Nel nostro speciale pre-E3 avevamo scritto che questa, dopo anni di attesa, sarebbe potuta essere la fiera giusta per rivedere Metroid Prime e Retro Studios. In effetti un breve trailer di Metroid Prime 4 è stato mostrato, non accompagnato però dal logo della software house texana. In molti hanno comunque dato per scontato l'accoppiamento: per questo la notizia che Metroid Prime 4 esiste ma non è sviluppato da Retro Studios, informazione divulgata poche ore dopo l'annuncio da Kensuke Tanabe, ha lasciato interdette molte persone.
Interdette e preoccupate a molteplici livelli, perché una certezza - rappresentata dal duo Metroid/Retro Studios - si è improvvisamente tramutata in una doppia incognita: Samus Aran senza texani preoccupa quanto i texani senza Samus Aran. Per ragioni diverse che affronteremo tra poco, e in modo inevitabilmente separato. Da questa situazione incerta e inattesa estrapoliamo comunque una verità interessante: questo divorzio ha originato due potenziali grandi titoli, laddove in alternativa ne avremmo avuto uno solo. Nel 2015 un noto insider, Liam Robertson, aveva detto che Retro Studios da più di un anno stava lavorava a un nuovo progetto, aggiungendo alcune interessanti informazioni: secondo le sue fonti sarebbe stato un videogioco proposto da Retro Studios e approvato da Nintendo, il che avrebbe implicitamente escluso un Metroid Prime, o comunque un Metroid Prime in prima persona, al quale la software house non sarebbe stata più intenzionata a lavorare. Liam Robertson oltre ad aver fornito tante anticipazioni veritiere ha anche divulgato varie castronerie - per le quali è stato anche cacciato da NeoGAF - ma, almeno in questo, aveva ragione. E ora, che succede?
Chi sta facendo Metroid Prime 4?
In questo vecchio pezzo avevamo spiegato piuttosto dettagliatamente perché Metroid, nonostante il prestigio del brand e l'affetto degli appassionati, abbia ricevuto un trattamento diverso rispetto ad altre serie altrettanto importanti. In poche parole, e sintetizzando notevolmente, il tutto è dovuto al trionfo (ormai lontano nel tempo) del team di Miyamoto su quello di Gunpei Yokoi: un trionfo che ha portato tante conseguenze positive, ma allo stesso tempo, e forse indirettamente, ha condotto a un silente ostracismo dei giochi R&D1: tra i più rappresentativi Kid Icarus, Wario Land e, appunto, Metroid. Tutti brand che, a differenza di Super Mario e The Legend of Zelda, ma anche di Mario Kart o Animal Crossing, non hanno mai avuto un team interno "dedicato". Metroid sembrava aver trovato una nuova mamma in Retro Studios, ma come ormai sappiamo il meraviglioso idillio è durato un solo quinquennio (o poco più, considerando anche i tempi di sviluppo), e cioè dal 2002 al 2007. Questo è dipeso da una parte dai cambiamenti interni a Retro Studios, nonché dal loro desiderio di sperimentare altri generi; dall'altra dalla volontà di Yoshio Sakamoto, il padre putativo di Metroid, che non ha mai pienamente accettato la direzione americana del brand, tanto da dire che, parafrasiamo, i Prime sono sì ottimi giochi, ma non sono puramente dei Metroid.
Sakamoto la sua occasione d'oro l'ha avuta con Metroid: Other M, e non l'ha saputa sfruttare appieno; adesso è coinvolto nella supervisione del prossimo Metroid: Samus Returns, ma probabilmente non avrà alcun ruolo chiave nella progettazione di Metroid Prime 4. Cosa sappiamo di quest'ultimo videogioco, il cui trailer non ha svelato nulla se non l'esistenza stessa dell'opera? Be', innanzitutto che chiunque lo stia sviluppando ha ben chiaro cosa sia Metroid. Le parole chiave comunicate da Nintendo alla stampa sono "azione, esplorazione ed isolamento", che inquadrano il brand molto bene (Metroid: Other M non si erano concentrato su due di questi aspetti, ad esempio). Sappiamo anche che il gioco sarà in prima persona, perché come genere è stato indicato "First Person Adventure". Lo sviluppatore è ancora avvolto nell'ombra, ma abbiamo alcune coordinate: come nei progetti interni è chiamato genericamente "Nintendo", e sappiamo anche che è un team nuovo, inedito. A produrre il tutto c'è il già citato Kensuke Tanabe, che ha ricoperto lo stesso ruolo per tutta la trilogia di Metroid Prime (e anche in Federation Force). Sostanzialmente impossibile dedurre con certezza chi si stia occupando della serie, ma, dovendo tirare ad indovinare, l'ipotesi più probabile è che sia una squadra appositamente creata, attingendo da vari team interni (e non solo, forse), sotto la guida di Masahiro Sakurai. Sakurai è il papà di Super Smash Bros. e Kirby, e dal 2014 ormai non pubblica niente. Non ha esperienza con Metroid, ma è un game designer di talento che gode della massima fiducia di Nintendo (era il pupillo di Satoru Iwata): Tanabe inoltre ha già lavorato con Sakurai, e proprio alla produzione di Super Smash Bros. Brawl, altro gioco per cui venne allestito un "super team" - poi subitaneamente smantellato al termine del progetto. Per Sakurai significherebbe lavorare al quarto brand Nintendo della sua carriera, perché, oltre ai titoli già citati, ha anche diretto Kid Icarus: Uprising.
Nel frattempo, in Texas...
Non è nostra intenzione ripercorrere in questo paragrafo l'intera storia di Retro Studios, tuttavia è doveroso ricordare come quest'azienda non abbia mai attraversato lunghi periodi di pace. Basti pensare che tra il 1998 e il 2002, ovvero tra la fondazione della società e l'uscita del primo gioco, il numero di dipendenti è passato da quattro a duecento, per poi dimezzarsi nuovamente una volta cancellati tre dei quattro prototipi sviluppati. Sulla serietà e la dedizione di Retro Studios c'erano tanti dubbi - alimentati da altrettante voci di corridoio - eppure Metroid Prime è tuttora considerato uno dei migliori giochi usciti in questa prima parte di secolo. Fino al 2007, ovvero fino alla conclusione della moderna trilogia di Samus Aran, le cose sono state abbastanza tranquille. Nel 2008 però tre figure chiave hanno lasciato la software house: Mark Pacini, Todd Keller e Jack Mathews. Hanno fondato Armature Studios, con la quale non hanno ancora realizzato giochi degni della loro fama; Retro Studios al contrario, nonostante lo stillicidio, è riuscita comunque a dare alla luce Donkey Kong Country Returns (nel 2010). Pubblicato il platform col gorilla, hanno lasciato altri quattro membri importanti, ovvero Kynan Pearson, Mike Wikan, Bryan Walker e Tom Ivey. Retro non ha avuto particolari oscillazioni nel numero complessivo di dipendenti dal 2001 in poi, si è passati da un minimo di sessanta a un massimo di cento; l'anno scorso, stando ai resoconti di alcuni insider, avrebbe finito il 2016 con 70-80 dipendenti.
Completato Donkey Kong Country Returns, per sopperire alle partenze (non solo quelle più famose), ha assunto vari nuovi membri, alcuni provenienti da Naughty Dog, altri da Midway Austin e Vigil Games (autori di Darksiders). Questa "nuova" Retro Studios, con vari nuovi talenti e deprivata dei membri storici, ha contribuito al track design di Mario Kart 7 e ha realizzato il seguito di Donkey Kong Country Returns, ovvero Tropical Freeze. Che, oltre ad essere uno dei migliori platform bidimensionali mai edificati coi poligoni, è anche uno dei giochi più sottovalutati della scorsa generazione. Da quel lontano 2014 di Retro Studios non abbiamo più notizie ufficiali, ma da allora non ci sono stati altri abbandoni importanti, e quindi è lecito immaginare che da tre anni l'azienda, col "nuovo" team di giovani veterani, sia al lavoro su un nuovo progetto per Nintendo Switch. Ora sappiamo per certo che non è Metroid Prime 4, e scommetteremmo anche che non si tratta di Donkey Kong Country Returns 3: questo perché Tanabe, oltre ad aver detto (nel 2014) che Retro sta lavorando ad un nuovo gioco, ha anche specificato che non sa esattamente quale sia, implicando che non sia impegnato nella sua produzione. E lui, oltre a tutti i Metroid Prime, ha prodotto anche tutti i Donkey Kong Country Returns. Le alternative più probabili sono due: o si tratta di una nuova proprietà intellettuale, oppure dell'ennesima riesumazione di un vecchio brand impolverato, nel qual caso potrebbe calzare a pennello la candidatura di StarTropics (che era di R&D3, un'altra vittima di Miyamoto insomma). Le nostre ultime notizie sul nuovo lavoro risalgono a qualche settimana fa, e provengono da Alexander Brandon, il compositore appena assunto dai texani, in passato responsabile delle colonne sonore di Deux Ex, Thief e Unreal: ha dichiarato su Facebook che il team è meraviglioso e il progetto "incredibilmente eccitante", ma non ha aggiunto altro. In conclusione, se l'abbinamento Metroid Prime 4 - Retro Studios sarebbe stato una (illusoria?) certezza, adesso ci ritroviamo con due grandi incognite, che si chiarificheranno tra il 2018 e il 2019. Due incognite con tanto talento alle spalle, comunque: una in Oriente, l'altra in Occidente.