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Nathan Drake a braccetto con Vita

Le prime ore in compagnia dello spin off di Uncharted!

PROVATO di Antonio Fucito   —   20/12/2011
Uncharted: L'Abisso d'Oro
Uncharted: L'Abisso d'Oro
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Senza dubbio alcuno Uncharted: L'Abisso d'Oro è il titolo più interessante tra quelli che hanno accompagnato il lancio giapponese di PlayStation Vita, innanzitutto perché rappresenta il primo spin off di una serie che su PlayStation 3 non ha sbagliato un colpo, poi perché nel corso dei mesi le nostre prove hanno rafforzato l'idea di avere dinnanzi un titolo molto ambizioso per un portatile, sia dal punto di vista tecnico che di esperienza in single player.

Nathan Drake a braccetto con Vita

La versione definitiva ha la gradita sorpresa della presenza del doppiaggio e dei testi in inglese, il che ci ha permesso di procedere abbastanza spediti nelle prime ore di gioco, le quali mostrano la foresta lussureggiante più volte vista nei video e anche in altri capitoli della saga, pur non essendo la stessa. Dopo il prologo iniziale ci siamo dilettati in diverse sezioni assieme a Dante, primo comprimario di Drake per questa avventura e come lui avido ricercatore di tesori, manufatti e di storia passata. L'avventura è proseguita con tanta esplorazione, qualche sparatoria, l'incontro con Marisa, altra comprimaria, ed infine una fuga, per passare ad una nuova ambientazione completamente inedita e per la quale quindi non diciamo altro.

Nathan Drake a braccetto con Vita

Il sistema di controllo de L'Abisso d'Oro è virtualmente identico a quello degli Uncharted "da casa", con i tasti dorsali per mirare e sparare ed il secondo analogico vitale per controllare un telecamera come sempre fiore all'occhiello della serie. Il cambio d'arma e le granate sono demandate alla croce digitale mentre il gioco fa largo uso dei controlli touchscreen sia in maniera facoltativa e sostitutiva dei controlli classici, sia in aggiunta e per risolvere ad esempio i puzzle. Tra i controlli touch sostitutivi ne esistono alcuni oggettivamente poco utili, vedi il salto o la scalata, altri che a nostro modo di vedere possono risultare più comodi come lo slide su una serie di sporgenze che permette a Drake di raggiungere in automatico il punto finale concentrandosi sul paesaggio. La stessa cosa vale per la navigazione dei menu e per la possibilità di utilizzare il sensore di movimento di PlayStation Vita per aggiustare ulteriormente la mira col fucile da cecchino oppure in altri frangenti, compresi lo zoom di alcune armi e della macchina fotografica.

Nathan in miniatura

Seppur nelle prime ore di gioco non abbiamo preso parte a momenti memorabili come accaduto nel secondo e terzo capitolo di Uncharted, le situazioni tipo ci sono tutte e i dialoghi con le sequenze di intermezzo godono sempre di un'ottima regia e transizione perfetta con il gameplay. Non ci è piaciuta però la scelta da parte di Sony Bend (quelli di Syphon Filter per PSP) di implementare avversari più lenti e meno reattivi rispetto al solito, forse per paura di rendere le sparatorie troppo complicate per gli utenti meno smaliziati con i controlli di PlayStation Vita.

Nathan Drake a braccetto con Vita

Detto questo, lo sviluppatore ha introdotto qualche idea per differenziare un minimo il titolo dai suoi fratelli maggiori: durante l'esplorazione abbiamo sperimentato molti più collezionabili da raccogliere e manufatti da individuare per rivelare la storia che ruota attorno al gioco. Le cinque sezioni che compongono l'avventura principale (la prima ad esempio ha tre capitoli, la seconda quattro) sono accompagnate infatti da un certo quantitativo di puzzle da risolvere, oggetti da scovare e fotografie di luoghi di interesse da scattare. In quest'ultimo caso bisogna regolare lo zoom e l'inquadratura esattamente alla stessa maniera della foto richiesta. Per fortuna in prossimità di un luogo di interesse e a meno di non correre all'impazzata senza mai fermarsi, appare su schermo un'icona della telecamera, che conferma di essere nel punto giusto per catturare una bella foto. Per quanto riguarda invece i puzzle, tutti quelli che abbiamo incontrato fino a questo punto sono legati alle caratteristiche touchscreen della console: alcuni sono obbligatori per andare avanti, altri per completare ogni sezione al 100%. Abbiamo quelli legati al semplice sfregamento di tavolozze, la loro raccolta e composizione, ed altri dove esistono ingranaggi da attivare e crediamo (e speriamo) che andando avanti possano aumentare di complessità.

Ad ogni modo ci è parso di capire che gli sviluppatori hanno preferito la fase di avventura (che diventa esplorazione perché i tesori si trovano spesso lontano dalla strada principale) e di interazione con i puzzle a discapito delle sparatorie; andando avanti magari le cose cambieranno, ma come impostazione siamo più vicini ai primi due capitoli che al terzo. Questo anche per quanto riguarda la parte tecnica, dove non ci sono le mille animazioni di Drake contestuali all'ambiente circostante e dove ad esempio non c'è la possibilità di rilanciare una granata. Uncharted: L'Abisso d'Oro si candida comunque senza troppe perplessità ad essere il titolo tecnicamente più incredibile mai apparso su un dispositivo portatile.

Nathan Drake a braccetto con Vita

I colori sgargianti, i poligoni presenti in abbondanza, il frame rate stabile e le scelte artistiche rendono l'impatto assolutamente eccezionale, peccato per la presenza di un po' di aliasing la cui mancanza avrebbe reso la grafica ancora più bella da vedere. Per gli amanti dei paragoni diciamo subito che la distanza soprattutto col terzo capitolo non è poca - parliamo in termini di definizione, effetti grafici, esplosioni e dettaglio su schermo - ma alcuni artifici creati ad arte e lo schermo più piccolo e molto più definito di PlayStation Vita la fanno sembrare meno elevata di quella che in realtà è. Per questo e altro ancora fa una certa impressione vedere un capitolo di Uncharted con così pochi compromessi su una console portatile, anche in termini di sistema di controllo e fondamenta del gameplay. Le paure sono legate al fatto che nella sua interezza l'avventura principale potrebbe mancare di quel mordente ed esaltazione che hanno caratterizzato i capitoli per PlayStation 3, ma Uncharted: L'Abisso d'Oro è sicuramente uno di quei titoli da mettere al primo posto per chi è intenzionato ad acquistare PlayStation Vita al lancio europeo.

CERTEZZE

  • Tecnicamente al top per i dispositivi portatili
  • Gameplay e sistema di controllo con pochissimi compromessi

DUBBI

  • Longevità e mordente dell'avventura principale nella sua interezza