In Sudamerica, tra zanzare e proiettili
Il più prossimo al debutto tra i titoli visionati a Berlino (l’uscita è infatti prevista per maggio, nella sola versione PC), questo Boiling Point si presenta come un FPS piuttosto atipico, in cui, vestendo i panni di Saul Meyers, un pluridecorato soldato della legione straniera, dovremo ritrovare la nostra adorata figlia Lisa, giovane giornalista rapita durante un viaggio di lavoro in un immaginario stato sudamericano di nome Realia. La particolarità è dovuta al fatto che il gioco non sarà diviso in livelli o aree particolari, ma avremo a disposizione un enorme scenario, grosso la bellezza di 625 km², in cui indagare e muoverci liberamente, senza caricamenti e senza percorsi predefiniti. All’interno di questo staterello i programmatori hanno inoltre studiato una sorta di sistema sociale in miniatura, composto da 6 diverse fazioni che perseguono i loro più o meno leciti interessi, e con cui il giocatore dovrà per forza di cose interfacciarsi nel disperato tentativo di recuperare qualche prezioso indizio sulla figlia. Gli NPC (ossia i personaggi non giocanti) rappresentano quindi un elemento fondamentale del gameplay, poiché sono dotati di una propria personalità e reagiranno in diversa maniera in base alle nostre azioni, spesso con importanti conseguenze sull’evoluzione dell’avventura. In maniera simile a quanto avviene in un RPG, quindi, bisognerà curare in maniera particolare i rapporti con il mondo che ci circonda, cercando a tutti i costi di non finire per ritrovarsi coinvolti in una guerra soli contro tutti.
Data l’enorme vastità dell’area esplorabile, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire un’ampia gamma di mezzi di trasporto (25 in tutto, tra barche, automobili, furgoni, elicotteri ed aerei) da utilizzare per rendere più veloci ed agevoli gli spostamenti, accessibili tramite un ingegnoso sistema di patenti: in pratica, onde evitare che il giocatore possa raggiungere troppo prematuramente certe aree di gioco, si otterrà la capacità di adoperare i vari veicoli solo superando particolari prove e missioni, che forniranno come premio la licenza di guida.
Un intero Stato digitale
Il motore grafico, praticamente ultimato salvo qualche piccola messa a punto dell’ultimo minuto, si è dimostrato piuttosto a suo agio nel muovere paesaggi decisamente ben realizzati (sebbene manchino completamente informazioni sui requisiti hardware consigliati, tuttavia ci è stata data garanzia di un’adeguata scalabilità dei dettagli per rendere fruibile il titolo anche alle macchine meno performanti), impreziositi da texture dall’elevato dettaglio e caratterizzati da un orizzonte che si estende a perdita d’occhio. Ci ha poi ulteriormente impressionato il buon numero di particolari e l’estrema varietà delle ambientazioni, che rapportati all’enormità della superficie di gioco lasciano intuire un lavoro davvero titanico ed una cura certosina da parte degli sviluppatori. Aspettatevi quindi di attraversare zone tropicali, rigogliose di piante e di corsi d’acqua, per poi ritrovarvi tra le dune del deserto o tra le diroccate capanne di qualche sparuto villaggio, il tutto senza soluzione di continuità, semplicemente spostandovi all’interno dello piccolo (si fa per dire…) stato di Realia.
Da segnalare inoltre la scelta di utilizzare le sembianze di un attore in carne ed ossa per le fattezze di Saul Meyers, modellandolo sulla figura di Arnold Vosloo, famoso ai più per aver vestito i panni del sacerdote Imhotep nel fortunato film “La Mummia” e relativo seguito. Ancora da confermare la presenza di una modalità multiplayer, data la volontà da parte dei Deep Shadows di concentrarsi a tempo pieno nel perfezionare l’avventura in singolo, tuttavia c’è la concreta possibilità che tale, graditissima feature possa poi fare capolino grazie ad una patch o un add-on rilasciato in un secondo momento, a gioco ormai distribuito. Non ci resta che incrociare le dita, in fondo si tratta di attendere solo fino a Maggio…
Prendete un pizzico di Far Cry, aggiungete una spruzzatina di Grand Theft Auto e mescolate il tutto dosando qualche elemento RPG a piacere. Sembra questa la ricetta utilizzata dagli sviluppatori Deep Shadows per Boiling Point: Road to Hell, sparatutto in prima persona dalle caratteristiche decisamente innovative, pronto a farsi strada in un segmento del mercato che dopo il colosso Half-Life 2 sta vivendo una fase di relativa flessione. Abbiamo avuto il piacere di visionarlo, ospiti di Atari, in una forma praticamente definitiva in occasione del GoPlay ’05: eccovi il resoconto completo delle nostre impressioni!