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Il passato alternativo di Close to the Sun

Primo incontro, e prima prova, del nuovo progetto dei ragazzi di Storm in a Teacup

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   06/09/2017
Close to the Sun
Close to the Sun
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Annunciato con un trailer molto evocativo qualche giorno prima dell'apertura della Gamescom, proprio alla fiera di Colonia abbiamo avuto l'opportunità di vedere e giocare il primo prototipo di Close to the Sun, il nuovo lavoro dei ragazzi di Storm in a Teacup che, dopo essersi fatti conoscere al grande pubblico con NERO, sono pronti a tornare sul mercato con un progetto completamente differente. Close to the Sun è infatti un survival horror alla Amnesia ma con un forte debito di riconoscimento nei confronti dei walking simulator in stile Firewatch, dove il giocatore dovrà cercare di evitare a tutti i costi ogni minaccia, muovendosi all'interno di un ambiente ostile ma contemporaneamente ricco di fascino. Rispetto al titolo seminale di Red Barrel, il progetto della software house italiana ha però dalla sua parte due elementi che potrebbero donargli una precisa originalità e autonomia.

Il passato alternativo di Close to the Sun

Innanzitutto c'è un'ambientazione davvero particolareggiata e ricca di charme che sembra avvicinare il titolo alle soluzioni artistiche adottate da Irrational con la saga di BioShock grazie a un sapiente uso dei font di ispirazione futurista e una palette cromatica unita a un'iconografia che si ricollega al periodo a cavallo tra gli anni '20 e '30. In realtà, però, Close to the Sun è ambientato in un passato (se utopico o distopico, ancora non ci è molto chiaro), dove le invenzioni di Nikola Tesla hanno plasmato l'umanità grazie a un'evoluzione fantascientifica ben diversa da quella vissuta realmente nel secolo scorso. In particolare il gioco si svolge a bordo di una gigantesca nave costruita proprio dall'inventore per fini di ricerca e dove ci imbarchiamo, nei panni di Rose Archer, su esplicita richiesta di nostra sorella Ada che su questo battello lavora compiendo esperimenti scientifici.

Il passato alternativo di Close to the Sun

Nella generosa demo che il team di sviluppo ci ha fatto provare, e di cui è possibile ammirare qualche estratto nel trailer ufficiale distribuito qualche giorno prima della fiera tedesca, è ben evidente come, appena messo piede sul battello, ci rendiamo conto che qualcosa non sia andato per il verso giusto, esattamente come avveniva nei primi minuti del capolavoro di Ken Levine, BioShock. L'arredamento è distrutto, fumo e scintille fuoriescono da ogni congegno meccanico, le paratie della nave sono piene di crepe e più in generale intorno a noi ci sono solo morti mutilati, strisce di sangue e un silenzio irreale. Con un piccolo espediente narrativo potremo assistere ad alcune scene di vita "normale", rivivendo così i fasti di questa nave ma, trascorsi alcuni istanti di gameplay, ci renderemo conto, nel peggiore dei modi, che una entità non meglio definita ci sta dando la caccia, esattamente come ha dato la caccia a suo tempo agli altri ospiti dell'imbarcazione.

Il passato alternativo di Close to the Sun

Una fuga eterna?

Non vogliamo approfondire troppo la componente narrativa per evitare qualsivoglia spoiler anche perché la demo mostrava un suo preciso arco storico con tanto di colpo di scena finale e, chiacchierando con il team, ci è parso abbastanza chiaro che proprio la trama potrebbe essere modificata anche in modo sostanzioso nel lungo tempo che ci separa dall'uscita del prodotto. Ci interessa però focalizzarci un poco di più sul gameplay di Close to the Sun visto che all'inizio di articolo abbiamo evidenziato che, pur rimanendo un survival horror con visuale in prima persona dove la componente "angoscia" è predominante e il rischio di morire è sempre dietro l'angolo, c'è più di qualche elemento che avvicina il progetto ai "simulatori di camminata" dal ritmo più rilassato e con una componente esplorativa più spiccata.

Il passato alternativo di Close to the Sun

Durante la demo ci siamo ritrovati infatti in più occasioni dove l'unico scopo era ammirare lo splendido scenario oppure assistere a ricordi di un passato non troppo lontano dove il battello era nel pieno del suo splendore e la vita a bordo scorreva via felice e opulenta. Ma non sono mancante anche fasi più "attive" dove l'obiettivo non era però evitare la minaccia di morte ma esplorare lo scenario alla ricerca di lettere o ritagli di giornale per il puro gusto di approfondire la trama, oppure di indizi e ingranaggi essenziali per aprire porte o disattivare marchingegni meccanici. Sembra infatti che Close to the Sun abbia una spiccata propensione per gli enigmi ambientali: il suo gameplay non dovrebbe infatti risolversi nella fuga a gambe levate ad ogni apparizione della presenza demoniaca ma si dovrebbe arricchire di fasi esplorative e momenti in cui il giocatore dovrà aguzzare l'ingegno per aprirsi la strada verso la sezione successiva della nave.

Il passato alternativo di Close to the Sun

Ovviamente quale sarà il ritmo finale dell'esperienza è davvero troppo presto per dirlo ma, se non altro, abbiamo apprezzato la deviazione su un tema che da un po' troppo tempo sta cominciando a diventare saturo ed eccessivamente ricorrente. Se quindi in termini di atmosfera, taglio artistico e gameplay, Close to the Sun si presenta già in un buono stato e con le delle idee ben precise, è sul fronte tecnico che abbiamo notato qualche mancanza. Innanzitutto i comandi sono davvero poco reattivi, mentre i movimenti e le animazioni dei personaggi sono eccessivamente legnosi, in particolare nei frangenti più "narrativi" dove si nota una qualità inferiore alla media delle produzioni indipendenti più recenti. Fortunatamente fanno da contraltare gli splendidi ambienti e un buon lavoro su tutta l'effettistica oltre al già citato, ottimo comparto artistico. Seguiremo sicuramente da vicino l'evoluzione del progetto che, vi ricordiamo, dovrebbe arrivare sul mercato PC, PlayStation 4 e Xbox One nel corso del 2018, probabilmente nella seconda metà dell'anno.

Close to the Sun è un altro progetto tutto italiano che dimostra con forza come il nostro paese stia finalmente muovendo degli importanti passi nella giusta direzione dello sviluppo videoludico. Il suo gameplay è già ben definito e, nonostante sia derivativo di un paio di generi da tempo molto affermati sul mercato, riesce a offrire qualche interessante spunto di originalità. Assolutamente ottimo invece il comparto artistico che in più di un'occasione ci ha ricordato, con grazia, il meraviglioso immaginario iconografico di BioShock. Rimaniamo quindi molto curiosi di vedere come si evolverà il suo sviluppo speranzosi che il progetto possa regalarci delle belle esperienze in futuro.

CERTEZZE

  • Un comparto artistico curato ed evocativo
  • Sembra esserci un ottimo sostrato narrativo
  • Il gameplay da survival horror è arricchito da momenti esplorativi ed enigmi ambientali

DUBBI

  • I comandi sono poco reattivi
  • C'è ancora molto lavoro da fare sui personaggi e le animazioni