Da oggi Anthem è ufficialmente disponibile per tutti i possessori di PC, PlayStation 4 ed Xbox one e noi siamo pronti per darvi le ultime, veloci considerazioni sulla nostra prova, prima del giudizio definitivo, a seguito della prima grande apertura dei server a tutta l'utenza. Come detto nel corso del precedente articolo, oggi ci soffermeremo su quelle che sono le differenze in senso stretto delle quattro classi e cercheremo quanto più possibile di dipanare i vostri dubbi sulle attività e sulla scelte da compiere inizialmente. Discorso diverso per quanto riguarda la narrazione, della quale parleremo in maniera definitiva nel corso della recensione vera e propria.
Guardiano
È evidente che non esista una regola valida per ogni giocatore. Ognuno sceglie il proprio fidato Javelin in base al gusto personale, alle sue capacità combattive o a quelle di mobilità. Ciò che però indubbiamente si può dire, è che il Guardiano sia la classe che più di ogni altra è in grado di bilanciare attacco e difesa, agilità e fermezza. Javelin di partenza, ma che è possibile scambiare già dalle prime battute di gioco (per poi perderlo per la successiva manciata di ore) il Guardiano rappresenta la seconda generazione di Javelin dedita alla protezione di Fort Tarsis. A dire il vero la sua peculiare capacità di essere la classe più ibrida tra le disponibili, la tramuta automaticamente anche in quella meno forte sui singoli elementi. In volo è sufficientemente agile e vanta una resistenza media a mezz'aria, prima di precipitare per il surriscaldamento. Classe improntata alla "manovalanza" più pura, può sfruttare le sue skill alla bisogna, sia per scagliare potentissimi attacchi esplosivi, che per generare scudi in grado di proteggere la propria squadra. A completare il pacchetto ci pensa una ultimate dal forte potenziale distruttivo, in grado di scagliare una raffica di missili in direzione di un quantitativo di nemici variabile, in base ai target acquisiti durante la preparazione del colpo.
Colosso
Di nome e di fatto, il Colosso nasconde alcune particolari forze, ma altrettante debolezze. Nata come classe tank del titolo, termine che identifica coloro chiamati ad assorbire i danni degli avversari dando la possibilità agli altri di preparare una controffensiva, si tratta forse della classe più difficile da utilizzare in un'ottica di squadra. La mobilità è quasi inesistente e la mancanza di scudo energetico viene ottemperata dalla possibilità di estrarne uno fisico all'occorrenza. Questo elemento richiede un'attenzione in più da parte del giocatore, ma gli consente di ricaricare lo scudo in un attimo riponendolo ed estraendolo nuovamente. Tra le altre cose, si tratta dell'unica classe a poter vantare nel proprio arsenale gatling, lanciagranate e lanciafiamme, trasformandolo in una bocca da fuoco fuori dall'ordinario. Al contrario, se non utilizzato adeguatamente, il colosso finisce per tramutarsi in una lenta palla al piede, poco utile al gioco di squadra e dannatamente individualista. Scegliete questo Javelin se la forza bruta e la prima linea in battaglia fanno per voi.
Tempesta
Indubbiamente il più abusato dei Javelin presenti in questa versione base del titolo, Tempesta ne è anche l'unico realmente avvicinabile ad un mago elementale. In ordine di tempo anche l'ultimo messo a punto a Fort Tarsis, Tempesta rappresenta quanto di più brutale sia possibile creare per mettere in difficoltà l'avversario. Non particolarmente agile, ma in grado di fluttuare sul terreno, ciò che lo contraddistingue ampiamente dagli altri è la straordinaria capacità di restare in volo a mezz'aria per lunghissimo tempo. Oltre a darvi una posizione di vantaggio sui nemici, Tempesta raddoppia la resistenza dei propri scudi quando fluttua in aria; a fianco a questo, si piazzano le sue capacità elementali, difficilmente riscontrabili nelle altre classi e che trovano nelle sue skill base una quantità di combinazioni esagerata. Tra stalattiti di ghiaccio, fulmini e ondate di fuoco, Tempesta è in grado di fare il bello e il cattivo tempo nel mondo di Bastion, aumentando a dismisura la possibilità di combo elementali della squadra. A coronare la sua straordinaria potenza, ci pensa una ultimate che fatichiamo a non considerare la più potente in termini distruttivi. Le tre enormi rocce che scaglia sui nemici, ognuna di un diverso elemento, mandano al tappeto quasi ogni creatura del gioco.
Intercettore
Arriviamo ora all'ultima delle classi. L'Intercettore rappresenta la più particolare tra le varianti. Scegliere l'Intercettore significa modificare totalmente il proprio approccio al gameplay, trasformando lo shooter in terza persona, in un ibrido action che da il meglio di se tra attacchi corpo a corpo e colpi di fucile a pompa. L'agilità è il cavallo di battaglia di questa classe, e la possibilità di utilizzare le sue due daghe per colpire continuamente gli avversari in una sorta di strana danza lo rendono il Javelin più particolareggiato. Anche le abilità di classe si differenziano fortemente dagli altri, tra bombe tossiche, granate a grappolo e shuriken in sequenza. Queste caratteristiche fanno dell'intercettore quanto di più vicino ad un ninja sia possibile trovare all'interno di Anthem. Probabilmente la classe più difficile da padroneggiare, e ampiamente incentrata sull'individualità (a differenza del Colosso), con la giusta combinazione di componenti può risultare devastante con i suoi attacchi mordi e fuggi. Più che in ogni altro caso le armi dal forte impatto ravvicinato diventano le migliori amiche degli Intercettori, e imparare a muoversi con la giusta scioltezza sulle mappe di gioco (tra tripli salti, dash e volo) fa la differenza tra un Intercettore distruttivo e uno che passerà buona parte delle missioni in avaria in attesa di una rianimazione. La sua ultimate gli consente di attaccare per una buona dose di secondi solo in corpo a corpo, eliminando le armi da fuoco e mentre si è totalmente invincibili. Il consiglio è quello di scegliere l'Intercettore come secondo strale disponibile, così da avere fin da subito una variante di gameplay talmente profonda da modificare totalmente il vostro approccio alle missioni.
E la recensione?
Per chi se lo stesso chiedendo, la recensione arriverà nei prossimi giorni. Ci è sembrato corretto attendere l'uscita dell'immancabile patch del dayone e di testare a fondo il gioco in questo primo weekend di apertura al grande pubblico. Abbiamo passato quasi cinquanta ore su Anthem nel momento in cui scriviamo, completando praticamente tutto il completabile e dialogando con ogni singolo personaggio non giocante che Fort Tarsis ci metteva a disposizione. La prova reiterata delle attività dell'attuale end game (al quale vi ricordiamo andrà aggiunto l'Atto uno in uscita a marzo) decreterà il successo o il fallimento di una formula che ancora deve convincerci appieno, a causa di un'interfaccia obsoleta e di scelte di design poco felici. Ciò non toglie che Anthem ci stia divertendo, e anche tanto, e questo è ciò che più conta per un titolo del genere.