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Brian e Gina di nuovo insieme

Il terzo episodio della serie Runaway riprende le atmosfere originarie e ci catapulta in un'avventura coinvolgente e piena di intrighi, arricchita dal solito humor brillante.

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   22/12/2009
Runaway: A Twist of Fate
Runaway: A Twist of Fate
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Il genere delle avventure "punta e clicca" conta da sempre su un gran numero di appassionati che, nel corso degli anni, hanno di certo imparato a conoscere bene Runaway. Creata dagli sviluppatori spagnoli Pendulo Studios, la serie ha esordito in patria nell'ormai lontano 2001 e ha goduto di una pubblicazione che ha raggiunto gli USA e il resto dell'Europa solo qualche anno più tardi. I protagonisti del gioco sono Brian Basco e Gina Timmins: il primo è uno studente di fisica timido e imbranato, la seconda lavora come ballerina in un nightclub.

Brian e Gina di nuovo insieme

Il loro è un incontro fortuito, ma chiaramente dettato dal destino, dato che si trovano a fuggire insieme da alcuni sicari mafiosi e riescono a cavarsela brillantemente. Dopo la parentesi "esotica" del secondo episodio (The Dream of the Turtle), l'atteso Runaway: A Twist of Fate riporta i due personaggi in un contesto "classico" e parte subito col botto: Brian è stato costretto a inscenare la propria morte dopo essere stato rinchiuso in un manicomio criminale per un omicidio che non ha commesso, e si trova rinchiuso in una tomba due metri sotto terra. Con la carica residua nel suo telefono cellulare, manda un messaggio a Gina chiedendole di tirarlo fuori. Inizia così il primo capitolo della nuova avventura, tra conferme e novità che abbiamo potuto provare di persona.

Scherzi del destino

Il gioco è composto da sei lunghi capitoli che spaziano fra presente e passato, andando a colmare il vuoto narrativo lasciato dopo la conclusione del secondo episodio. Cos'è successo esattamente sull'isola di Mala? E perché Brian è stato accusato di omicidio?

Brian e Gina di nuovo insieme

Tutte questioni che verranno rivelate man mano che ci alterniamo ai comandi del giovane fisico e della sua affascinante amica. L'obiettivo del dinamico duo, stavolta, è chiaramente quello di dimostrare l'innocenza di Brian evitando di essere beccati dalla polizia. A parte il piglio della trama, che colpisce fin dalle prime battute, il gioco presenta la classica struttura delle avventure "punta e clicca". Ciò è vero in particolare per quanto concerne l'interazione con gli altri personaggi, che si sviluppa attraverso i soliti menu contestuali con domande multiple che, nella fattispecie, vengono finanche reiterate nel caso in cui ci si rivolga due volte alla stessa persona. Difficile tentare il trucchetto delle domande "a raffica" che finalmente sbloccano un argomento chiave: da quanto abbiamo potuto vedere, la regia non lascia nulla al caso e ci propone situazioni ed enigmi governati sempre da una qualche logica. Lo humor svolge un ruolo di primo piano e rende tutto più godibile, tanto nei dialoghi quanto in elementi extra come il semplice aiuto, che viene fornito da un improvvisato operatore dalla sede dei Pendulo Studios...

Punta e clicca

L'interfaccia sviluppata per Runaway: A Twist of Fate ci permette di controllare tutto utilizzando il mouse e i suoi due pulsanti, con l'eventuale aggiunta del tasto TAB (che apre l'inventario) e di quelli funzione per richiamare determinati elementi (aiuto, aree sensibili, schermata delle opzioni, ecc.). Quando muoviamo il puntatore nella parte alta dello schermo, compaiono appunto delle icone cliccabili, fra cui quella dell'inventario.

Brian e Gina di nuovo insieme

Possiamo raccogliere e trasportare un certo numero di oggetti, visualizzarli e combinarli fra loro per ottenere qualcosa di utile nell'immediato. Le azioni eseguibili rispetto alle aree sensibili sono fondamentalmente due: osservare e interagire. Nel primo caso possiamo dunque ottenere una descrizione di ciò che vede il personaggio, nel secondo eventualmente raccogliere qualcosa, parlare con qualcuno e interagire in vari modi con lo scenario. Se selezioniamo un oggetto dalla schermata dell'inventario, possiamo poi "equipaggiarlo" e tentare di usarlo all'interno della location in cui ci troviamo. Per il resto, le cose funzionano nel solito vecchio modo: delle frecce indicano la possibilità di raggiungere una determinata zona, ma gli spostamenti sono alla vecchia maniera, ovvero aspettando che il personaggio effettivamente cammini verso la meta.

Realizzazione tecnica

Fin dagli esordi, la serie si è distinta per una realizzazione tecnica ricca di elementi innovativi. L'intenzione degli sviluppatori era quella di ottenere un effetto quanto più simile possibile ai grandi film d'animazione, e per riuscirci avevano miscelato grafica poligonale e raster (bitmap) in modo da ottenere i vantaggi della prima (in particolare per quanto concerne gli effetti di luce) unitamente alla versatilità della seconda.

Brian e Gina di nuovo insieme

Nel caso di Runaway: A Twist of Fate, possiamo assistere a un'ulteriore evoluzione di questo particolare connubio, con un design ormai maturo e consolidato che sposa animazioni convincenti, nella cornice costituita da un eccellente uso dei colori. L'effetto finale è davvero di grande qualità, con qualche piccola incertezza solo nei frangenti classici dei prodotti dello stesso genere, ovvero le sequenze di movimento all'interno di spazi aperti, in cui lo spostamento dei personaggi non appare naturale come dovrebbe. Ottimo anche il sonoro, tanto dal punto di vista della quantità (i dialoghi sono tantissimi) quanto della qualità: la recitazione è eccellente e le musiche accompagnano l'azione in modo più che dignitoso. Questo terzo episodio di Runaway, che secondo alcuni ha il compito di concludere nel migliore dei modi la trilogia, si pone dunque come un prodotto curato, divertente, ricco di dialoghi brillanti e senz'altro consigliato ai fan delle avventure "punta e clicca". Attendiamo solo di poter confermare le nostre ottime impressioni preliminari anche in fase di recensione.

CERTEZZE

  • Struttura solida e collaudata
  • Grafica eccellente
  • Sei capitoli corposi e coinvolgenti

DUBBI

  • Bisogna necessariamente amare il genere