Due fratelli, due carcerati, una coppia in crisi. I videogiochi di Josef Fares sono tutti basati sulla collaborazione: non si è mai soli nei suoi mondi virtuali, e questa filosofia era già ben visibile nel primo videogioco da lui diretto. Stiamo parlando di Brothers: A Tale Of Two Sons Remake, rimaneggiamento dell'originale uscito nel 2013 che propone l'avventura con una nuova veste grafica, cinematiche rivedute e corrette e musiche riarrangiate.
Abbiamo potuto provare una sostanziosa fetta di Brothers: A Tale Of Two Sons Remake in uscita il prossimo 28 febbraio su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S: il gioco ha una durata di circa tre ore, e per completare questa demo - che comprendeva i primi due livelli di Brothers - abbiamo impiegato circa cinquanta minuti. Le impressioni sono state molto positive, e tornare su un videogioco acclamato come l'opera prima di Fares a più di dieci anni dall'uscita si preannuncia come un'operazione davvero piacevole... E avete tutta la nostra sincera invidia se arriverete a giocare Brothers: A Tale Of Two Sons Remake senza aver provato l'esperienza originale.
Due fratelli, due tragedie
L'apertura del remake mostra subito il considerevole lavoro grafico, concentratosi soprattutto sulle forme dei personaggi (ora più realistici e meno cartooneschi rispetto al passato) e sulle texture, arricchite ed elaborate. Non solo: osservando attentamente la cinematica iniziale ci si rende conto che anche le scene d'intermezzo sono state riviste, alla ricerca di inquadrature e soluzioni visive più idonee per canalizzare la considerevole portata emotiva di Brothers: A Tale Of Two Sons.
I due fratelli protagonisti, dopo aver affrontato la tragedia della morte della madre, si trovano a fronteggiare l'ombra di un possibile lutto futuro. Il padre è afflitto da un male misterioso e necessita di cure urgenti: il nostro primo compito sarà quello di cooperare per trascinarlo su un carretto fino alla casa del saggio del villaggio. La sequenza iniziale è perfetta per far comprendere al giocatore, senza bisogno di tutorial, che sarà necessario tenere in considerazione le diversità dei due per proseguire: il fratello maggiore è più grande e robusto, ideale quando è necessario mettere in campo un po' di forza, mentre il minore è svelto e piccino, capace di sgattaiolare in spazi angusti in men che non si dica.
Una nuova veste
Brothers: A Tale Of Two Sons può essere esperito sia in solitaria, controllando entrambi i fratelli con tastiera o controller (la modalità che abbiamo scelto per questa prova), sia in modalità cooperativa locale. Scegliendo il gamepad, si impiega un po' per abituarsi a controllare i due protagonisti utilizzando due dei tasti dorsali e le due levette analogiche, ma la natura rilassata del gameplay - salvo alcune fasi più concitate, ma con checkpoint molto clementi - permette di adattarsi con i propri tempi, senza troppi patemi.
Immergersi nel percorso avventuroso dei fratelli è reso ancora più affascinante rispetto al passato grazie a una colonna sonora rinnovata: le musiche originali sono state riarrangiate e registrate nuovamente con l'ausilio di un'orchestra dal vivo. Sul lato delle prestazioni, Brothers: A Tale Of Two Sons non ha particolarmente impensierito il nostro PC di fascia media, ma segnaliamo la presenza di alcuni artefatti visivi, alcune texture meno rifinite di altre e un crash nel corso della nostra prova. Come precisato da Avantgarden - team responsabile di questo remake - non si tratta della versione finale del gioco, e solo il test della versione definitiva ci saprà dire se questi difetti sono stati limati o meno.
Nel complesso, tuttavia, abbiamo trovato fedele all'originale l'approccio adottato da Avantgarden, che non ha però mancato di sfruttare le tecnologie oggi a disposizione degli sviluppatori per proporre ai giocatori un mondo più vivo e vibrante, pieno di colore e di vita, con un'illuminazione eccellente, capace di scolpire paesaggi e personaggi molto più rispetto al passato.
Brothers: A Tale Of Two Sons è scorrevole e poetico proprio come nel 2013, quando la sua uscita proiettò Josef Fares su nell'Olimpo degli sviluppatori più iconici e chiacchierati dell'industria videoludica. Si tratta di un videogioco dalla durata ristretta, ma non per questo privo di ambizione: la sua lettura della cooperazione e della valorizzazione delle diversità è attuale ancora oggi. Questo remake sembra essere un ottimo modo per attualizzare un'avventura che merita di essere vissuta anche da chi, all'epoca, non aveva giocato l'originale, o si essere nuovamente ripresa da coloro che - come chi scrive - tanto avevano apprezzato Brothers: A Tale Of Two Sons ormai più di dieci anni fa. Alcuni piccoli problemi di natura tecnica non hanno rovinato la nostra prova, e al team resta ancora un mese per limare gli ultimi dettagli prima dell'uscita.
CERTEZZE
- Il gioco che ha posizionato Fares nell'industria videoludica: imperdibile
- Il lavoro fatto dal punto di vista grafico sembra ottimo
- Molto suggestive le musiche riarrangiate e nuovamente registrate
DUBBI
- Qualche magagna sul fronte tecnico