In tutti questi anni ci è capitato di presenziare a eventi di ogni tipo: dai press tour in giornata per vedere qualche slide e ricevere una veloce infarinatura su una nuova proprietà intellettuale fino ad arrivare a partecipare a eventi della durata di una settimana, chiusi in qualche hotel a testare ogni singola sfaccettatura di un gioco per la recensione. In tutto questo però il minimo comune denominatore era la volontà da parte di sviluppatori e publisher di mostrare un prodotto, o una parte di esso, completa e fruibile che lasciasse intravedere spiragli e potenzialità sempre molto allettanti. Difficilmente, infatti, le build messe a disposizione presentano parti mancanti e, ad eccezion fatta per qualche bug, di solito ci si trova per le mani al massimo una demo completa di una piccola sezione. Era inimmaginabile che qualcuno si fidasse a tal punto della sua produzione da presentare alla stampa una versione giocabile in condizioni preliminari o, addirittura, senza alcuni degli elementi portanti, almeno questo fino ad oggi. DICE ed Electronic Arts hanno infatti organizzato un test, a cui abbiamo partecipato in esclusiva italiana, per provare in anticipo l'atteso terzo pacchetto di espansione per Battlefield 1. Fin qui tutta normale amministrazione, se non fosse che, una volta entrati sui server, ci siamo trovati davanti una build completamente priva di effetti e texture mettendoci nella posizione di poter valutare finalmente il titolo solo per il suo gameplay, senza specchietti per le allodole a distrarci. Il risultato? Più sorprendente del previsto.
Gameplay First
Ci vuole coraggio a prendere uno degli aspetti più dirompenti di Battlefield 1 e strapparlo con forza dal gioco. Un'operazione possibile solo per chi sa di avere per le mani un gioco dalle qualità indiscusse e che con questo terzo pacchetto di espansione tenterà di migliorarne ulteriormente la reputazione. I due precenti DLC, They Shall not Pass e In the Name of the Tsar, hanno fatto registrare buoni numeri e sono andati incontro ai gusti dei giocatori, una sequenza non semplice da replicare per gli ultimi due pacchetti rimasti. DICE ha allora ben pensato che con Turning Tides le cose dovessero diventare ancora più spettacolari e coinvolgenti ed ecco che i grandi oceani diventano protagonisti di questa espansione. Abbiamo avuto modo di giocare principalmente su due mappe: Cape Helles e Achi baba, entrambe in modalità conquest. La nuova ambientazione prende come riferimento l'invasione da parte delle truppe britanniche di Gallipoli nel 1915: potremo giocare impersonando i soldati britannici e gli ottomani in un'invasione che poco ha da invidiare a quel famoso sbarco in Normandia che ha reso infelicemente celebre la seconda guerra mondiale. Lo sbarco dei soldati britannici, esattamente come quello delle forze alleate, fu un vero disastro in termini di vite umane, soprattutto viste le potenti contromisure navali adottate dall'esercito turco che decimarono la flotta inglese. Battlefield 1 ci propone quindi un attacco complesso da mettere a segno, con le imbarcazioni che devono essere sfruttate come mezzo di trasporto, e di respawn, dalla SS River Clyde fino alla spiaggia. Da lì in po, sarà indispensabile conquistare i sette punti di controllo disponibili e mantenerli il più a lungo possibile: le forze in difesa potranno tornare in vita solo dai punti di controllo o dai propri compagni di squadra, una regola che vi permetterà quindi di chiudere la partita con largo anticipo nel caso riusciste ad avere il pieno controllo della spiaggia in breve tempo. L'impresa non è comunque una di quelle semplici vista l'immensità della nuova area di gioco e anche il territorio tenterà di mettervi i bastoni tra le ruote: Cape Hellas è infatti ricco di saliscendi e di trincee, un luogo perfetto per continue imboscate e scontri ravvicinati. I cecchini, tuttavia, non devono disperare perché dalle colline che costeggiano tutta la spiaggia non sarà complesso massacrare i nemici sia nelle primissimi fasi dello sbarco sia durante l'arrivo dei rinforzi. I 250 ticket degli attaccanti vengono bruciati abbastanza velocemente se non si fa un po' di attenzione ma è tutto lo scontro che sembra non voler mai dare un attimo di tregua: il ritmo è sempre alto e sostenuto e sparse su tutto l'area di battaglia troviamo mitragliatrici fisse e cannoni da poter utilizzare a proprio piacimento e non mancano nemmeno i velivoli per falciare velocemente la fanteria o bombardare i punti meglio difesi. Dal mare continuano ad arrivare cannonate ed è possibile far uso anche di un dreadnought navale, particolarmente ostico da arrestare. Prendendo spunto dai racconti di guerra è stato anche inserito un forte diroccato, pronto per divenire zona di duelli ravvicinati. Achi Baba è invece più a portata della fanteria e lanciafiamme e assaltatori la faranno da padrone a causa delle strettissime vie che portano alle aree di controllo. Un assalto molto difficile da portare a termine dato che il dislivello dal punto di arrivo a quello di conquista è elevato e che i difensori, proprio per questo motivo, avranno tutto il tempo di prepararsi e decimare gli attaccanti mentre questi avanzano inesorabilmente.
Un ritmo invidiabile
Non vogliamo però entrare troppo nei dettagli di quello che questa versione preliminare ci ha proposto, piuttosto soffermarci su quanto dicevamo all'inizio e cioè di quanto Battlefield 1 sia in realtà estremamente divertente da giocare anche senza tutta la maestosità visiva del Frostbite Engine. Ci siamo trovati a giocare per circa sei ore, su mappe prive di un sistema di illuminazione completo, senza effetti grafici e senza alcuna texture ad abbellire le ambientazioni ma il coinvolgimento che il titolo è stato in grado di regalarci ha fatto passare quasi inosservato tutto questo. È dunque giusto soffermarsi per una volta a parlare di come DICE sia riuscita a confezionare un gioco non solo bello da vedere quando adornato con tutti i fronzoli del caso ma anche solido da giocare. I ritmi sono sempre elevati e nonostante la vastità delle mappe c'è sempre un obiettivo da raggiungere, un nemico da individuare o qualcosa da conquistare. Tutto l'andamento della partita segue un'evoluzione costante e le sensazioni regalate sono sempre estremamente positive. Qualcuno si è lamentato della maggior fruibilità del titolo, pensato chiaramente quest'anno per raggiungere un pubblico meno preparato e assiduo del solito ma questo non ha in alcun modo rovinato l'immedesimazione e l'atmosfera che permeano le partite, quasi inarrivabile dagli altri sparatutto multiplayer sulla piazza. Alcune scelte potranno dunque non piacere ma è da ciechi non vedere un progresso costante della serie sotto tantissimi aspetti, una crescita che giustifica pienamente quella seconda posizione nella classifica dei giochi più venduti in America del 2016, capace di esaltare un gruppo di sviluppatori pronti a regalarci altri mesi di intense battaglie.
La nostra prova di Turning Tides ha mostrato alcuni lati di forza incredibili di Battlefiled 1. Le due mappe testate hanno saputo regalare momenti intensi e il loro design, così come il gameplay che le accompagna, è particolarmente riuscito. La nuova ambientazione porta ulteriore varietà ad un titolo già di per sé solido e, sebbene questo DLC non porti in dote grandi contenuti in termini quantitativi, gli standard sembrano comunque rimanere sugli altissimi livelli di In the Name of Tzar per ciò che concerne tutte le altre componenti. Il prossimo 19 ottobre potrete provare sul CTE tutte le novità nel caso abbiate l'accesso, mentre per dicembre è atteso il lancio ufficiale. La nostra recensione arriverà poco dopo.
CERTEZZE
- Ottimo ritmo di gioco
- La nuova ambientazione è molto coinvolgente
- Design delle mappe eccelso
DUBBI
- I contenuti saranno abbastanza?