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Animal Crossing: New Horizons, la nostra prima settimana

Vi raccontiamo come abbiamo vissuto la nostra prima settimana nell'isoletta di Animal Crossing: New Horizons che abbiamo chiamato Portogatto

SPECIALE di Christian Colli   —   25/03/2020
Animal Crossing: New Horizons
Animal Crossing: New Horizons
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Ora che Animal Crossing: New Horizons è arrivato sugli scaffali e ogni embargo è scaduto, possiamo finalmente condividere con voi le nostre esperienze sulla nostra isoletta privata. Molti giocatori stanno cominciando il loro pacchetto vacanze Nook proprio in questi noiosi giorni di quarantena, e come abbiamo scritto nella nostra recensione Animal Crossing è il titolo ideale da giochicchiare per ammazzare il tempo e sfuggire per qualche ora alla triste realtà del Coronavirus. Sono stati in molti, però, a ripeterci la stessa domanda: che cos'ha di speciale questo videogioco? In che modo rappresenta una forma di escapismo? E che cosa significa "vivere" a Portogatto? Spiegarlo in poche parole non è semplicissimo, e così abbiamo pensato di raccontarvi la nostra prima settimana di gioco, giorno per giorno, come una specie di diario...

Giorno 1

Siamo partiti per un'isoletta nell'emisfero settentrionale il 26 febbraio 2020. Il viaggio è stato piacevole: il servizio della Dodo Airlines non è niente male, almeno non ti offrono i panini della sera prima come fa Ryanair. Abbiamo viaggiato insieme ad altri due passeggeri che, come noi, hanno deciso di acquistare il pacchetto vacanze Nook: Cigliola è una scoiattolina vivace e piena di energia, Amleto un criceto con la fissa dello sport. Tom Nook ci ha accolto insieme ai nipoti Mirco e Marco: Tom probabilmente non si ricorda di noi, ma abbiamo già avuto a che fare con lui in passato e non abbiamo potuto fare a meno di guardarlo con sospetto mentre ci spiegava il programma. Prima di tutto abbiamo dovuto cercare uno spazio in cui montare la nostra tenda: abbiamo scelto il praticello che si affaccia sul fiume che divide l'isola a metà, e ci siamo sistemati poco distanti dalla piazza centrale. Abbiamo aiutato Amleto e Cigliola a montare le loro tende, poi siamo tornati dai Nook per aiutarli a preparare la festa di benvenuto.

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Come volevasi dimostrare, anche questa volta abbiamo dovuto rimboccarci le maniche. Tom ha insistito per allestire un falò in piazza, ma per far ciò abbiamo dovuto raccogliere un po' di rami in giro per l'isola. A questo punto il sole stava già tramontando e sull'isoletta soffiava una brezza fresca che scuoteva le fronde degli alberi, facendo frusciare le foglie tutt'intorno a noi. Trovare i rami è stato facile, ma poi abbiamo dovuto procurarci anche un po' di frutta: sembra che su questa isola crescano mele in abbondanza, perciò abbiamo fatto in fretta e siamo tornati da Nook con un bel cesto pieno di mele succose. La festa è stata sobria: al calare della sera, Tom Nook ha acceso il falò e ci ha riunito intorno ad esso per battezzare l'isola. Ciascuno di noi aveva la propria idea, ma la nostra sembra aver convinto tutti e alla fine abbiamo chiamato l'isola Portogatto.

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Abbiamo deciso quindi di fare un sonnellino per cominciare la nostra nuova vita a Portogatto nel pieno delle forze. Sarà stata l'emozione, sarà stato il jet-lag, ma non è che abbiamo dormito benissimo. Abbiamo sognato il famoso K.K. Slider e per un attimo abbiamo creduto che non fosse accaduto veramente e che saremmo tornati alle tetre giornate scandite dallo spettro di un nemico invisibile che vuole privarci a tutti i costi della libertà. Qualche ora dopo ci siamo svegliati di nuovo a Portogatto e, uscendo dalla nostra tenda, ci siamo trovati davanti Tom Nook. Il procione ci ha regalato il Nook Phone, un ritrovato della tecnologia che dovrebbe aiutarci a vivere meglio la nostra lunga vacanza a Portogatto, e poi... ci ha chiesto quasi 50.000 stelline per tutti i servizi. Come volevasi dimostrare. Non avendo un soldo bucato, abbiamo accordato un pagamento in Miglia: è un nuovo servizio della Nook Inc. che ricompensa gli abitanti dell'isola per le loro attività. Purtroppo possiamo saldare soltanto una prima rata in Miglia, dopodiché dovremo rimboccarci le maniche e mettere da parte ogni stellina possibile. Riguardo a questo, Tom ci ha spiegato come usare il tavolo del fai da te nel suo tendone per costruire gli strumenti e gli altri oggetti che ci serviranno a pescare, a catturare insetti e ad abbellire l'isola. Ci penseremo domani.

Giorno 2

La nostra seconda giornata a Portogatto è stata molto più tranquilla. Superato l'entusiasmo delle prime ore, abbiamo cominciato a prendere la vacanza con più calma e ci siamo impegnati a studiare le app installate nel Nook Phone. Tom ha pensato a tutto: c'è una app per il suo programma a Miglia, ce n'è una che cataloga ogni insetto che catturiamo o pesce che peschiamo, c'è un'app dedicata al fai da te e una per le nostre creazioni personali... C'è persino una app per chiamare i soccorsi nel caso in cui dovessimo restare bloccati da qualche parte. Potremmo usarla anche per spostarci velocemente da un punto all'altra dell'isola, in effetti, però costa Miglia. E da questo momento le Miglia ci serviranno per abbellire l'isola e scaricare nuove app sul Nook Phone.

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Siamo anche a corto di stelline e la tenda comincia a essere troppo piccola. C'è posto giusto per una brandina e una lampada. È vero che siamo in vacanza e che abbiamo un passato da boy-scout, ma come si fa a dire di no alla proposta di una casa vera e propria? Ne abbiamo parlato con Tom, il quale è stato felicissimo di preparare la costruzione di una casetta tutta nostra, col tetto turchese, al modico prezzo di 98.000 stelline. Sembra che passeremo le prossime giornate a raccogliere frutta e conchiglie... Fortunatamente, mamma ci ha spedito un bel regalo per posta: tre ciliegie. Certo avrebbe potuto sprecarsi un po', ma su questa isola non crescono ciliegie, quindi se cominciassimo una piantagione siamo sicuri che Mirco e Marco ce le pagherebbero più delle mele...

Giorno 3

Qualcuno ci spieghi come è comparsa questa casa. Cioè, sapevamo che ce ne avrebbero costruita una, ma non certo in una notte e sicuramente non intorno a noi mentre dormivamo. E poi, dov'è finita la nostra tenda? Devono averci drogati, perché ci siamo svegliati dopo il tramonto. Non ci sono altre spiegazioni. Dove siamo finiti? Che cos'è veramente quest'isola? Perché ci rimbomba nelle orecchie la sigla di Lost? Ad ogni modo, nella cassetta delle lettere abbiamo trovato una missiva dell'Accademia delle Case: sembra che dovremo arredare bene la nostra casetta se vogliamo i loro ricchi premi e cotillons. Essendo già tarda serata, ci siamo limitati a gironzolare per l'isola, raccattando Miglia e oggettini da vendere a Marco e Mirco. C'è stata una novità, però: i nipoti di Tom Nook hanno intenzione di aprire una bottega tutta loro sull'isola, e ovviamente hanno chiesto il nostro aiuto. Quando si dice che buon sangue non mente... Hanno bisogno di legna normale, legna morbida, legna dura e ferro in quantità industriale. Ci sono parecchi alberi che possiamo tagliare con l'ascia che ci siamo fabbricati col fai da te, mentre per il ferro non sarà altrettanto facile: abbiamo scoperto che possiamo estrarlo dalle rocce nell'isola, che però sono soltanto cinque, qualche volta non contengono ferro e ogni giorno cambiano posizione. Non saremo morti e finiti nell'aldilà?

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Giorno 4

Il quarto giorno a Portogatto è stato piuttosto tranquillo, come a dire che non è successo niente di speciale. Crediamo di aver trovato una routine quotidiana soddisfacente: ci alziamo, facciamo colazione, gironzoliamo per l'isola e raccogliamo frutta, conchiglie, materiali per Mirco e Marco, pescando un pesce qua, catturando un insetto là, scoppiando i palloncini che ci volano sopra la testa di tanto in tanto. Questa cosa, in particolare, ci ha fatto riflettere. Chi appenderebbe mai a un palloncino un mobile, un indumento o un frutto? È molto strano e ci ha ricordato i celebri Hunger Games. Abbiamo cominciato a pensare che qualcuno ci stia osservando. Tom Nook ci nasconde qualcosa. Ci ha chiesto di trovare un posto per la tenda di Blatero, un'altra vecchia conoscenza che si trasferirà a Portogatto per studiare la fauna dell'isola. Volevamo parlarne con Amleto e Cigliola, ma i due animaletti, che vivono ancora nelle loro scomode tende - plebei! - sembrano completamente ignari delle stranezze che ci circondano. Abbiamo concluso la giornata annaffiando i fiori in giro per l'isola e fabbricando un banco da lavoro grezzo per non dover lavorare sempre sotto gli occhietti curiosi dei Nook.

Giorno 5

Oggi ci siamo svegliati sotto una pioggerellina fitta fitta che ha costretto tutti gli abitanti di Portogatto a girare con l'ombrello. Tutti tranne noi. Una volta qualcuno disse: l'uomo coraggioso ama sentirsi la natura sulla pelle. E poi il centro servizi è letteralmente a due passi da casa nostra. Abbiamo fatto quattro chiacchiere coi Nook, quindi siamo andati a salutare Blatero, il nuovo arrivato. Blatero è un vecchio gufo narcolettico con un paio di lauree in zoologia e paleontologia: ha montato la sua tenda nello spazio in riva al fiume che gli abbiamo riservato e ora vuole metter su un vero e proprio museo. Ha accettato di prendersi cura delle creaturine che abbiamo catturato per lui, ma sarebbe più interessato a studiare i fossili che si trovano sotterrati in tutta l'isola. A questo scopo, ci ha insegnato a fabbricare l'asta da salto, con la quale abbiamo potuto finalmente scavalcare i fiumi ed esplorare l'altro versante dell'isola. Purtroppo non riusciamo ancora a salire sulle alture, e per adesso dovremo accontentarci dei fossili al livello del mare.

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A proposito di mare... abbiamo salvato un naufrago! Be', non che stesse morendo, più che altro stava dormendo, comunque questo gabbiano di nome Gulliver ci ha chiesto di trovare i pezzi della sua trasmittente disseminati per tutta la spiaggia. C'è voluto un po' ma alla fine siamo riusciti nell'impresa e Gulliver ha potuto chiamare i soccorsi. Prima di salutarci, il marinaio ci ha promesso che saremo ricompensati per le nostre buone azioni. Su queste note, siamo tornati a casa a schiacciare un pisolino.

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Giorno 6

A Portogatto succedono le cose più bizzarre. Noi lo sospettavamo che quest'isola avesse qualcosa di strano, ma non immaginavamo che fosse un punto di contatto col regno dei defunti. La sera del sesto giorno di vacanza abbiamo fatto il solito giro dell'isola a caccia di fossili, insetti rari e frutta da vendere, quando ci siamo imbattuti in un fantasma. La cosa assurda è che Spirideo - così poi ha detto di chiamarsi... - si è spaventato così tanto da essersi letteralmente scomposto in mille pezzi ectoplasmatici. E indovinate chi ha avuto l'ingrato compito di recuperarne almeno cinque? Fortunatamente non è stato poi così difficile fare gli acchiappafantasmi, è bastato il nostro retino e un po' di pazienza, ma alla fine siamo riusciti a riformare Spirideo che, per ringraziarci, ci ha fatto scegliere tra qualcosa di nuovo e qualcosa di caro per ricompensa.

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Abbiamo scelto qualcosa di nuovo perché, diciamocelo, casa nostra sembra la stanzetta di una monaca di clausura, e ci siamo ritrovati in tasca un paio di occhiali nuovi. Sarebbe stata meglio una TV. Ad ogni modo, è stata una giornata interessante, specialmente perché siamo riusciti a portare a Blatero tutti i reperti di cui aveva bisogno per costruire il suo museo, anche se dovremo aspettare un giorno intero per poterlo inaugurare.

Giorno 8

Caro diario, ieri non ti abbiamo scritto perché non è successo nulla di particolare. Coi lavori in corso per il museo, abbiamo preferito concentrarci sul commercio e il fai da te, abbiamo arredato un po' casa e spiato i nostri vicini. A questo punto siamo piuttosto sicuri che ci sia del tenero tra Cigliola e Amleto, ma comunque è stata una giornata faticosa e siamo crollati sulla branda prima di riuscire a scrivere i nostri pensieri. A proposito: dobbiamo proprio fabbricarci un letto vero. Oggi, invece, sono successe un po' di cose che vale la pena raccontarti.

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Ci siamo svegliati dopo il tramonto, ancora in tempo per la cerimonia di inaugurazione del museo che ha riunito tutti gli abitanti di Portogatto sotto una delicata pioggerellina primaverile. Blatero è entusiasta del suo nuovo museo che, dobbiamo proprio ammetterlo, è veramente spettacolare. La frutta non è ricresciuta sugli alberi della nostra isola, così ci è venuta un'idea: abbiamo comprato un coupon Miglia di Nook e lo abbiamo scambiato alla Dodo Airlines per raggiungere un'isoletta nelle vicinanze. Sinceramente non siamo proprio convinti che sia un'iniziativa intelligente portare turisti da un'isola all'altra senza effettuare gli opportuni controlli sanitari, fatto sta che su quest'isola abbiamo incontrato Kitt, uno strano canguro che ha partecipato all'iniziativa proprio come noi e che ha deciso di trasferirsi a Portogatto dopo che gliene abbiamo parlato così bene.

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Insomma, la nostra piccola comunità si sta espandendo, caro diario, e nei prossimi giorni saremo occupatissimi: Tom Nook sembra avere un piano per il futuro dell'isola, anche se le sue intenzioni restano ancora misteriose. Cercheremo di scoprire qualcosa di più. Dietro questa facciata innocua e pacifica, Portogatto nasconde un segreto inquietante, ne siamo certi.

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