Introdurre Sakura Wars: So Long, My Love non è impresa facile, visto il complicato background che fa da sfondo al titolo. Il gioco fa parte dell'immortale serie conosciuta come Sakura Taisen nella madrepatria giapponese, nata su Saturn nel 1996 e che da allora non ha mai smesso di conquistare il cuore degli utenti nipponici: merito di un gameplay a metà tra lo strategic-RPG e la simulazione di appuntamenti, un mix tanto gradito al pubblico del Sol Levante quanto evidentemente incomprensibile a quello occidentale, visto che nessun prodotto della saga è mai stato esportato finora. Eccoci dunque a provare con mano la prima escursione del franchise al di fuori dei confini nazionali, con un prodotto uscito originariamente nel 2005 e che viene ora riproposto (con una dubbia scelta di tempo) sui mercati dell'Europa e degli Stati Uniti.
Li senti i sentimenti?
Sakura Wars: So Long, My Love condivide il peculiare setting che ha fatto da sfondo a tutti i precedenti capitoli nonché ai vari spin-off ed anime nati sull'onda dell'enorme successo riscosso in terra natale: i fatti si svolgono dunque negli anni '20 del secolo scorso, in un passato alternativo nel quale la tecnologia è molto più avanzata della realtà storica del periodo. Protagonista è Shinjiro Taiga, giovane ufficiale che viene spedito a New York per entrare a far parte della Star Division, una forza speciale che combatte i demoni facendosi spacciare per una semplice compagnia teatrale. Basterebbero queste premesse per capire come Sakura Wars: So Long, My Love sia un titolo così fortemente giapponese da risultare indirizzato esclusivamente verso un tipo di utenza fortemente in linea con i gusti della controparte nipponica. A conti fatti, inoltre, la produzione SEGA è più un simulatore di appuntamenti condito da alcune battaglie a tinte strategiche che un RPG vero e proprio. Ed anche valutandolo sotto questo particolare aspetto, è impossibile non considerare Sakura Wars: So Long, My Love come un titolo estremamente datato nelle meccaniche: le fasi adventure non sono altro che una sequela di schermate fisse nelle quali si è chiamati a leggere centinaia di righe di dialoghi prolissi e non sempre incisivi ai fini della trama, in compagnia di personaggi che incarnano i cliché tipici del mondo dei Jrpg più classici. Per gran parte del tempo, dunque, l'unica attività che l'utente è chiamato a compiere è quella di premere il tasto A per far scorrere il testo su schermo: ogni tanto si ha la possibilità di scegliere tra risposte multiple che influenzeranno l'opinione che gli NPC avranno nei confronti di Shinjiro, con effetti tangibili nell'eventuale sviluppo di relazioni romantiche nonché nel loro comportamento in battaglia.
Parlando di combattimenti, Sakura Wars: So Long, My Love sfrutta il cosiddetto sistema ARMS, grazie al quale muovere un massimo di sei unità sul campo spendendo gli action points disponibili nella varietà di mosse a disposizione. Le meccaniche rientrano anche in questo caso nella tradizione degli strategici giapponesi, e chiunque abbia un minimo di familiarità col genere si troverà subito a proprio agio. Anche qui però è impossibile non sottolineare come i cinque anni che il titolo si porta sul groppone si sentano eccome, e si riflettano anche su una realizzazione grafica che solo una sterminata passione per questo tipo di produzioni può far accettare. Insomma, il nostro primo impatto con Sakura Wars: So Long, My Love, pur col beneficio del dubbio in sede di anteprima, non è stato dei migliori: poco ritmato e piuttosto limitante nella sua parte Adventure, antiquato sotto il profilo delle battaglie, il prodotto SEGA appare sostanzialmente come un gioco di un'altra epoca, che potrà piacere ad un pubblico di nicchia legato fortemente ai giochi di ruolo nipponici che andavano tanto di moda nella scorsa generazione di console.
CERTEZZE
- Ambientazione intrigante
- Piacerà ai giocatori filo-nipponici...
DUBBI
- ...ma risulterà incomprensibile a tutti gli altri
- Datato sotto tutti gli aspetti
- Localizzazione discutibile