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Avatar: Frontiers of Pandora, le ultime novità emerse dallo State of Play di PlayStation

Durante il recente State of Play di Sony abbiamo visto un nuovo trailer di Avatar: Frontiers of Pandora, ecco cosa possiamo dedurne.

SPECIALE di Giorgio Melani   —   16/09/2023
Avatar: Frontiers of Pandora, le ultime novità emerse dallo State of Play di PlayStation
Avatar: Frontiers of Pandora
Avatar: Frontiers of Pandora
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La produzione di Avatar: Frontiers of Pandora appare colossale anche per un publisher abituato ai progetti di grosse dimensioni come Ubisoft, ma la questione non riguarda soltanto l'impressionante tecnologica grafica utilizzata, quanto il modo in cui il gioco dovrebbe inserirsi all'interno del franchise di 20th Century Fox come un pezzo importante del grande affresco ideato da James Cameron. L'idea, insomma, è valicare i confini del mero gioco su licenza per andare a costituire un elemento narrativo importante nella serie, cosa che palesa un notevole respiro per questa produzione, visibile già dal nuovo trailer della storia pubblicato nel corso dell'ultimo State of Play di Sony PlayStation. Si è trattato di uno "story trailer", come segnalato dalla stessa Ubisoft, cosa che stabilisce chiaramente l'intento narrativo di questo nuovo video, incentrato sulla presentazione della protagonista e di alcuni elementi della storia.

La scelta di raccontare una storia originale e parallela agli eventi della serie cinematografica non solo rende più interessante questa interpretazione videoludica e garantisce agli sviluppatori maggiore libertà creativa, ma le dona anche una valenza specifica più elevata rispetto a quella di una semplice traduzione interattiva delle avventure già viste nei film.

In questo senso, la produzione di Massive Entertainment ha un ruolo importante nell'ampio progetto fantascientifico che, nei piani di Cameron, dovrebbe comprendere almeno altre tre pellicole, tanto per dare un'idea dell'ampiezza della storia e del mondo ideati dal regista e autore della sceneggiatura. Anche questo rende Avatar: Frontiers of Pandora un titolo particolarmente interessante, nonostante finora abbia un po' stentato a mostrarsi e farsi capire da stampa e pubblico, visti anche i suoi pachidermici tempi di sviluppo.

Una storia familiare

Avatar: Frontiers of Pandora, un momento di interazione con un NPC
Avatar: Frontiers of Pandora, un momento di interazione con un NPC

A ben vedere ci sono molti elementi in comune tra la nuova storia di Avatar: Frontiers of Pandora e quella del primo film, cosa che in qualche modo lo rende comunque una sorta di traduzione in forma interattiva dell'esperienza originale di Avatar. In questo caso abbiamo a che fare con un protagonista Na'vi nativo di Pandora che è stato rapito da piccolo dall'RDA all'interno del Tutoraggio Ambasciatori Pandora (TAP) per essere addestrato come un umano. Questo progetto è posto in parallelo con quello che ha avuto per protagonista Jake Sully nel film, solo che invece di utilizzare un ibrido in laboratorio controllato da un umano, in questo caso l'esercito ha rapito direttamente un piccolo Na'vi per sfruttarne direttamente tutto il potenziale, attraverso un'idea ancora più crudele. Le azioni di Jake provocano poi il caos che abbiamo visto rovinando i piani sull'invasione di Pandora e, come risultato indiretto, la giovane Na'vi si ritrova imprigionata in un sonno criogenico, dal quale si sveglia solo più tardi, dopo l'abbandono dell'RDA.

Dopo 15 anni passati tra gli umani, la Na'vi si ritrova a cercare di farsi accogliere dal proprio popolo che la guarda con estremo sospetto, in una situazione molto simile a quella di Jake.

Avatar: Frontiers of Pandora ci consente di volare come un Na'vi
Avatar: Frontiers of Pandora ci consente di volare come un Na'vi

Questo è l'interessante espediente utilizzato da Massive per ricreare il percorso di Avatar da un nuovo punto di vista, sfruttando da una parte l'elemento caratterizzante dello scontro fra civiltà e dall'altra un nuovo percorso di scoperta che riguarda sé stessi e il mondo circostante. Anche qui riemergono le tematiche tipiche della serie, ovvero la lotta per la protezione dell'ambiente, dell'ecosistema e di un'intera civiltà contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ma anche l'incontro fra diverse culture, lo scontro e l'accoglienza attraverso un reciproco impegno al rispetto e alla conoscenza.

Un'immersione nella cultura Na'vi

Un ikran in Avatar: Frontiers of Pandora
Un ikran in Avatar: Frontiers of Pandora

Oltre al tema del ritorno alla propria civiltà, che vedrà la protagonista andare in cerca di risposte e cercare di riappropriarsi delle proprie origini e delle proprie abilità legate all'essenza del popolo alieno, la storia di Avatar: Frontiers of Pandora fa luce anche su aspetti inediti della cultura Na'vi. Il personaggio principale ha un segno sul viso che lo identifica come un Sarentu, un antico e prestigioso clan di Pandora che è ormai scomparso da anni e del quale probabilmente dovremo cercare tracce all'interno del nostro percorso di recupero dell'identità, perduta nei 15 anni di allontanamento dal popolo natio. Oltre ai combattimenti, ampie parti del gioco sono dedicate all'esplorazione e all'interazione con altri personaggi, consentendo una vera immersione nel mondo di Pandora per scoprirne aspetti meno evidenti nei film della serie.

La società dei Na'vi è stata costruita in maniera dettagliata, con la presenza di vari clan con cui interagire per cercare di riconnetterci con Pandora e apprendere gli usi e i costumi del popolo originario del pianeta.

Le foreste di Pandora sono perfettamente ricostruite
Le foreste di Pandora sono perfettamente ricostruite

Nell'esplorazione della frontiera occidentale del pianeta, in particolare, emergeranno diversi elementi originali che non sono stati ancora approfonditi negli altri media, entrando in contatto con la civiltà in maniera inedita e profonda, con interazioni significative che derivano da un ritmo più rilassato e contemplativo. Potremo ad esempio incontrare i pacifici Aranahe, un clan di tessitori particolarmente attento alle tradizioni, o i combattivi Zeswa, nomadi e sempre pronti a lottare contro l'RDA, e i Kame'tire, un clan di guaritori più enigmatici e solitari. Nel percorso di reintegrazione, questi NPC insegneranno al protagonista a creare un legame con i banshee e gli ikran, per volare, o con i cavalli oplita per galoppare nelle radure.

Qualche scorcio di gameplay

Avatar: Frontiers of Pandora ha momenti da vero e proprio sparatutto in prima persona
Avatar: Frontiers of Pandora ha momenti da vero e proprio sparatutto in prima persona

Nonostante sulle prime si fosse pensato a un action in terza persona, Avatar: Frontiers of Pandora è in tutto e per tutto un gioco in prima persona, tranne che nelle scene d'intermezzo, a quanto pare. Sebbene meno spettacolare, la scelta comporta sicuramente un maggiore livello di immersione ed è l'ideale per calarci perfettamente all'interno della situazione descritta, quella di una sorta di outsider che si ritrova a (ri)scoprire il mondo di Pandora. La seconda parte del trailer mostra alcuni momenti particolarmente emozionanti, che rendono bene l'idea dell'esperienza di Avatar in soggettiva: quando la protagonista si lancia da un'alta scogliera chiamando l'ikran che la prende al volo si assiste probabilmente alla realizzazione di un sogno per un fan della serie cinematografica, vista anche la qualità con cui scenari e personaggi sono riprodotti.

Le fasi di esplorazione sono dedicate all'interazione con NPC e alle attività tipiche dei Na'vi, ma buona parte del gameplay sarà occupato dai combattimenti, come dimostra piuttosto chiaramente l'ultima parte del video.

Il rapporto con la natura è un tema principale di Avatar
Il rapporto con la natura è un tema principale di Avatar

Anche su questo fronte, la riproduzione in prima persona delle situazioni del film sembra convincente, con l'esercito RDA in grado di utilizzare un possente arsenale di armi e veicoli e i Na'vi che si affidano a mezzi più artigianali e all'aiuto della fauna locale. Dietro a tutto questo sembra esserci però uno sparatutto piuttosto convenzionale, forse costruito sull'esperienza di Far Cry, vista la struttura open world. Archi e frecce, combattimenti aerei e armi da fuoco forniscono diverse alternative di attacco con risultati spettacolari, in attesa di poter provare più direttamente le meccaniche di gioco vere e proprie.