbe profondamente rivisto per tornare ad avere senso. Comunque bando alla tristezza e cerchiamo di capire cosa è andato davvero storto, ossia il peggio di quanto accaduto in fiera, tra annunci mancati, scuse ridicole, il web che dà il peggio di sé e scenette memorabili, purtroppo non in senso positivo.

Pochi annunci di nuovi giochi

Da cosa nasce il mito dell'E3? Da pagine e pagine di riviste di settore piene di anteprime di giochi inediti che facevano sognare i videogiocatori per tutto l'anno a venire. Con il tempo le pagine sono diventate schermate di siti web, ma il fulcro dell'interesse collettivo era rimasto lo stesso: i nuovi giochi. Poi qualcosa è cambiato: con il passare degli anni l'E3 ha destato sempre meno l'interesse dei publisher, che gli hanno preferito altre forme di presentazione, favoriti dal diffondersi dei social network e motivati dalla presa di coscienza che un evento dedicato attira maggiormente l'interesse di stampa e pubblico di un annuncio fatto in mezzo a decine di altri annunci. Così l'E3 si è trasformato, diventando sempre più una vetrina per titoli già conosciuti. L'edizione di quest'anno ha spinto questa tendenza al parossismo, con i nuovi annunci che si sono letteralmente contati sulle dita di una mano. Non per niente la fiera è stata considerata vinta da Nintendo per il semplice fatto che durante il suo Spotlight ha annunciato più giochi degli altri, anche se i più importanti, Metroid Prime 4 e il Pokémon per Switch, senza gameplay. Il resto, tranne poche eccezioni, è stato noia. No, non abbiamo scritto gioia, ma noia noia noia, maledetta noia!

Le esclusive di Microsoft

Microsoft deve recuperare su Sony, c'è poco da discutere. PlayStation 4 vende più di Xbox One, c'è poco da discutere anche qui. Per questo molti credevano che lo svelamento di Xbox One X sarebbe stato accompagnato da quello di nuovi titoli esclusivi di studi first party, così da rilanciare la corsa al vertice della generazione. Invece niente di niente. C'era Forza Motorsport 7. Bello, bellissimo, ma non basta, soprattutto di fronte a un Crackdown 3 fortemente ridimensionato nelle aspettative e a uno State of Decay 2 che sembra essere ben fatto, ma che non è certo in grado di mostrare la potenza della nuova macchina. Vero è che non sono necessariamente le esclusive a vendere una console e che Xbox One X può fare benissimo anche presentandosi come la console tecnologicamente più avanzata sul mercato, quella ciò che fa girare meglio i multipiattaforma. Però da videogiocatori non possiamo che essere delusi da tanto attendismo, anche se ne apprezziamo la concretezza di fondo. Sony non ha fatto molto meglio, ma partiva con un'offerta base di esclusive più ricca... e poi è Microsoft che, in questa fase, sta inseguendo, quindi è a lei che toccano gli sforzi maggiori. Comunque non disperiamo, perché Spencer ha promesso che ci sono molte esclusive in sviluppo per Xbox One e che nei prossimi mesi/anni ne sapremo di più.

Il morboso caso della streamer Laura Lania

Laura Lania è (a questo punto è meglio dire che era) una streamer Twitch molto seguita... troppo seguita. Dopo un party all'E3 2017 la ragazza è sparita per ventiquattro ore, scatenando i suoi fan preoccupatissimi per la sua sorte. Sono partite delle vere e proprie indagini per scoprirne la sorte. Fin qui sembra che non sia successo niente di particolare e, anzi, il web sembra farci una gran figura. La verità è che già nella fase della preoccupazione si era manifestata una morbosità patologica, visto che non c'erano basi concrete per pensare a chissà quale tragedia occorsa alla Lania. Molti davano infatti per scontato che le fosse successo qualcosa, mentre in realtà la ragazza si stava facendo solo gli affari suoi, com'era in suo diritto. Il vero dramma però è iniziato con la sua riapparizione. I suoi fan hanno infatti preteso di sapere cosa avesse fatto nel tempo passato "offline". Non scenderemo nei dettagli, perché non ci interessano. Diciamo solo che le sue spiegazioni non sono state accettate e che è partita una vera e propria indagine, condotta da una specie di santa inquisizione del web, che ha fatto di tutto per dimostrare che avesse tradito il suo ragazzo con un altro uomo. Da questa sono derivate accuse, offese e minacce che l'hanno portata ad abbandonare completamente la scena. Insomma, i patetici moralisti del web hanno compiuto un'altra grande impresa, entrando machete in mano nella vita privata di una persona per distruggerla. Pare che la cosa gli dia grande soddisfazione.

Sony e le scuse per la mancata concessione del cross-platform di Rocket League

Il fatto: durante l'E3 Microsoft ha annunciato di voler unificare l'esperienza online di Minecraft, aprendolo al cross-play tra tutte le versioni... tranne una: quella PlayStation 4. Sony, perseguendo la sua politica di chiusura rispetto al cross-play, si è infatti rifiutata di avallarlo. Ovviamente qualcuno gliene ha chiesto conto, ottenendo una risposta francamente ridicola da Jim Ryan, il presidente di SCEE, che ha parlato di un rifiuto dovuto alla tutela dei bambini. Secondo lui Sony non consentirebbe il cross-play perché non può tenere sotto controllo i servizi del gioco fuori dall'universo PlayStation : "Esporre quelli che per la maggior parte dei casi sono bambini a influenze esterne su cui non abbiamo controllo, è qualcosa a cui dobbiamo pensare molto attentamente." Le affermazioni di Ryan sono evidentemente una scusa, come sottolineato dall'irrisione generale ricevuta. Microsoft di suo ha risposto in modo molto piccato, perché le parole di Ryan presuppongono che le comunità di Xbox e Nintendo non siano controllate (Nintendo ha concesso il cross-play della versione Switch). La risposta migliore è però arrivata dagli sviluppatori di Rocket League, Psyonix, che da tempo chiedono a Sony, senza ottenerlo, l'apertura al cross-play per il loro gioco: "Capiamo la loro posizione. Vogliono prendersi cura dei loro giocatori. Ma dal nostro punto di vista, se PlayStation consente il cross-play con il PC, che è la meno regolata delle piattaforme, averlo anche con Xbox e Switch non dovrebbe essere un problema, visto che sono piattaforme molto più regolate." Sì, insomma, ammettete che non volete farlo per non favorire gli avversari aprendogli le porte della vostra comunità, che ha anche senso, ma non raccontateci favole, grazie.

La gestione del pubblico pagante

Come saprete l'edizione 2017 dell'E3 è stata aperta anche al pubblico pagante. Ben 15.000 non addetti ai lavori hanno potuto affollare la fiera... che però non è stata ripensata in loro funzione. Il risultato è stato un mezzo disastro, con poche postazioni da gioco dietro alle quali si sono formate code di ore e ore per giocare una manciata di minuti. Molti sono riusciti a provare massimo due/tre giochi al giorno, esprimendo in seguito la loro estrema frustrazione per un evento molto costoso (il biglietto d'ingresso costava dai centocinquanta dollari in su) che non gli ha dato nulla. Contemporaneamente anche gli addetti ai lavori si sono lamentati per i disagi creati dal maggiore e mal gestito afflusso di pubblico. Insomma, è stato un disastro su tutta la linea, che si spera insegni qualcosa all'organizzazione, così che l'anno prossimo non ripeta gli stessi errori. Se volete ammettere il pubblico, imparate dalla Gamescom.

E3 2017: cosa non ha funzionato

Momento imbarazzante: Shigeru Miyamoto sul palco di Ubisoft

A Shigeru Miyamoto possiamo perdonare davvero tutto. Gli vorremmo bene e manterremmo immutata la stima che abbiamo per lui anche se ci investisse con l'auto o dicesse che è un nostro lettore. In fondo è il papà di Super Mario e, anche se ultimamente svolge più che altro una funzione di rappresentanza, il suo contributo al mondo dei videogiochi è stato innegabile. Però l'apparizione sul palco di Ubisoft, dove si prodigato in una terribile scenetta con il CEO del publisher francese, Yves Guillemot, per presentare Mario + Rabbids... Bene inteso: il gioco c'è piaciuto, il fatto che abbia un'anima italiana ci ha gasato e di nostro speriamo di vedere altre collaborazioni simili, soprattutto se si traducono in prodotti freschi e vivaci. Ciò non toglie che vedere un grande maestro ridursi a fare scenette del genere mette un po' tristezza.