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Battlefield V, provato Operazioni su Larga Scala

Durante EA Play abbiamo potuto mettere le mani su Operazioni su Larga Scala per Battlefield V

PROVATO di Aligi Comandini   —   10/06/2018
Battlefield V
Battlefield V
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Dopo la conferenza Electronic Arts Anthem sarà pure il titolo più discusso in rete, ma tolto dall'equazione il "fattore novità" diventa subito cristallino come il centro nevralgico del mercato del colosso americano, nei prossimi mesi, sia quasi esclusivamente il nuovo Battlefield V. D'altronde, dopo il successo degli ultimi capitoli della serie, non dovrebbe sorprendere la volontà di EA di concentrare nella sua creatura di maggior richiamo le tendenze videoludiche del momento, il tutto seguendo strategie commerciali il più assennate possibili per non inimicarsi il pubblico pagante. Ecco pertanto arrivare in rapida successione un trailer spettacolare, esageratissimo e politicamente corretto, l'annuncio in pompa magna della totale assenza di microtransazioni e season pass, e la conferma di una vociferata modalità Battle Royale "indispensabile e richiesta a gran voce" (almeno stando ai rappresentanti di DICE sul palco). A noi, in tutta sincerità, di tali annunci interessava ben poco - pur approvando in toto la scelta fatta sugli acquisti in game - anche perché durante lo showcase organizzato dopo la conferenza abbiamo avuto un'oretta buona per testare il gioco, e ci siamo dunque concentrati sul gameplay e sulle novità contenutistiche. Con solo la nuova modalità Grand Operations a disposizione abbiamo dunque tentato di carpire più informazioni possibili. Ecco cosa abbiamo scoperto.

La prima mappa: Norvegia

Nel caso non sappiate cosa sono in Battlefield V le Grand Operations, o Operazioni su Larga Scala che dir si voglia, ve lo ricordiamo brevemente: si parla di una versione potenziata della modalità Operazioni di Battlefield 1, dove i giocatori si scontrano in mappe a obiettivi multipli che seguono linee narrative piuttosto semplici, correlate a eventi reali. Ogni Operazione parte con un inserimento (la prima, in particolare, con un lancio col paracadute), e quella da noi provata era ambientata nel freddo porto di Narvik in Norvegia, ove le battaglie venivano scandite da una secca divisione in capitoli. Le modalità inserite nelle Grand Operations sono infatti piuttosto classiche, ma variano secondo un avanzamento a "giorni", ognuno con uno specifico obiettivo. Proprio a Narvik, ad esempio, abbiamo dovuto inizialmente scortare dei portatori di bombe fino a dei cannoni anti aerei dei tedeschi, solo per poi affrontare una modalità conquista molto più classica (ma con tre "zone" diverse da controllare, e location che si sbloccavano gradualmente alla conquista della zona precedente) durante il day 2.

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Nel complesso? Ci è parsa una modalità simile all'Assalto Galattico di Battlefront, o alla "War" dell'ultimo Call of Duty WWII, ma con le tipiche mappe estese della serie e una non trascurabile enfatizzazione del gioco di squadra e della gestione risorse. Ah, ovviamente anche nelle Grand Operations ci si ritrova a vestire i panni sia dei difensori che degli attaccanti, nonostante non paia esserci un cambio di ruolo immediato alla fine dei round per via della durata notevole di certi match. Se da un punto di vista puramente strutturale però non siamo di fronte certo a un titolo rivoluzionario, va comunque sottolineato il valore aggiunto degli aggiornamenti continui, visto che DICE pare intenzionata a rilasciare periodicamente nuove Operazioni sempre più variegate. Inoltre, nonostante l'intenzione (piuttosto riuscita) di riportare su schermo battaglie su larga scala molto sceniche, questi conflitti online sono molto meno caciaroni di quanto si possa credere, per via di una serie di scelte di gameplay molto fedeli alle basi storiche della serie.

Nel gameplay la guerra non cambia, o cambia poco

Parliamo di movimento dei personaggi, ad esempio. Non aspettatevi di sfrecciare per le mappe come un fulmine, convinti di poter devastare intere armate in singolo: la velocità della fanteria in Battlefield V sembra minore di quella di Battlefield 1, pertanto le battaglie sono quasi totalmente incentrate sul gioco di squadra, sullo sfruttamento oculato di zone ricche di coperture, e sulla buona mira. Curiosamente, proprio la balistica delle armi sembra più permissiva del normale, per via di un killtime (la velocità con cui si ammazza un nemico) molto rapido e di un aumento generale di precisione delle automatiche. In poche parole: sparare con parsimonia e a raffiche brevi garantisce di beccare qualunque poveraccio dall'altra parte della mappa anche con un'automatica, e gironzolare in campo aperto è qui una dimostrazione di scarsa furbizia persino più marcata del solito.

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Sono scelte sensate per aumentare l'intuitività del titolo senza andarlo a snaturare, accompagnate peraltro da una distruttibilità notevole di certe zone - che difficilmente i fan storici del marchio non potranno apprezzare - e da una gestione più complessa e realistica della penetrazione dei proiettili in base ai materiali colpiti. Tornando invece per un momento alla modalità Battle Royale, che tanto ha fatto discutere, nulla è stato ovviamente svelato, e non vorremmo che il mistero fosse così fitto per via di un suo inserimento dell'ultimo secondo. Che si detesti questa nuova tendenza oppure no, comunque, è innegabile che tra i vari sparatutto recenti (ricordiamo che anche Call of Duty Black Ops 4 vuole buttarsi sul Royale) sia proprio Battlefield quello più indicato alla sua applicazione, trattandosi di un prodotto che da sempre propone scontri tra armate nutritissime di soldati in grosse mappe. Certo, resta da vedere quali elementi distintivi permetteranno a questa specifica implementazione del Battle Royale su Battlefield V di svettare tra le altre, ma da rassegnati al suo inserimento a tutti i costi in ogni gioco possibile e immaginabile cerchiamo di guardare il lato positivo della cosa... sempre che ce ne sia effettivamente uno.

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Nulla da contestare, invece, per quanto riguarda il comparto tecnico. Il Frostbite è la solita gioia per gli occhi, e la distruttibilità delle case in legno della mappa norvegese ci ha stuzzicato non poco, donando tutto un altro valore strategico ad esplosivi e veicoli durante la seconda giornata dell'Operation. Per carità, abbiamo giocato su PC della NASA praticamente, ma la quasi totale assenza di bachi pesanti o problematiche serie durante la nostra prova resta comunque di buon auspicio.

Non fatevi ingannare dal trailer alla Michael Bay: il nuovo Battlefield non è un'esperienza poi così diversa dai suoi immediati predecessori, nonostante una modalità centrale che trae ispirazione tanto dalla concorrenza che da altri titoli DICE, e la presenza di un'immancabile Battle Royale di cui si sa ancora poco o nulla. Parliamo quindi di un FPS che poggia su solide basi, che visto il cambio netto di prospettiva di EA sulle microtransazioni e il nuovo modello contenutistico basato sulla modalità Grand Operations potrebbe guadagnare quella spinta in più necessaria a superare i predecessori. Resta solo da vedere quanto e a che livello verrà effettivamente supportato nel tempo.

CERTEZZE

  • Tecnicamente sempre impressionante
  • Più tattico e ragionato di quanto appaia
  • La modalità Grand Operations ha un potenziale notevole
  • Addio season pass e micro transazioni

DUBBI

  • Resta da vedere quanto bene verrà supportato contenutisticamente
  • Qualità della campagna ancora da definire
  • Qualche dubbio sulla balistica e sul bilanciamento delle armi