La storia di Ark: Survival Evolved è emblematica dei problemi di molti titoli lanciati quando sono ancora in sviluppo: accolto con grande entusiasmo dai videogiocatori per il suo concept, ha ottenuto un enorme successo nonostante con il passare dei mesi dalla pubblicazione fosse sempre più chiaro che Studio Wildcard stava trovando immense difficoltà a risolvere alcuni dei problemi più denunciati dagli utenti, e nonostante alcuni comportamenti non proprio correttissimi - di cui riparleremo più avanti nell'articolo - abbiano fatto più volte inferocire la comunità.
Oggi chi continua ad accusare Ark di essere ingiocabile è ingiusto, perché ormai offre un'esperienza survival ben definita e perfettamente fruibile, ma è indubbio anche che alcuni problemi permangano e che la reputazione di Studio Wildcard non sia propriamente delle migliori... Anzi, recentemente è anche peggiorata per colpa del disastroso Atlas, altro titolo in Accesso Anticipato che fa acqua da tutte le parti e che sta faticando a mantenere le promesse, anche quelle più basilari. Detto questo, diamo per scontato che prima o poi vedremo un seguito di Ark: Survival Evolved, visto che il primo capitolo ha venduto molti milioni di copie tra tutte le piattaforme sulle quali è stato lanciato. Cerchiamo quindi di capire quali miglioramenti vorremmo vedere introdotti in un eventuale sequel, sia a livello di gameplay, sia sul piano meramente tecnologico.
Maggiore cura del retroterra narrativo
Se vuole trasformare Ark: Survival Evolved nel primo capitolo di una serie, Studio Wildcard deve iniziare a curare maggiormente il lato narrativo dell'intero franchise, ossia deve studiare un retroterra sensato che incaselli e valorizzi le azioni del giocatore e che faccia da collante tra i diversi capitoli.
Il modello da seguire potrebbe essere quello di Conan Exiles che, pur non abdicando mai dalla sua natura survival, la incornicia con un lato narrativo interessante che aumenta il coinvolgimento del giocatore, dandogli l'idea di vivere in un mondo con un suo passato e non solo in una grossa scatola in cui andare a caccia di risorse da raccogliere. Certo, Ark non dispone della licenza di Conan, ma qualcosa di più poteva essere sicuramente fatto per dargli maggiore profondità.
Direzione artistica più decisa
Ark: Survival Evolved è sostanzialmente un survival con dinosauri. Il giocatore è un naufrago che deve riuscire a sopravvivere raccogliendo le risorse che trova sparse per la mappa. Durante i primi mesi di vita del progetto, gli sviluppatori sembravano seguire una direzione precisa dal punto di vista stilistico, ma con il tempo hanno iniziato a inserire una serie di elementi ameni che lo hanno defocalizzato, per così dire. Il risultato finale non è pessimo come vorrebbe qualcuno, ma è molto meno incisivo di quanto avrebbe potuto essere mantenendo una maggiore coerenza nella visione d'insieme, in modo da non sembrare una sommatoria casuale di elementi diversi aggiunti tanto per fare numero e accontentare le richiese più strambe della comunità. In fondo stiamo parlando di un gioco che dovrebbe simulare la lotta per la sopravvivenza, non una competizione a chi si costruisce la casa più bella e arredata con maggior gusto.
Maggiore cura tecnica
Chiedete a un giocatore qualsiasi cosa vorrebbe veder migliorato in un eventuale seguito di Ark: Survival Evolved e probabilmente vi risponderà che gli piacerebbe che fosse ben ottimizzato da subito. Purtroppo Ark ha avuto problemi di fluidità sin dai suoi esordi, problemi che non sono mai completamente rientrati e che si sono verificati anche sulle versioni console, che soffrono di veri e propri crolli improvvisi del framerate. Dal punto di vista tecnico la versione peggiore pare essere quella Nintendo Switch che, pur essendo più stabile delle versioni Xbox One e PS4, ha una risoluzione di rendering ridicolmente bassa, per una resa grafica complessiva orrenda. Ecco, sarebbe il caso che Studio Wildcard investisse un po' di più su questi aspetti, perché ora che ha avuto successo certi risultati non sono più giustificabili. Purtroppo sembra che la lezione non sia stata imparata, viste le condizioni in cui è stato lanciato Atlas, il suo nuovo gioco. Speriamo che con un eventuale Ark 2 faccia tesoro di tutte le critiche.
Più trasparenza delle scelte
Ark: Survival Evolved è sostanzialmente un gioco che ha sempre vissuto della sua comunità, piena di giocatori attentissimi a tutte le novità introdotte con i vari aggiornamenti. Purtroppo Studio Wildcard ha più volte agito ignorandola completamente, compiendo delle scelte che si sono rivelate controproducenti per tutti.
Attenzione, non stiamo dicendo che uno sviluppatore debba chiedere l'autorizzazione dei videogiocatori prima di prendere ogni decisione, ma una maggiore trasparenza verso coloro che ti hanno finanziato sarebbe dovuta, visto che stiamo parlando di un titolo lanciato incompleto. Per dire: proporre un DLC a pagamento prima della versione finale del gioco base non è un comportamento proprio eccezionale, così come dare dei pezzenti a quelli che si lamentano del suo prezzo. Anche staccare una modalità cercando di riciclarla come free-to-play non passerà alla storia come il più amabile dei gesti. Insomma, che un'azienda punti a guadagnare soldi è sacrosanto; lo è molto meno il fatto che agisca in modo rapace con i clienti che per primi le hanno dato fiducia.
Gestione dei server
Ark: Survival Evolved è un gioco essenzialmente online, quindi una buona gestione dei server è vitale per non degradare l'esperienza dei videogiocatori. Purtroppo Studio Wildcard con Ark è stata meno che brillante da questo punto di vista e ancora oggi permangono molti problemi da risolvere, come la cancellazione dei dati utenti nei server PvE (rara, ma ancora presente), le molte carenze nelle funzionalità per gli admin e tanto altro ancora. Attualmente la situazione è migliore rispetto al passato, ma le molte lamentele dei giocatori stanno lì a testimoniare che il lavoro degli sviluppatori sia stato tutt'altro che impeccabile da questo punto di vista.
Ecco, nell'eventuale Ark: Survival Evolved 2 sarebbe il caso di partire da subito con i server a pieno regime. Ovviamente diamo per scontato che non sia sempre possibile essere impeccabili dal primo giorno, ma qui parliamo di anni di sviluppo... Certo, il disastroso lancio di Atlas sembra dimostrare che l'esperienza maturata con Ark non è servita a molto, ma visto che questo è un articolo di mera speculazione, sperare non costa nulla.