Anche quest'anno la sfida di Konami per cercare di riportare la sua serie calcistica ai livelli di un tempo si preannuncia piuttosto dura. Anche perché il trend, quello cioè che ai sensibili passi in avanti fatti registrare da PES in questi anni, ha visto sempre corrispondere una contemporanea crescita della serie FIFA, che è così riuscita a mantenere le distanze praticamente invariate in termini di qualità, sembra destinato a rimanere invariato. Se questa stagione sarà diversa, solo il tempo potrà dirlo. Intanto, in attesa di poter mettere le mani su versioni definitive di entrambi i giochi, abbiamo giocato con la beta online di Pro Evolution Soccer 2018, che l'azienda giapponese ha reso disponibile per tutti, per testare principalmente i server e un paio di modalità online. Un'occasione però ghiotta secondo noi anche per provare a farsi un'idea generale sulla giocabilità.
La cooperativa del gol
Dopo il primo giorno caratterizzato da problemi di connessione e stabilità dei server, la situazione è via via migliorata grazie agli interventi più o meno quotidiani dei tecnici di Konami. Attenzione però, non tutto è filato liscio, ma rispetto all'inizio, si è potuto giocare con una certa frequenza. In questo modo abbiamo avuto la possibilità di testare il gioco sia nella classiche partite uno contro uno che nell'interessante modalità 3 contro 3. Quest'ultima, a parte i problemi del primo giorno, ha funzionato abbastanza bene, ed è stato possibile disputare fino alla fine più di una ventina di incontri. Ci sono però stati sporadici rallentamenti, qualche problema di lag nei momenti più caotici di alcune gare e una disconnessione a inizio secondo tempo. Per quanto riguarda il matchmaking, è sembrato funzionare discretamente già da adesso, anche per quanto concerne la considerazione dei punti guadagnati e quindi delle "caratteristiche" acquisite dal videogiocatore, nella scelta poi successiva dei suoi futuri compagni di gara. In pratica durante ogni partita giocata da un utente, il sistema tiene conto di fattori come gli assist riusciti, i gol fatti, i tiri pericolosi, i tackle e quant'altro, per attribuirgli dei punti che sommati a fine gara permettono di sbloccare e migliorare parametri quali l'affidabilità, lo stile di gioco, l'abilità nei passaggi o nel gioco di copertura, e così via. In questo modo, nella partite successive, il matchmaking cercherà giocatori con caratteristiche simili o complementari da affiancare tra di loro, così che questi ultimi possano esprimersi al meglio e godersi la partita senza dover bestemmiare in aramaico contro magari un tipo pescato per caso, che vuole fare lo splendido e giocare solo per se stesso, rovinando l'esperienza agli altri.
Zitti e pedalare
Battute a parte, il discorso ci permette di introdurre quello relativo alla giocabilità. E' vero che la demo non è stata rilasciata a questo scopo, come scritto in apertura di articolo, ma lo stesso ci ha consentito di notare alcuni elementi specifici del gameplay del nuovo PES. Difficile ovviamente fare un'analisi completa su un prodotto non ancora finito e peraltro limitato a qualche match e due sole squadre. Ad ogni modo, abbiamo trovato la giocabilità molto simile a quella del capitolo precedente, e da un lato ci sono piaciuti i tiri tesi dalla distanza, che ci hanno restituito la sensazione di una certa potenza e pesantezza della sfera, una certa "fisicità" degli atleti nella gestione della palla e il ritmo di gioco come sempre ragionato. Dall'altro non ci hanno convinto affatto alcuni strani rimbalzi della sfera durante i passaggi o qualche altro tipo di conclusione a rete, i movimenti dei portieri, che nei voli a mezza altezza sembrano mancare di qualche animazione di raccordo, specie durante il balzo e la ricaduta verso terra, e la tendenza delle difese a lasciarsi come in passato scavalcare dai tagli in verticale alti. Inoltre abbiamo avuto la sensazione che permanga ancora qualche binario, che certi movimenti generali siano poco fluidi e macchinosi, e che a volte per compiere un semplice gesto, i calciatori debbano fare troppi "passaggi" innaturali. Per non parlare della lacunosa risposta ai comandi. Per il resto, bella davvero la grafica, come sempre molto curata in ogni minimo dettaglio, compresi gli elementi di contorno, che già da adesso ci è invece parsa superiore a quella di PES 2017. Anche se per dare un giudizio completo in tal senso, dobbiamo aspettare una versione più "definitiva".
Allo stato attuale PES 2018 ci è parso un capitolo forte sotto il profilo visivo, un po' meno da quello del gameplay, dove necessita di qualche limatura. Vero è però che la demo in questione potrebbe essere ingannevole, visto che serviva più che altro come banco di prova per i server: da questo punto di vista Konami secondo noi passa l'esame con riserva, dato che anche qui deve lavorare al meglio per rendere il tutto più performante.
CERTEZZE
- Graficamente molto curato
- Il matchmaking ha buone potenzialità se ben sviluppato
- Dopo qualche difficoltà iniziale, i server sono sembrati poter reggere...
DUBBI
- ...ma c'è bisogno ancora di parecchio lavoro per renderli più stabili e performanti
- Giocabilità non dissimile dal predecessore, ma comunque tutta da verificare con più calma
- Permangono alcuni dei difetti ormai classici della saga