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The Division: presente e futuro

Dopo l'aggiornamento 1.8, The Division è finalmente un gioco completo. In attesa di un probabilissimo sequel...

SPECIALE di Rosario Salatiello   —   09/02/2018
Tom Clancy's The Division
Tom Clancy's The Division
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Tra poco meno di un mese, The Division compirà due anni. Era infatti l'inizio del 2016 quando la fatica di Massive Entertainment arrivava sul mercato, macinando record e ottenendo pareri favorevoli nelle recensioni. L'eco del successo iniziale non riuscì però a propagarsi nei mesi successivi, principalmente a causa del fatto che l'ottima esperienza di gioco fatta nel portare il proprio personaggio al livello trenta lasciava spazio a un endgame che sollevava invece qualche dubbio di troppo. Dopo aver visto progressivamente scendere il proprio bacino di utenti a livelli preoccupanti, per The Division l'ultimo mese del 2017 è stato quello della rinascita: il numero di giocatori presenti in media è risalito oltre i diecimila (fonte Steam Charts), con picchi che non si vedevano da diverso tempo. Merito della patch 1.8, pubblicata dagli sviluppatori a completamento di un percorso che ha reso The Division il gioco che molti avrebbero voluto vedere all'epoca della sua uscita. Come si suol dire, meglio tardi che mai: dopo averne approfittato anche noi per tornare a girare tra le Avenue di New York, vediamo insieme cosa può riservare The Division a vecchi e nuovi giocatori.

Da ieri a oggi

Se in questo momento The Division può provare di nuovo a giocare le proprie carte, il merito va di sicuro alla determinazione di Massive Entertainment e di Ubisoft nel volere aggiustare le cose. Un percorso che il publisher franco-canadese ha intrapreso in modo simile anche con Rainbow Six Siege, attualmente nel bel mezzo di un'ottima seconda giovinezza. La speranza è naturalmente che i due titoli della serie Tom Clancy's possano ottenere gli stessi risultati in termini di giocatori pronti a tornare sui server. Rimettere in carreggiata The Division ha richiesto una serie di interventi che partono dalle sue radici, affrontando in primis le problematiche tecniche che lo affliggevano sin dalla nascita. È importante annotare questa cosa prima di parlare di tutte le novità che l'aggiornamento 1.8 ha portato con sé, soprattutto per chi dovesse avere abbandonato il gioco durante i suoi primi mesi di vita. Bug, glitch e altre fonti di stress che avevano messo a dura prova la pazienza dei videogiocatori sono ora soltanto un ricordo, grazie a un lavoro che ha portato il team di Malmö a lavorare a stretto contatto coi giocatori più affezionati a The Division, fino alla definizione di una "task force" di questi ultimi che a metà 2016 è stata ospitata presso il quartier generale di Massive Entertainment. Da quel momento, la comunità online è stata progressivamente sempre più vicina agli addetti ai lavori, riuscendo tutti insieme nell'obiettivo di migliorare The Division. Non all'improvviso ma mattone dopo mattone, con l'arrivo di espansioni a pagamento quali Lotta per la vita e Fino alla fine, ma soprattutto con una serie di aggiornamenti accessibili a tutti perché gratuiti, insieme ai quali sono arrivati anche i contenuti tanto desiderati.

The Division: presente e futuro

West Side Pier e le sue storie

Il centro nevralgico dell'aggiornamento 1.8 di The Division è West Side Pier, una nuova zona divisa in due parti e collocata nella parte in alto a sinistra della mappa di gioco. Pur essendo istanziata per il singolo giocatore come il resto delle ambientazioni esterne alla Zona Nera, con quest'ultima West Side Pier condivide la presenza di nemici di livello elite, che la rendono una sorta di via di mezzo tra "normale" New York PvE che conoscevamo in precedenza e quella dedicata invece al PvP nella Zona Nera. Aggirandosi per West Side Pier si può stare certi di trovare sempre qualcosa da fare, approfondendo la trama che ha portato Rikers, Ultimo Battaglione e le altre fazioni a unirsi contro la JTF, ma soprattutto affrontando gli avversari pronti a spuntare in qualsiasi momento nelle vie che compongono la zona. Non mancano incarichi speciali da completare e casse da raccogliere. Sempre nella stessa zona di Manhattan, i ragazzi di Massive Entertainment hanno inserito anche l'accesso alla nuova modalità Resistenza, all'interno della quale il solito team di quattro giocatori è chiamato a respingere ondate di nemici in tre scenari diversi. L'obiettivo è naturalmente quello di restare in vita quanto più possibile, per sbloccare ghiotte ricompense utili al completamento dei set nuovi o vecchi. La varietà dei nemici incontrati e i diversi obiettivi correlati alle varie ondate garantiscono un certo livello di dinamicità a situazioni che rischierebbero altrimenti di restare sempre identiche tra loro, rendendo la modalità Resistenza divertente. Per questo motivo, pur trattandosi a conti fatti di una tipologia classica di gioco a orda, questa feature è stata in grado di rapirci per lunghe sessioni dopo il nostro ritorno a New York. Chi dovesse essere affezionato alle vecchie modalità può trovare comunque una serie di migliorie anche in Underground, ottimizzata con una serie di novità (checkpoint su tutte) che rendono la discesa nei cunicoli della metropolitana una perfetta alternativa a Resistenza restando nella sfera del PvE. Da quelle parti, è adesso possibile trovare anche i Cacciatori che erano stati introdotti con l'espansione Lotta per la vita.

La build perfetta

Già da prima dell'aggiornamento 1.8 i giocatori avevano la possibilità di salvare diversi set di equipaggiamento in appositi slot, rendendo così il passaggio tra le varie build meno faticoso. Il miglioramento dell'esperienza di gioco ha naturalmente continuato a fare i propri passi, proponendo come ultima novità l'arrivo della stazione di ottimizzazione, disponibile anche presso l'hub del campo di Clinton che fa da punto d'ingresso a West Side Pier. Grazie a essa, i giocatori possono ora spendere le fortune accumulate per migliorare i pezzi di set raccolti in precedenza, portando così le loro statistiche ai massimi senza la necessità di dover tornare in giro a fare pulizia di fuorilegge per trovare lo stesso oggetto con attributi migliori. Il farming resta comunque un'attività necessaria per riuscire a migliorare i propri pezzi fino al livello voluto, ma non c'è dubbio che le dinamiche di ottimizzazione dei pezzi siano in grado di offrire maggiori garanzie ai giocatori che spendono il loro tempo all'interno di The Division. Per questi ultimi, si registrano novità anche nell'ambito del PvP, arrichitosi della nuova modalità Schermaglia: si tratta di un deathmatch nudo e crudo, giocato in squadre da quattro elementi senza interferenze da parte di personaggi controllati dalla CPU. La prima squadra a raggiungere il numero limite di uccisioni vince, fornendo ai propri membri la possibilità di avanzare all'interno dell'apposito rank PvP, tramite il quale ottenere le solite ricompense in termini di loot. Buone nuove anche sul fronte della Zona Nera, dov'è stato finalmente introdotto un limite ben preciso per diventare agenti Rinnegati: prima di poter ferire altri giocatori è necessario premere un bottone per attivare la modalità fuorilegge, segnalata a dovere ai giocatori circostanti. In questo modo Massive Entertainment ha provato a rafforzare la natura PvEvP della Zona Nera, eliminando il rischio di diventare Rinnegati dopo aver colpito un'altra persona per errore e rendendo allo stesso tempo gli scontri coi nemici non umani meno soggetti a intromissioni da parte di quelli controllati viceversa da umani.

Buone speranze

Scontri bilanciati, intelligenza artificiale impegnativa ma non frustrante, varietà di modalità gioco e situazioni. The Division possiede adesso tutto ciò che due anni fa non aveva, rappresentando così una ghiotta alternativa per tutti gli amanti degli shooter che fanno delle ricompense e dei bottini la propria attrattiva principale. Dopo lo sforzo profuso per l'aggiornamento 1.8 né Massive Entertainment né Ubisoft hanno offerto particolari indicazioni sul ciclo di vita di The Division, sul quale resta comunque alto l'impegno da parte del team di Malmö nel monitorare la situazione. È quindi più che probabile che nei prossimi mesi si continui a vedere il supporto da parte degli sviluppatori con aggiustamenti ai vari aspetti di The Division, ma in termini di modalità probabilmente non avremo altri aggiornamenti corposi come l'ultimo rilasciato. In quest'ottica, il lavoro che verrà svolto su The Division può essere visto come uno spianamento per la strada di un ipotetico The Division 2, per il quale la questione non sembra essere legata al "se" ma al "quando". Per il momento non è ancora stato annunciato nulla, ma per molti il misterioso sequel tripla A programmato da Ubisoft per il 2019 sarà proprio The Division 2. Soprattutto alla luce dell'apertura da parte del managing director David Polfeldt a nuove storie legate all'universo di The Division, già abile nell'affascinarci con la sua New York nel 2016 ma adesso finalmente in grado di stringerci a sé.

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