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Onrush: turbo e lamiere

Codemasters ha deciso di ravvivare l'ormai desertificato genere dei racer arcade. Per farlo si è affidata a dei veterani e si è ispirata a serie sparite da fin troppo tempo...

PROVATO di Aligi Comandini   —   11/05/2018

Avventurarsi oggi nelle desolate lande dei giochi di corse arcade non è cosa da tutti, va detto. Dimenticatevi successi planetari come Mario Kart 8 (comunque appartenente a una categoria a sé stante), o il recente ritorno in grande stile di titoli futuristici come Fast RMX, Redout o la Wipeout Collection: la verità è che, nel mercato odierno, abbandonare i semi-simulativi o i racing su licenza rappresenta un grosso rischio, e se non ci credete basta ammirare le lapidi di videogame come Split/Second e Blur, o ricordare il destino degli ultimi Need for Speed. Certo, non si tratta di prodotti perfetti - in particolare la serie EA va calando di anno in anno, invece di perfezionarsi - ma restano comunque sintomi di una malattia grave che potrebbe a un sensibile ridimensionamento di questo genere, se non addirittura alla sua morte. Codemasters però ha deciso ugualmente di scommettere su un progetto di tal tipo, e per crearlo ha mosso le sue pedine con una lungimiranza da Kasparov: ha recuperato il buon Paul Rustchynsky (director di Driveclub), nella consapevolezza che lui e i suoi ragazzi possedevano più talento di quanto il loro precedente progetto avesse dimostrato; ha poi affidato al nuovo team la creazione di una nuova proprietà intellettuale e, udite udite, come ispirazione ha scelto di usare titoli rimpianti da grosse fette di appassionati come Motorstorm e Burnout. Perché proprio questo è Onrush: una mescolanza tra due dei giochi più adrenalinici di sempre, che tenta di innovare un po' il panorama con una serie di modalità a dir poco atipiche per un gioco di corse.

Deathmatch a 300 all'ora

Noi siamo stati a provare il gioco a Milano per un paio d'ore in compagnia del buon Paul, e anche se il progetto che ci siam trovati davanti non ci è parso desideroso di competere con produzioni multimilionarie, siamo usciti dalla location dell'evento con il volto soddisfatto di chi si è genuinamente divertito. Ma è il caso di spiegarsi meglio: in pratica il gioco non usa veicoli reali, ed esattamente come Motorstorm vi permette di scegliere tra due ruote, Buggy o automobili più classiche. Ogni scelta ha statistiche proprie, e garantisce vantaggi di qualche tipo all'interno delle estese piste del gioco: le moto possono attraversare scorciatoie uniche dove le auto si schianterebbero e guadagnare boost facilmente con varie acrobazie dopo i salti, ma sono più facili da eliminare, mentre buggy e auto risultano meno rapide e flessibili ma più solide e gestibili. Ora, se questo fosse un titolo di corse "classico" tutti sceglierebbero le moto, ma la verità è che in Onrush non vince chi arriva primo, e le modalità ricordano per certi versi più quelle degli shooter che le gare a cui gli altri racer arcade ci hanno abituati.

Onrush: turbo e lamiere

La più basilare è Overdrive: due squadre da sei giocatori devono riempire una barra dedicata del punteggio, e per farlo sono costretti ad attivare il più possibile il turbo e il RUSH, con quest'ultimo che altro non è se non una versione potenziata del turbo appaiata a una specifica abilità dei singoli veicoli (come barriere rallentanti alle spalle, o una scia che ricarica il turbo dei compagni durante l'attivazione). Potrebbe sembrare una modalità pelle e ossa, ma la verità è che per mantenere il turbo è necessario eliminare veicoli neutrali che respawnano in continuazione, eseguire acrobazie e salti o distruggere i nemici, e che per riempire la barra del RUSH (che funziona come se fosse una sorta di super mossa) bisogna invece concentrarsi sulle caratteristiche del proprio mezzo, visto che ogni bolide ha una passiva legata proprio all'accumulo di questo tipo di energia una volta completate determinate condizioni. Countdown, dal canto suo, è più incentrata su precisione e sopravvivenza: per vincere la propria squadra deve infilarsi nel maggior numero possibile di checkpoint per guadagnare secondi, e se il timer va a zero perde il round. Persi un numero predefinito di round si perde anche la partita, ed è ovviamente complicato beccare ogni singolo checkpoint in un titolo dove due tocchi bastano per venir distrutti, la velocità è altissima, e lo stile aggressivo paga alla grande.

In compagnia ci si schianta meglio

Dalle descrizioni del paragrafo precedente avrete insomma capito che in Onrush le battaglie tra veicoli sono il cuore pulsante dell'esperienza: qui non è la precisione in curva a dare grossi vantaggi, bensì il calcolo delle giuste traiettorie per speronare o schiacciare i nemici, o l'uso di abilità specifiche per ottenere dei vantaggi in determinate situazioni. Avete difficoltà nelle gare Countdown? Certi RUSH che bloccano la traiettoria degli avversari potrebbero essere la scelta vincente. Desiderosi di dominare le gare Overdrive? Usate un mezzo la cui ricarica della barra si sposa alla perfezione col vostro stile di gioco. Codemasters ha costruito l'intero modello di guida attorno all'uso costante del turbo e alle sportellate, e vi assicuriamo che la scelta dell'uno o dell'altro mezzo costringe a mutare completamente l'approccio alle gare. Ah, quando si viene distrutti si "respawna" nella stessa zona delle altre macchine, e si può peraltro selezionare uno qualunque degli altri veicoli (a patto che la modalità ne permetta l'uso), a voler ancor di più sottolineare l'aspetto competitivo del prodotto.

Onrush: turbo e lamiere

Un gameplay di questo tipo risulta chiaramente spassoso, ed è apparso subito ovvio come il team coinvolto sappia perfettamente ciò che sta facendo, considerando che persino la campagna single player regala delle belle emozioni nonostante un'intelligenza artificiale non brillantissima (ma non abbiamo potuto ancora valutare a dovere i vari livelli di difficoltà). Quando si gioca online però le cose si fanno ancora più esaltanti, perché gli avversari umani sono spaventosamente più cattivi e subdoli, e i ribaltoni durante le sfide rappresentano la normalità. Le ultime due modalità in particolare ci sono parse favolose per il competitivo: Switch è praticamente un deathmatch con vite limitate, in cui tutti partono in sella a una moto e devono cambiare mezzo ad ogni morte con tre vite a testa (si domina se si eliminano tutte le vite o si distruggono abbastanza volte corridori già arrivati allo zero); Lockdown infine è una sorta di "conquista" ad alta velocità, divisa in round, dove bisogna mantenere il controllo di una zona circolare in movimento, anche a costo di levarsi dalle scatole le auto avversarie con il massimo della brutalità.

Onrush: turbo e lamiere

Proprio Lockdown ci è parsa in particolare una modalità eccelsa, e non osiamo immaginare quante amicizie distruggerà quando Rustchynsky e i suoi introdurranno le partite classificate online e qualche contenuto extra (pare vogliano supportare il progetto a lungo). Per ora le piste ci sono sembrate molto curate e piacevoli, e i mezzi davvero ben caratterizzati, ma è evidente che Onrush potrebbe guadagnare molto da qualche modalità, pista e scelta aggiuntiva. Anche con solo quattro discipline, un numero non esagerato di veicoli e percorsi, e una struttura chiaramente incentrata sull'online, in parole povere, il potenziale del gioco è assolutamente innegabile e ci riesce difficile non augurargli un discreto successo. C'è seriamente bisogno di qualcosa di "nuovo", nel genere.

Onrush ci ha positivamente sorpreso: è un titolo che fa della guida violenta e del divertimento senza freni il suo fulcro, e cerca nel suo piccolo di rivoltare l'elemento competitivo dei giochi di guida come un calzino. L'idea di fondo è indubbiamente brillante, è già riuscita a regalarci parecchio divertimento, e ha enorme potenziale; resta quindi solo da vedere come verrà accolto il progetto da una community di giocatori che sembra sempre più striminzita man mano che il tempo passa.

CERTEZZE

  • Gameplay adrenalinico e spettacolare
  • Online è uno spasso
  • Modalità originali e molto interessanti

DUBBI

  • Il bilanciamento dei veicoli è tutto da valutare
  • Contenuti tutt'altro che titanici