Lo sappiamo, anche voi siete in fervente attesa del nuovo capitolo della serie Animal Crossing. La data di lancio di Animal Crossing: New Horizons si avvicina rapidamente, è fissata per il prossimo 20 marzo 2020. Intanto, però, c'è tutto il tempo per fare il punto sull'intera storia del franchise, che ogni fan che si rispetti dovrebbe assolutamente conoscere. Ci siamo già occupati della storia della serie di Animal Crossing: questo secondo articolo sarà dedicato invece agli episodi spinoff e curiosità varie. Sapevate, ad esempio, che di Animal Crossing esistono anche un simulatore d'arredamento e persino un gioco da tavolo? Tra qualche alto e alcuni bassi evidenti, vi raccontiamo anche di questi episodi.
Animal Crossing: Happy Home Designer
Cominciamo con un videogioco della serie che, tutto sommato, ha fatto un gran bene al franchise degli animaletti Nintendo, e cioè Animal Crossing: Happy Home Designer. Notate da subito come questo, e gli altri due titoli di cui vi parleremo nell'articolo, sono stati pubblicati in anni recenti, rispetto alla storia generale del brand: forse per esplorare nuove strade che poi, beh, sono terminate immediatamente. O forse perché ad un certo punto Animal Crossing ha avuto bisogno di potenziarsi in determinati aspetti, che meritavano un trattamento ad hoc. Oppure ancora, infine, semplicemente perché Nintendo ha avuto bisogno di riempitivi durante il periodo di Nintendo Wii U, quando nessun capitolo della serie Animal Crossing è stato pubblicato su console. Se non esiste, saremo noi a coniare un termine per caratterizzare Animal Crossing: Happy Home Designer, e cioè "simulatore di arredamento". Il gioco venne pubblicato in esclusiva su Nintendo 3DS nel corso del 2015, a partire dal 30 luglio in Giappone, passando il 25 settembre successivo per l'America del Nord, fino ad arrivare all'Europa e al Regno Unito (rispettivamente il 2 e il 3 ottobre 2015). Perché Animal Crossing: Happy Home Designer è un Animal Crossing atipico? La questione è semplice: richiede al giocatore, semplicemente, di arredare le abitazioni dei propri abitanti preferiti, e anche di quelli che non gli piacciono particolarmente.
In Animal Crossing: Happy Home Designer il protagonista (un Abitante, o Crosser, come nei capitoli della serie principale) viene assunto dall'agenzia immobiliare di Tom Nook e affiancato a Casimira: avrà il compito di curare da zero gli ambienti interni ed esterni delle abitazioni dei singoli personaggi della serie, e nel gioco ce ne sono davvero tantissimi; per la prima volta inoltre ha reso possibile occuparsi anche dell'esterno e del giardino, cosa che non era invece possibile in Animal Crossing: New Leaf. Eppure i collegamenti tra Animal Crossing: Happy Home Designer e Animal Crossing: New Leaf sono davvero evidenti, a partire dal mondo e dal motore di gioco per arrivare alla stessa agenzia di Tom Nook, che nel capitolo della serie principale fornisce un abitazione al giocatore appena arrivato a vivere sulla sua isola.
Il titolo in questione fu importante principalmente per due motivi. Il primo è legato alla commercializzazione delle carte Amiibo e degli Amiibo stessi, le statuine Nintendo: assieme alla copia di gioco, il giocatore riceveva anche un lettore NFC da collegare a Nintendo 3DS, 3DS XL e 2DS. Le carte permettevano (e consentono tuttora) di sbloccare nuove abitazioni da arredare all'interno del gioco, con possibilità inedite; ovviamente i pacchetti di carte Amiibo venivano venduti nei negozi, con una ricca (e costosa) collezione da completare.
Il secondo motivo per il quale il titolo va ricordato: presentandosi come dettagliatissimo editor di arredamento, ha fornito un meccanismo raffinato (touch screen) poi ripreso da Animal Crossing: Pocket Camp, e che probabilmente tornerà (in base a quanto visto finora) anche in Animal Crossing: New Horizons. Happy Home Designer è stato accolto in modo altalenante, e secondo il parere di chi scrive è forse uno degli episodi spinoff della serie più riusciti e sensati.
Animal Crossing: Amiibo Festival
Sono tanti, gli elementi in comune tra Animal Crossing: Happy Home Designer e il qui citato Animal Crossing: Amiibo Festival, ma ciò non impedisce di riconoscere nel primo un arrivo tutto sommato sensato e gradevole, e nel secondo quasi una calamità nella storia della serie. Venduto a prezzo pieno, e con due statuine Amiibo incluse nella confezione (Fuffi e il fratello Fofò), Amiibo Festival si presentò sulla già di per sé sventurata Nintendo Wii U nel 2015, come party game. Un party game a tema Animal Crossing, avete capito bene.
Il fatto che il prezzo scese rapidamente già nei mesi successivi al lancio rende bene l'idea dell'accoglienza riservata ad Animal Crossing: Amiibo Festival. Né ci sentiamo di dover riabilitare in qualche modo il gioco in questione, che fondamentalmente doveva avere lo scopo (nell'idea degli sviluppatori) di aiutare le vendite degli Amiibo della serie Animal Crossing, pressoché inservibili per qualsiasi altro scopo che non fosse il puro collezionismo o l'utilizzo nel ben più gradevole e divertente Happy Home Designer su Nintendo 3DS.
Al di là di questo, in Happy Home Designer era possibile giocare anche senza gli Amiibo, mentre in Amiibo Festival senza le statuine la partita neppure incominciava; senza tra l'altro poi motivare in qualche modo la loro presenza, dato che l'offerta videoludica consisteva in un gioco da tavolo standardizzato sotto ogni aspetto, che neppure sfruttava le potenzialità di Nintendo Wii U. Aya Kyogoku, il director del gioco, sottolineò a suo tempo che Animal Crossing: Amiibo Plaza non cercava di competere con Mario Party, perché quest'ultimo si concentrava maggiormente sui minigiochi.
Ecco, magari sarebbe stato meglio se ci avesse provato anche lo spinoff di Animal Crossing. Ma al di là di qualche dado lanciato, di una pedana fedelmente ricreata sui villaggi e sulle stagioni dei capitoli della serie principale, e delle simpatiche scene d'intermezzo, Amiibo Plaza non aveva niente di che da offrire ai giocatori. Che dunque decisero di farne a meno.
Animal Crossing: Pocket Camp
Animal Crossing: Pocket Camp è stato un momento importantissimo per il franchise degli animaletti Nintendo, con buona pace di chi neppure considera "videogiochi" i titoli resi disponibili su smartphone Android e dispositivi iOS. Al di là della sua offerta contenuta a causa dei limiti dell'hardware che ha dovuto accoglierlo, Pocket Camp ha saputo offrire un punto di snodo rilevante, convogliando le sperimentazioni dell'editor di Happy Home Designer con meccaniche completamente inedite.
Il crafting, ad esempio, su cui sappiamo che tornerà ad insistere parecchio il sempre più vicino Animal Crossing: New Horizons. Già in Pocket Camp il protagonista ha dovuto raccogliere certe tipologie di materiali per poi permettere a Merino di fabbricarvi gli oggetti desiderati; il tutto era legato ai meccanismi di titoli mobile di questo tipo, con la necessità di tornare a giocare anche a distanza di ore per raccogliere i frutti di tanto duro lavoro. Probabilmente il crafting sarà molto più profondo e importante, in New Horizons, ma è Animal Crossing: Pocket Camp che ha saggiato la sua popolarità tra le nuove meccaniche proposte ai giocatori.
Non si tratta dell'unico primato vantato da Animal Crossing: Pocket Camp, in realtà. Ma per permettervi di capire la portata dell'innovazione del titolo, occorrerebbe direttamente un secondo articolo dedicato, quindi preferiamo rimandarvi alla recensione di Animal Crossing: Pocket Camp, curata da chi scrive a suo tempo, anni fa. Ci limitiamo qui a segnalare che l'arrivo degli eventi a tema e stagionali del gioco mobile sarà probabilmente ripreso anche in Animal Crossing: New Horizons; in modo molto criptico, Nintendo ha infatti fatto riferimento a questo tipologia di rilascio di contenuti post-lancio nello scorso Nintendo Direct. Ricordiamo che Pocket Camp ha accolto anche partnership con altri franchise e titoli della Grande N, basti citare Super Mario, Sanrio ed Hello Kitty: quante di queste verranno riprese anche su Nintendo Switch, in un capitolo della serie principale?