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TT Isle of Man: il dilemma del muretto

Kylotonn e Bigben tentano di infilarsi in un settore finora dominato da Milestone. Il loro primo titolo dedicato alle moto avrà le qualità necessarie per non schiantarsi alla prima curva?

PROVATO di Aligi Comandini   —   19/12/2017
TT Isle of Man: Ride on the Edge
TT Isle of Man: Ride on the Edge
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Se si parla di videogiochi e motociclismo, di norma, viene un solo nome in mente: Milestone. La casa milanese ha ormai costruito una solida fortezza attorno al mondo delle due ruote virtuali, e pochissime altre software house hanno tentato di insinuare il suo dominio, anche perché non è certo facile sfidare un'armata di veterani sul loro campo di battaglia preferito. Bigben e i francesi di Kylotonn però ci stanno provando, e se con l'ultimo WRC il confronto non era ancora evidente, lo è sicuramente diventato con TT: Isle of Man. Il gioco è un vero e proprio guanto di sfida: un simulatore di corse motociclistiche dedicato ad una delle più note e brutali competizioni del mondo, ovvero il Tourist Trophy. Non tornate però con la mente al vecchio titolo di Polyphony del 2006, ed evitate di pensare anche ai più recenti Ride, poiché TT Isle of Man è chiaramente un prodotto più limitato e quasi totalmente incentrato sull'esperienza di guida. Lo abbiamo visto in azione non molto tempo fa durante un evento milanese, ecco le nostre impressioni.

TT Isle of Man: il dilemma del muretto

Correre sul filo

Cominciamo dal Tourist Trophy, perché c'è molto da dire su questa competizione che abbiamo (non a caso) definito "brutale" nel paragrafo precedente. Si parla pur sempre di una corsa da 360 chilometri - sei giri da 60 chilometri l'uno, per l'esattezza - che si svolge sull'Isola di Man e negli anni ha fatto numerose vittime. Correre con motociclette velocissime in un circuito cittadino è dopotutto un azzardo, al punto che la competizione non parte in caso di condizioni atmosferiche avverse, per evitare di aumentare ulteriormente i rischi. La licenza ufficiale ha messo gli sviluppatori davanti a qualche dilemma, a partire dalle limitazioni derivanti dallo Snaefell Mountain Course: unico circuito ufficiale del Tourist Trophy a cui il team ha dovuto obbligatoriamente affiancare una serie di piste immaginarie. Non che si tratti di una pista poco esaltante, tutt'altro, ma la sua lunghezza la rende estremamente inaccessibile per neofiti del genere, ed era pertanto necessario riempire il gioco con percorsi più "umani" per evitare di renderlo un'esperienza per pochissimi eletti.

TT Isle of Man: il dilemma del muretto

L'altra limitazione del titolo viene dalla scarsa esperienza dei Kylotonn nei giochi di questo tipo: non potendo competere con i titoli Milestone a livello di contenuti gli sviluppatori francesi hanno deciso di puntare tutto sulla qualità, concentrandosi sul comparto tecnico, su una rappresentazione il più vicina possibile alla realtà di una manciata di moto ufficiali, e su una riproduzione quasi perfetta dell'isola di Man - ottenuta grazie a una serie di foto, scansioni e quant'altro. Il sistema di guida, però, è meno malleabile di quello dei videogame concorrenti, con solo gli aiuti fondamentali attivabili (controllo di trazione, abs, e poco altro) e una certa enfasi sulla fisica. In particolare, da quanto abbiamo potuto osservare, sembra importantissimo sfruttare al meglio il cosiddetto "air breaking" spostando manualmente il corpo del guidatore, insieme alla frenata normale e allo scalo improvviso delle marce.

TT Isle of Man: il dilemma del muretto

Volo in impennata

Nel complesso quindi abbiamo un feeling di guida che tenta di allontanarsi dalle formule arcade, e la cui debolezza principale sembra essere una certa "leggerezza" generale di moto e pilota in curva e negli impatti. Un buon lavoro, che può sicuramente venir migliorato ulteriormente con qualche ritocco nei prossimi mesi e rappresenta una base solida su cui costruire eventuali altri titoli simili. Sembra peraltro che il fiore all'occhiello del progetto di Kylotonn sia la diversificazione delle due ruote: i dati di ogni bolide sono reali, e lo studio fatto è molto dettagliato, anche perché a disposizione del giocatore ci sono solo una manciata di veicoli appartenenti alle categorie supersport e superbike. Dovendo riprodurre pochi mezzi, insomma, gli sviluppatori dovrebbero essere riusciti a riportare le caratteristiche di ognuno con una certa fedeltà, anche se c'è bisogno di una prova sensibilmente più approfondita per accertarsene.

TT Isle of Man: il dilemma del muretto

Altro elemento ancora sotto scrutinio è il quantitativo di contenuti totali, perché se da una parte la presenza della modalità carriera è scontata, dall'altra si è parlato solo di un multiplayer sotto forma di "corsa a tempo", che sarebbe un po' riduttivo a nostro parere (ma permette almeno a otto amici di sfidarsi, sia offline che online). Difficile invece criticare il comparto tecnico, che come abbiamo già accennato è rafforzato da una riproduzione notevole dell'isola su cui la competizione si svolge, e se la gioca degnamente con titoli corsistici sviluppati con ben altre risorse. I Kylotonn non hanno dovuto preoccuparsi delle condizioni atmosferiche (nel gioco ci sono solo le condizioni legate alla luce, proprio per le regole della competizione descritte nella premessa del pezzo), ma il lavoro fatto su tutti gli altri aspetti dimostra una notevole cura per il dettaglio.

Per essere un primo tentativo, TT Isle of Man sembra una base più che buona su cui costruire una serie di racing game degna di questo nome. Contenutisticamente il titolo non ci ha sorpreso, e la sua componente simulativa non ci ha convinto del tutto, ma gli sviluppatori si sono furbescamente concentrati su una manciata di moto e sulla fedeltà alla pista e alla competizione originali, evitando di correre inutili rischi. Questa filosofia, nel complesso, dovrebbe aver pagato. Non resta che attendere la release per vedere quanto.

CERTEZZE

  • Tecnicamente più che degno
  • Buon sistema di guida
  • Ottima rappresentazione dell'isola di Man

DUBBI

  • Contenuti abbastanza risicati
  • Sulla fisica e la personalizzazione dell'esperienza c'è ancora da lavorare