In quanto a libertà di azione e realismo Armed Assault rischia di guadagnarsi la palma di vincitore incontrastato
Con le stagioni a passo di giava
Lo sappiamo tutti che vincere nella solitudine di casa propria per esultare come squilibrati celebrando noi stessi è un'abitudine diffusa ma perchè non considerare la possibilità di una socializzazione mediata dalla linea telefonica? Tutto questo per dire che Armed Assault naturalmente offre l'opzione multigiocatore, che si presenta su scala spropositata: avendo come unico limite la capacità del server non esiste un numero massimo di guerrafondai che possono unirsi alla battaglia e se uno esce dal gioco il suo posto è preso dalla CPU. Per darvi un'idea di quale realismo auspicano realizzare i pacifici Bohemia, vi raccontiamo come lo scontro in una mappa dove ogni città dell'isola deve essere catturata e difesa da una squadra può durare anche giorni (ancora una volta virtuali per carità).
Con le stagioni a passo di giava
In quanto a libertà di azione e realismo Armed Assault rischia di guadagnarsi la palma di vincitore incontrastato e se i Bohemia Interactive Studio riescono a trovare un publisher dopo il divorzio da Codemasters, potremmo beneficiare di tanto frenetico warfare entro l'autunno di quest'anno. Al momento opportuno, siate certi che ci troverete ad avanzare sull'isola con il sole e con il vento.
Onde rosse sul Pacifico
Se vi siete dimenticati di Operation Flashpoint è perché trascorrete troppo tempo su Animal Crossing o a lanciare l'osso al vostro nintendog. Comunque sia non disperate, quei bravi ragazzi dei Bohemia sono quasi pronti a distribuire un fps a squadre nuovo di zecca, ancora più realistico e impressionante del suo fortunato predecessore. Nel caso abbiate dato uno sguardo alle foto non vi sarà certamente sfuggita la divisa dei soldati made in USA, con tutta probabilità Marine o Ranger, anche se non possiamo al momento escludere la presenza di Delta Force travestiti da palme con i bermuda, in cerca del Due di Picche ancora assente nel mazzo del Pentagono. Poco ci interessa, noi infatti ci troviamo su di un arcipelago non meglio identificato, con l'obiettivo di addestrare la popolazione locale alla pesca con le bombe quando i comunisti, disgelati dagli anni settanta, si mettono a invadere proprio le nostre pacifiche coste dalla zona nord dell isola (ogni riferimento alla Corea è puramente casuale...). Forse la parte più credibile è quella nella quale dopo alcune missioni sulla difensiva, nel tentativo di proteggere le capanne dai tagliagole rossi, la madre patria manderà i rinforzi e allora sì che non ci sarà più vodka, tovarish.
Onde rosse sul Pacifico
Date le dimensioni della mappa dai confini ampliati rispetto a quella vista in Operation Flashpoint, è interessante notare come al giocatore sia concesso di scegliere autonomamente in quale ordine affrontare le missioni. Sebbene ce ne siano decine da compiere, solo dodici di queste si rivelano indispensabili per il completamento del gioco, mentre le restanti sono interessanti pobiettivi secondari che sviluppano i retroscena dell'azione. Si tratta per lo più di azioni mirate della durata variabile tra i dieci e i trenta minuti, spesso incentrate su attacchi mirati o sabotaggi, con lo scopo di rendere più semplice la risoluzione delle missioni principali.
Onde rosse sul Pacifico
Se questo già vi suona come uno squisito fps dal sapore strategico vi farà piacere sapere che la vegetazione dell'isola è variegata e offre numerosi approcci diversi; da un lato la giungla può rappresentare un'insidiosa trappola mentre vi fate largo tra il fitto fogliame, ma potrebbe anche rivelarsi un'alleata silenziosa per avvicinarsi indisturbati a un accampamento nemico. Questo certo non vi vieta di suonare la fanfara del malestrom e abbattere decine di alberi a bordo di un carro armato, con buona pace dell'industria cartiera. Insomma le solite cose, in salita si avanza più lentamente e dietro ai sassi (ma dai) i proiettili hanno vita dura a centrare i vostri elmetti. Prima ho fatto un'accenno alla madrepatria, ebbene sì, oltre ai veicoli civili e ai mezzi militari nemici che potete guidare, se riuscirete a impossessarvene, lo Zio Sam fornisce navi pilotabili, aerei, elicotteri, Hammer e quanto di meglio la tecnologia bellica offra sul mercato, il tutto accuratamente riprodotto in Armed Assault. Questo è l'antipasto servito Bohemia, ora vediamo cosa bolle nella pentola.
Con le stagioni a passo di giava
Ok, che siate o meno fan del suo predecessore, ora sapete che anche Armed Assault comporta lunghe camminate nei comodi stivali dell'esercito, anche se niente vi obbliga a scendere da un rassicurante M1. Tra veicoli e fanteria il dato essenziale è che vi sarà finalmente consentito di impersonare ogni singola unità, senza legarvi ad un solo personaggio. Una notizia che ci trova entusiasti anche per il respiro che concede al coordinamento dell'azione: sebbene l'I.A. sia costantemente sottoposta a miglioramenti dagli sviluppatori, così da renderla reattiva e precisa nell'eseguire i comandi impartiti, tutt'altra cosa è poter gestire con mano le fasi cruciali. Può capitarvi di dover portare a segno un grosso attacco con i mezzi corazzati, e una volta spinto il nemico fuori dai rifugi nei quali si nasconde come una vile canaglia, è utilissimo passare allo sniper per decimare la resistenza (è un gioco mi raccomando, non fatelo nel cortile di casa vostra).
Lo scenario come dicevamo gioca un ruolo non secondario e questo si lega anche alle dimesnioni dell'area di combattimento; se camminate per diverse ore (virtuali) può persino calare la notte, mettendovi in difficoltà nel caso vi troviate ancora tra il fitto fogliame ma garantendovi un margine di vantaggio se già siete sulle tracce del nemico. Potrebbe sembrarvi già così un titolo impegnativo e in effetti Operation Flashpoint era a tratti frustranti con un solo salvataggio per missione. Fortunatamente Armed Assault, decisamente al passo coi tempi, offre numerosi salvataggi automatici per non dover cominciare da capo una missione ogni volta che un soldato pesta una tagliola.