Gli Aragami sono dei guerrieri afflitti da una maledizione che corrode il corpo e la mente, dandogli però il potere di controllare la Shadow Essence, energia oscura che li dota di capacità eccezionali, che vanno ben oltre quelle umane. Il primo capitolo della serie omonima si è rivelato la classica sleeper hit, capace di vendere centinaia di migliaia di copie sulla lunga distanza. Da quel successo nasce Aragami 2, di cui abbiamo provato una versione semi definitiva, piena di luci e ombre.
Meccaniche di gioco
In termini di gameplay Aragami 2 è un action stealth in terza persona ambientato in un Giappone feudale più magico che reale, in cui si ha il controllo diretto del personaggio principale (avete presente la serie Tenchu?). Il gioco inizia con una missione tutorial in cui ci vengono spiegate le basi del sistema di controllo e degli altri sistemi.
Il nostro ninja può correre, compiere prodigiosi balzi nell'ombra con cui schivare i colpi nemici in combattimento o aggrapparsi alle sporgenze e nascondersi nell'erba alta diventando praticamente invisibile. Dispone anche di uno sguardo che gli consente di visualizzare immediatamente le sagome dei nemici e quelle degli oggetti utili entro un certo raggio d'azione. Naturalmente sa maneggiare la spada con grande maestria.
Giocando e spendendo i punti guadagnati salendo di livello si sbloccano altre abilità da un albero che sembra abbastanza articolato. Ad esempio si potranno attirare i nemici verso la posizione del giocatore, oppure si renderà il personaggio principale più elusivo con un potenziamento dello stealth. Comunque sia, dopo il tutorial finiamo in un villaggio dove ci sono altri come noi. Gli abitanti stanno morendo e il nostro obiettivo diventa quindi quello di salvare tutti, facendo il prima possibile.
Il villaggio è una grande area hub dove si può parlare con vari personaggi non giocanti, oppure si possono spendere punti abilità al dojo, o ancora si può acquistare equipaggiamento dal fabbro locale. Non essendoci pericoli, è anche un ottimo modo per prendere mano con il sistema di controllo, correndo sui tetti e saltando da una parte all'altra per mettere alla prova la nostra agilità.
Quando si è soddisfatti, si può andare a leggere la bacheca del villaggio e prendere le prime missioni. Gli obiettivi da raggiungere sono quanto mai vari: uccidere dei bersagli, trovare degli oggetti o marcare delle casse di rifornimento, tanto per fare qualche esempio. All'interno delle mappe però si trovano anche vari oggetti, come soldi, progetti per la forgia, statue e poco altro. Raccogliere tutto non è obbligatorio, ma spesso si è costretti a farlo per far crescere più velocemente il protagonista.
Gameplay
Il gameplay di Aragami 2 è davvero molto fluido, non solo in termini grafici. Le tecniche di stordimento, come quelle di uccisione, sono pensate per creare più possibili vie di fuga per il giocatore. Immaginate di avvicinarvi a una guardia, stordirla, quindi sollevare il corpo per nasconderlo, mentre sta sopraggiungendo un'altra guardia. Per eliminare la minaccia, non ci resta che stordire anche lei. Per farlo abbiamo diversi sistemi: arrivarle alle spalle e colpirla con il potere dell'ombra; aspettare che si avvicini a una sporgenza e poi addormentarla o ucciderla tirandola di sotto; usare degli oggetti consumabili, da pagare in moneta sonante al villaggio e così via.
In realtà il gioco ci lascia una buona libertà di scelta su come procedere: vogliamo raggiungere l'obiettivo passando dai tetti? Possiamo. Vogliamo cercare di non uccidere nessuno durante una missione? Perché no (anche se a volte è impossibile). Vogliamo combattere contro tutto e tutti? Possiamo fare anche questo. Certo, in alcuni momenti il map design sembra essere stato pensato come un vero e proprio imbuto e obbliga a compiere determinate azioni invece di altre, ma queste "imposizioni" non rovinano il feeling generale e sono presenti soprattutto all'inizio, per poi perdersi.
Il sistema di combattimento in sé sembra essere molto semplice, forse fin troppo: è basato sulle classiche meccaniche che alternano parate ad attacchi rapidi, in cui l'obiettivo principale è consumare la barra della resistenza dell'avversario per poter poi portare dei colpi letali (o stordirlo, così da non perdere punti nel riepilogo finale del livello). Il problema è che in Aragami 2 sembra essere molto meglio schivare del tutto gli scontri diretti, visto che quando c'è più di un avversario da affrontare contemporaneamente tende a diventare confusionario e poco gestibile. In certi casi abbiamo preferito darci alla fuga, contando sulla scarsa soglia d'attenzione dei nostri inseguitori per dileguarci: bastano due salti ben fatti e un nascondiglio per farli tornare calmi e tranquilli nel giro di pochi secondi.
Luci e Ombre
Durante il tempo che abbiamo passato con Aragami 2 sono emersi anche perplessità che andranno accuratamente verificate in fase di recensione. Vogliamo comunque citarle perché sono troppo evidenti per sorvolarli, anche se non ci troviamo di fronte alla versione definitiva. Il più fastidioso è la scelta di costringere il giocatore a ripetere un'intera missione in caso di fallimento. Poco male nelle prime mappe o giocando in cooperativa (forse è stata pensata proprio per questa modalità), ma quando si raggiungono quelle avanzate la mancanza di salvataggi ci è sembrata fin troppo punitiva e foriera di profonda frustrazione. Non è una semplice questione di difficoltà eccessiva: immaginate di aver giocato per un'ora e di essere arrivati quasi alla fine della missione, ma ecco che i vostri sforzi vengono vanificati da un salto sbagliato o da un combattimento finito male. Ne sareste entusiasti?
Quando parliamo di rifare una missione intendiamo che non solo tutte le guardie abbattute o stordite tornano di nuovo al loro posto, ma anche che tutti gli oggetti raccolti, compresi quelli nascosti, ricompaiono dov'erano. Non sarebbe male che fossero aggiunti dei salvataggi da usare durante le missioni, magari in numero limitato per non distruggere i ritmi di gioco.
Altro problema riguarda una certa difficoltà di lettura dello scenario: ad esempio capita di non comprendere perché non sia possibile aggrapparsi a una certa sporgenza, oppure capita di non riuscire a valutare se un salto sia letale o meno: a volte si viene proiettati sulla piattaforma di partenza, altre ci si schianta al suolo facendo fallire l'intera missione.
Considerando il problema esposto in precedenza, capirete che non sono bazzecole o pinzillacchere.
Tecnica ninja
Dal punto di vista tecnico Aragami 2 non ci ha fatto una grossa impressione. Anche in questo caso va specificato che si tratta di un giudizio preliminare, non basato sulla versione finale, ma allo stesso tempo non è possibile fare finta di niente di fronte alla grafica molto spoglia, con interni poverissimi di dettagli ed esterni che sembrano usciti da un gioco di qualche generazione fa. Va detto che anche il primo Aragami non era proprio considerabile un benchmark per schede video, ma paradossalmente la maggiore semplicità dei modelli poligonali gli regalava uno stile che con il maggiore realismo scelto per il seguito va un po' perduto.
Ci sono comunque delle cose che sembrano molto buone, come alcuni effetti speciali e i modelli di protagonista e avversari. Non sappiamo quanto il tutto possa essere rivoluzionato da qui al lancio, che avverrà il 17 settembre 2021, ma staremo a vedere. Del resto non è questo il gioco da cui aspettarsi meraviglie visive.
Aragami 2 ci è piaciuto, vista anche la grossa carenza di titoli stealth puri sul mercato, ma allo stesso tempo abbiamo trovato alcune scelte di design molto controproducenti per l'esperienza di gioco stesso, pensate come sembrano per allungarla più che per renderla maggiormente appassionante. Staremo a vedere se queste impressioni saranno confermate dalla versione definitiva, per la quale non manca nemmeno troppo.
CERTEZZE
- Il sistema stealth sembra essere ben realizzato
- Le mappe sembrano più complesse e articolate di quelle del primo episodio
- Offre una buona libertà al giocatore
DUBBI
- Qualche scelta di design appare discutibile
- Tecnicamente non sembra far gridare al miracolo
- La lettura dello scenario a volte sembra problematica