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Gravel: la strada è un optional

La nuova sfida di Milestone passa dalle corse fuoristrada e dall'Unreal Engine. Abbiamo provato la loro ultima creatura

PROVATO di Aligi Comandini   —   03/11/2017
Gravel
Gravel
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Pur trattandosi di uno studio estremamente prolifico quando si parla di uscite, c'è voluto del tempo perché Milestone abbandonasse il suo vecchio (e ormai superato) motore grafico in favore di una soluzione più moderna. È comprensibile: aggiornare un team intero non è propriamente automatico - così come risulta estremamente complesso guardare al proprio futuro durante la gestione di progetti multipli - e forse è proprio per questo che la storica casa milanese ha scelto l'Unreal Engine 4 per fare un necessario balzo di qualità. L'Unreal è pur sempre uno dei motori più versatili in circolazione, utilizzato per ogni genere di videogame, apprezzatissimo per la sua resa e quanto mai adatto a una trasformazione interna, nonostante una gestione della fisica per ovvie ragioni ben diversa da quella a cui gli sviluppatori di Milestone erano abituati a forza di usare un engine proprietario. Gravel, il gioco di cui parliamo oggi, è particolarmente importante per inquadrare la situazione: non è il primo titolo sviluppato con Unreal dalla software house nostrana, ma è comunque il primo progetto arcade e automobilistico distaccato dalle licenze delle competizioni ufficiali a cui i suoi ragazzi si sono dedicati da anni a questa parte, ed esce in un periodo dove il mercato è pieno zeppo di racing di alto livello, tutti estremamente diversificati tra loro e in grado di coprire una specifica nicchia all'interno del genere. Per spuntare dalla massa, dunque, l'obiettivo è un piccolo vuoto venutosi a creare con la sparizione degli indimenticati Motorstorm; basterà per imporsi su un mercato ormai spaventosamente competitivo?

Fango e bellezza

La prima caratteristica di Gravel che è il caso di tirare in ballo è, prevedibilmente, il comparto tecnico del gioco. Non siamo davanti al più bel racer mai fatto, per carità, e l'assenza di opzioni grafiche dalla nostra demo non ci ha permesso di pompare al massimo i settaggi per valutare al meglio l'impatto grafico del tutto, eppure il passo avanti è significativo e visibile da subito. Passando oltre qualche transizione tutt'altro che delicata, infatti, si notano una vegetazione più fitta e dettagliata nelle piste, una resa del terreno e degli oggetti a lato del tragitto enormemente migliore rispetto ai videogiochi passati della casa, e una armonia visiva generale che mancava da tempo dai titoli con il simbolo di Milestone sulla confezione. Fango e sporcizia, in particolare, sono resi in modo molto efficace, a dimostrazione che le lezioni imparate coi titoli dedicati alla motocross non sono andate perse con il passaggio di engine.

Gravel: la strada è un optional

Meno bene la fluidità, legata senza ombra di dubbio allo stato un po' grezzo della build di prova a nostra disposizione. Il titolo infatti non ci ha dato problemi per la maggior parte del tempo, mostrando cali sensibili solo in qualche situazione non particolarmente pesante dal punto di vista di dettaglio o "effetti speciali"; sono sintomi di una situazione facilmente risolvibile che non ci preoccupano più di tanto. Ora però è il caso di mettere da parte il comparto tecnico, e di passare alla ciccia vera del gioco: il gameplay. Gravel è, come abbiamo detto poco fa, un titolo di corse arcade fino al midollo, dove le auto sono reali ma le piste no, e la risposta ai comandi è lontanissima da qualunque velleità simulativa. Qui le parole d'ordine sono velocità, drift e cattiveria, e non c'è gara dove tali caratteristiche non presenzino in abbondanza, indipendentemente dalla vettura selezionata.

Sportellate, sporchellate

La filosofia di fondo del gioco ha influenzato anche l'intelligenza artificiale degli avversari: poco propensi a spostarsi e piuttosto aggressivi nella guida (anche a costo di venirvi addosso alle volte), vi staranno attaccati fino alla fine della gara, grazie forse a un "effetto elastico" non particolarmente pesante che facilita l'avvicinamento alla testa della corsa dalla distanza ma non ci è mai parso ingiusto nei confronti delle prestazioni del giocatore. Curioso poi come persino gli effetti atmosferici del gioco siano calcolati per essere un ostacolo, poiché estremamente marcati e in grado di infastidire non poco il giocatore. La pioggia, ad esempio, è torrenziale e copre molto la visuale (senza contare che influenza di brutto la tenuta delle vetture), mentre il sole al crepuscolo acceca in certi rettilinei; ogni cosa è insomma calcolata per rendere le competizioni una sfida contro la natura oltre che contro gli altri piloti, e l'idea ci stuzzica.

Gravel: la strada è un optional

Passando alle piste, peraltro, dobbiamo dire che ci piacciono parecchio: questa volta Milestone non si è dovuta attenere a location reali e i suoi artisti si sono sbizzarriti, creando percorsi molto variegati, con scorciatoie e passaggi alquanto interessanti. Ne abbiamo potute provare poche, ma siamo davvero curiosi di vedere quante saranno nel gioco finito e se sapranno offrire delle sorprese inaspettate. L'ultima incognita riguarda invece il punteggio legato al drift e alle evoluzioni in salto: sembrano meccaniche significative, e sono legate a dei moltiplicatori che vengono influenzati persino dagli aiuti di guida (settabili come al solito); resta da vedere se si tratterà di un elemento correlato esclusivamente ad alcune competizioni, o andrà ad influenzare altri fattori del sistema di guida.

Gravel è indubbiamente un titolo dotato di caratteristiche interessanti, che dimostra il passo avanti fatto dalla casa a livello tecnico con il passaggio all'Unreal Engine. La build da noi provata era ancora troppo grezza per darci un'idea definitiva del gioco, che potrà mostrare realmente i muscoli solo una volta svelate tutte le sue modalità. Non resta che attendere, non manca molto dopotutto.

CERTEZZE

  • Modello di guida arcade accessibile e divertente
  • Piste ispirate e interessanti
  • Con l'Unreal Engine Milestone ha chiaramente fatto un balzo di qualità

DUBBI

  • Modalità e peculiarità del gioco restano ancora da definire in larga parte
  • Se la vede con una concorrenza agguerritissima e notevole