Versione testata: Xbox 360
Sam Fisher è morto, almeno quello che in tanti anni avevamo imparato a conoscere. E' morto nel momento in cui una macchina lanciata sull'asfalto gli ha ucciso la figlia nel mezzo di una strada. Da allora ha lasciato il Third Echelon, ovvero l'agenzia segreta per cui ha sempre lavorato, e ha in testa soltanto di riuscire a scoprire chi è stato e a vendicarsi.
A San Francisco durante X10, abbiamo potuto provare la campagna single player sin dall'inizio e per tutto il primo livello, che era già stato sintetizzato nella demo che era stata presentata allo scorso E3 di Los Angeles, offrendo però solo un'idea di quella che si è ora rivelata l'esperienza che sarà in grado di offrire Splinter Cell Conviction. Il livello si apre con Sam seduto al sole di un tavolino di un bar, un cameriere gli porta un cellulare e una voce lo avverte che è stato rintracciato e che deve velocemente levarsi di lì. A quel punto, lasciata alle spalle la piazza nel sole, ci si trova in una serie di cunicoli che permettono di prendere dimestichezza con i soliti giochi di luci e ombre e con le nuove meccaniche.
Rispetto al passato l'azione, anche quando si decida per un approccio stealth, tutto a celarsi nell'ombra senza farsi scoprire, è molto più veloce e immediata con Sam che si muove in maniera molto meno rigida, cosa che consente una soluzione delle diverse situazioni molto più rapida, soprattutto se non si va tanto per il sottile. E' stato implementato un buon sistema di cover, che permette di esplorare il fondale e di dirigersi con la sola pressione di un tasto alla copertura successiva senza farsi scoprire, a meno di non incappare in uno dei nemici di pattuglia. Da dietro un riparo si può anche decidere di saltarvi sopra, travolgendo gli oggetti appoggiati, cosa che sin dalle prime battute denota una grande interattività dei fondali ,senza tralasciare la possibilità di colpire le fonti di luce per creare coni d'ombra in cui trovare riparo. Quando la scena diventa completamente in bianco e nero, significa che Sam è al sicuro da occhi indiscreti, quando si esce dall'ombra o quando si viene scoperti i mille colori dell'ottimo motore grafico riempiono la retina in pochi istanti. Un'altra innovazione è quella rappresentata dalla sagoma in trasparenza di Sam che segna l'ultima posizione in cui è stato avvistato dai nemici, così da sapere verso quale parte della mappa gli avversari si stanno dirigendo, in modo da poter adottare la strategia migliore per levarsi dai guai. Il tutto all'insegna di una grande dinamicità e da un taglio della narrazione decisamente più cinematografico che in passato.
Tutte le novità
Splinter Cell: Conviction sembra prendere a piene mani dal bacino di idee che sono state riversate nel mondo delle fiction da serie come Lost o 24, infarcito com'è di flashback e di momenti in cui l'azione viene interrotta da brevi squarci che si aprono sul passato. Questi avvengono sia con scene in bianco e nero che si deve rivivere pad alla mano, richiamate al presente da situazioni analoghe, come all'inizio quando Sam si ricorda d'aver insegnato alla figlia quanto sia facile vedere al buio, giocando in camera sua da piccola (situazione richiamata dal tutorial in corso), oppure con dei filmati, sempre in bianco e nero, che appaiono come proiezioni su parte del fondale, con tanto di voci fuori campo che rievocano i dialoghi avvenuti durante quelle scene.
Questa soluzione è davvero originale per un videogioco e riesce a creare, in maniera piuttosto efficace, tutti i presupposti per un coinvolgimento ben al di sopra della norma. Il motivo per cui ci troviamo ad interrogare, pestandolo, un poveraccio sbatacchiandolo sui lavandini di un bagno pubblico non ci viene raccontato da una scena di intermezzo, ma da questi flashback proiettati su pareti e specchi, proprio mentre lo scontro sta ancora avvenendo. E proprio questi interrogatori, costituiscono una bella novità. Arrivati in presenza del contatto che, almeno in questo livello, costituiva l'oggetto delle missioni da affrontare, una volta sgombrato il campo da altri ulteriori nemici, ci si avvicina e si afferra il poveraccio che può essere lanciato contro tutti gli elementi del fondale circostante, mandandoli in mille pezzi con animazioni diverse a seconda del contesto in cui si trova. Ovviamente non mancano le armi, che possono essere potenziate e prelevate in casse dislocate lungo i livelli, così come non mancano armi di lancio dagli effetti più diversi. Tornano sicuramente i gadget, che però sembra che avranno una connotazione molto meno banale che in passato, se è vero che il cavo di fibre ottiche con cui Sam di solito guardava dal di sotto di porte e inferriate, in questo inizio viene sostituito dallo specchietto retrovisore di una macchina divelto con una sana gomitata. Abbiamo provato anche il "mark and execute", che consente a Sam di selezionare una serie di nemici e di eliminarli con la sola pressione di un tasto in una sequenza in stile bullet time, ovvero al rallentatore. Quello che poteva sembrare sulla carta un espediente troppo facile per cavarsi dai guai, in realtà, aggiunge una buona dose di strategia, visto che le chance d'utilizzare questa feature si accumulano solo dopo aver vinto degli scontri corpo a corpo, ai quali bisognerà necessariamente ricorrere per poter avere sempre a disposizione questa che è una delle abilità più efficaci del nuovo Sam Fisher.
A parte questa maggiore dinamicità, sia d'azione che di narrazione degli eventi, un gran lavoro è stato fatto sul motore grafico che, in effetti, ancora doveva presentarsi in questa generazione di console, visto che il precedente Double Agent, altro non era che una conversione dall'omonimo gioco per PlayStation 2. E' facile dire di come ci si trovi di fronte al miglior Sam Fisher di sempre, non fosse altro che per l'interattività di cui abbiamo già parlato, laddove i fondali di Splinter Cell soffrivano sempre per un'eccessiva staticità, e per quei contrasti tra luci e ombre che da sempre donano una brillantezza e concretezza a tutti i luoghi in cui si trova a muovere, ma che qui portano la saga ad un ulteriore livello di realismo. Notevole anche il lavoro svolto sulle animazioni che, soprattutto nel corpo a corpo e negli interrogatori, mostrano un'evidente volontà di caratterizzare Sam in maniera molto più dettagliata che in passato. Dopo qualche anno di gestazione, Splinter Cell: Conviction è ormai prossimo al capolinea, forte anche di un'innovativa componente cooperativa e multiplayer che avremo sicuramente modo di provare a fondo prima dell'uscita nei negozi. Questo primo approccio a San Francisco ci ha fatto percepire in maniera piuttosto evidente come l'attesa di questi anni sia valsa la pena sotto ogni profilo.
CERTEZZE
- Dinamicità dell'azione
- Il motore grafico
- La trama e le abilità
DUBBI
- Linearità dei livelli