La produzione di Avatar: Frontiers of Pandora appare colossale anche per un publisher abituato ai progetti di grosse dimensioni come Ubisoft, ma la questione non riguarda soltanto l'impressionante tecnologica grafica utilizzata, quanto il modo in cui il gioco dovrebbe inserirsi all'interno del franchise di 20th Century Fox come un pezzo importante del grande affresco ideato da James Cameron. L'idea, insomma, è valicare i confini del mero gioco su licenza per andare a costituire un elemento narrativo importante nella serie, cosa che palesa un notevole respiro per questa produzione, visibile già dal nuovo trailer della storia pubblicato nel corso dell'ultimo State of Play di Sony PlayStation. Si è trattato di uno "story trailer", come segnalato dalla stessa Ubisoft, cosa che stabilisce chiaramente l'intento narrativo di questo nuovo video, incentrato sulla presentazione della protagonista e di alcuni elementi della storia.
La scelta di raccontare una storia originale e parallela agli eventi della serie cinematografica non solo rende più interessante questa interpretazione videoludica e garantisce agli sviluppatori maggiore libertà creativa, ma le dona anche una valenza specifica più elevata rispetto a quella di una semplice traduzione interattiva delle avventure già viste nei film.
In questo senso, la produzione di Massive Entertainment ha un ruolo importante nell'ampio progetto fantascientifico che, nei piani di Cameron, dovrebbe comprendere almeno altre tre pellicole, tanto per dare un'idea dell'ampiezza della storia e del mondo ideati dal regista e autore della sceneggiatura. Anche questo rende Avatar: Frontiers of Pandora un titolo particolarmente interessante, nonostante finora abbia un po' stentato a mostrarsi e farsi capire da stampa e pubblico, visti anche i suoi pachidermici tempi di sviluppo.
Una storia familiare
A ben vedere ci sono molti elementi in comune tra la nuova storia di Avatar: Frontiers of Pandora e quella del primo film, cosa che in qualche modo lo rende comunque una sorta di traduzione in forma interattiva dell'esperienza originale di Avatar. In questo caso abbiamo a che fare con un protagonista Na'vi nativo di Pandora che è stato rapito da piccolo dall'RDA all'interno del Tutoraggio Ambasciatori Pandora (TAP) per essere addestrato come un umano. Questo progetto è posto in parallelo con quello che ha avuto per protagonista Jake Sully nel film, solo che invece di utilizzare un ibrido in laboratorio controllato da un umano, in questo caso l'esercito ha rapito direttamente un piccolo Na'vi per sfruttarne direttamente tutto il potenziale, attraverso un'idea ancora più crudele. Le azioni di Jake provocano poi il caos che abbiamo visto rovinando i piani sull'invasione di Pandora e, come risultato indiretto, la giovane Na'vi si ritrova imprigionata in un sonno criogenico, dal quale si sveglia solo più tardi, dopo l'abbandono dell'RDA.
Dopo 15 anni passati tra gli umani, la Na'vi si ritrova a cercare di farsi accogliere dal proprio popolo che la guarda con estremo sospetto, in una situazione molto simile a quella di Jake.
Questo è l'interessante espediente utilizzato da Massive per ricreare il percorso di Avatar da un nuovo punto di vista, sfruttando da una parte l'elemento caratterizzante dello scontro fra civiltà e dall'altra un nuovo percorso di scoperta che riguarda sé stessi e il mondo circostante. Anche qui riemergono le tematiche tipiche della serie, ovvero la lotta per la protezione dell'ambiente, dell'ecosistema e di un'intera civiltà contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ma anche l'incontro fra diverse culture, lo scontro e l'accoglienza attraverso un reciproco impegno al rispetto e alla conoscenza.
Qualche scorcio di gameplay
Nonostante sulle prime si fosse pensato a un action in terza persona, Avatar: Frontiers of Pandora è in tutto e per tutto un gioco in prima persona, tranne che nelle scene d'intermezzo, a quanto pare. Sebbene meno spettacolare, la scelta comporta sicuramente un maggiore livello di immersione ed è l'ideale per calarci perfettamente all'interno della situazione descritta, quella di una sorta di outsider che si ritrova a (ri)scoprire il mondo di Pandora. La seconda parte del trailer mostra alcuni momenti particolarmente emozionanti, che rendono bene l'idea dell'esperienza di Avatar in soggettiva: quando la protagonista si lancia da un'alta scogliera chiamando l'ikran che la prende al volo si assiste probabilmente alla realizzazione di un sogno per un fan della serie cinematografica, vista anche la qualità con cui scenari e personaggi sono riprodotti.
Le fasi di esplorazione sono dedicate all'interazione con NPC e alle attività tipiche dei Na'vi, ma buona parte del gameplay sarà occupato dai combattimenti, come dimostra piuttosto chiaramente l'ultima parte del video.
Anche su questo fronte, la riproduzione in prima persona delle situazioni del film sembra convincente, con l'esercito RDA in grado di utilizzare un possente arsenale di armi e veicoli e i Na'vi che si affidano a mezzi più artigianali e all'aiuto della fauna locale. Dietro a tutto questo sembra esserci però uno sparatutto piuttosto convenzionale, forse costruito sull'esperienza di Far Cry, vista la struttura open world. Archi e frecce, combattimenti aerei e armi da fuoco forniscono diverse alternative di attacco con risultati spettacolari, in attesa di poter provare più direttamente le meccaniche di gioco vere e proprie.