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Buka: Dalla Russia con amore

APPROFONDIMENTO di Simone Tagliaferri   —   16/12/2003
Battle Mages
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Di maghi e di battaglie

Previsto il primo quarto del 2004 per PC, il titolo di cui andiamo a parlare (che è anche il più importante della line up della Buka) è Battle Mages, strategico in tempo reale misto ad elementi dei giochi di ruolo (ormai lo standard) in cui vestiremo i panni (sarebbe meglio dire le tuniche) di potenti stregoni che non vogliono fare altro nella vita che darsele di santa ragione. La storia è quella di sempre: un mondo rischia di essere gettato nel caos dalla brama di potere di alcuni maghi malvagi (gli stregoni di cui prima), indovinate un po’ a chi toccherà l’onore e l’onere di salvarlo? Ovviamente a noi che, per fare ciò, ci dovremo imbarcare in una vera e propria guerra e nella ricerca dell’unico artefatto in grado di frenare l’incombenza del caos: il cristallo che regola l’ordine dell’intero mondo (un bel suono di trombe qui starebbe bene).

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Di maghi e di battaglie

Le promesse fatte su Battle Mages sono degne del peggiore dei pescatori, ovvero sono le solite che accompagnano l’uscita di ogni videogioco che si rispetti ( anche i russi non sono immuni al voler cercare a tutti i costi l’effetto iperbole che rende ridicole tante anteprime).
Ma forse sarebbe il caso che iniziassimo a parlare del gioco senza perderci in discorsi laterali che ci porterebbero troppo lontano e che non sono competenza di questo articolo.
Il mondo sviluppato per il gioco sarà vivo e comprenderà decine di abitanti che si comporteranno in modo autonomo a prescindere dalle scelte del giocatore. Insomma, potremo osservare gente che passeggia per le città, contadini che coltivano i terreni, banditi che vagano per le foreste attaccando i malcapitati di turno ecc.
Non mancheranno quest e sotto quest che, sempre stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, potranno essere portate a termine nei modi e nei tempi (ovviamente non per tutte questo sarà valido) scelti dal giocatore e che, oltretutto, varieranno da partita a partita rendendo il titolo rigiocabile anche dopo averlo portato a termine.

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Di maghi e di battaglie

Come ogni strategico in cui sono stati inseriti elementi RPG che si rispetti, anche qui il personaggio verrà definito da alcune caratteristiche migliorabili attraverso la spesa di punti esperienza. All’inizio sarà nostro compito definirne la classe e alcuni parametri (pochini, in verità) che ne determineranno le attitudini in battaglia. Anche le truppe godranno della possibilità di migliorarsi vincendo le battaglie.
Come le immagini del gioco possono dimostrare, l’engine che muove l’azione è decisamente piacevole e riesce a creare paesaggi notevoli e molto dettagliati. Anche i modelli delle truppe sono piuttosto ben fatti anche se, sinceramente, sembrano inferiori a quelli dei titoli direttamente concorrenti: primo fra tutti Warcraft 3; referente principale (senza troppi misteri o pudori) di questo Battle Mages che prende a piene mani idee già viste nel titolo Blizzard. Ovviamente sono presenti le immancabili magie (in fondo stiamo parlando di un gioco che parla di maghi) corredate da effetti speciali e colori ultravivaci che dovrebbero spremere un po’ le nostre schede grafiche. Cosa manca da dire su questo gioco? Che sono presenti numerosi oggetti speciali, armi e armature e che, gli edifici saranno migliorabili tramite un sistema di sviluppo ad albero. I requisiti di sistema dichiarati utili a far girare il gioco sono un P III a 800Mhz, 128 MB di ram e una scheda video simile alla GeForce 2.

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Dopo i maghi non potevano mancare i carri armati

Il secondo gioco di un certo rilievo presentato dalla Buka è, nientepopodimenoche, uno strategico in tempo reale previsto per la fine del 2003 su PC. Lo so che anche il titolo precedente era un RTS, ma questo The Entente: World War I Battlefield ha un’ambientazione è un’impostazione di gioco completamente differente da quel Battle Mages di cui si è parlato sopra. Come si può intuire sin dal titolo l’ambientazione è quella della Prima Guerra Mondiale (che non può godere dello stesso numero di titoli dedicati alla Seconda Guerra Mondiale). La storia che fa da sfondo al gioco è la stessa che potete trovare in un qualsiasi libro di storia contemporanea cercando gli eventi che infiammarono il mondo tra il 1914 e il 1918. Se voi non siete interessati alla storia così non si può dire degli sviluppatori di Entente che, invece, si sono andati a ricercare un bel po’ di materiale con lo scopo di riprodurre in modo più fedele possibile le battaglie più importanti di quel conflitto.

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Dopo i maghi non potevano mancare i carri armati

Il risultato finale permetterà al giocatore di mettersi al comando di uno degli eserciti che parteciparono alla Grande Guerra dandogli la possibilità di mutare il corso di quei sanguinosi eventi. Purtroppo, fra le nazioni selezionabili, manca del tutto l’Italia (che è entrata nel conflitto nel 1915)… peccato essere snobbati così (fortuna che la storia patria verrà trattata presto in Il Rosso e Il Nero, Fps sviluppato dall’italiana Black Sheep che promette bene ed il cui demo trovate nell’area files di Multiplayer). Le nazioni selezionabili saranno un totale di cinque e si scontreranno in vastissime mappe rappresentate attraverso una grafica completamente 2D (piuttosto bruttina in verità, è inutile negarlo). Ma non è certo la mera bellezza grafica ciò che ricercano i veri strateghi. La dinamica di gioco è molto simile (per non dire uguale) a quella di mille altri RTS: raccogliere risorse, costruire edifici, accumulare truppe e attaccare il nemico. La poca originalità della struttura pare che sarà compensata dalla profondità delle scelte da compiere e dalla ricca e dettagliata ricostruzione dei mezzi usati all’epoca trattata. Oltretutto, le truppe schierabili in campo, saranno più di 10000 per fronte contemporaneamente in modo da garantire scontri veramente epocali e mai visti prima (mi chiedo come si gestiranno tante unità insieme). La campagna affrontabile dai giocatori è stata dichiarata non lineare e variabile a seconda delle scelte compiute durante le missioni. I requisiti minimi per far girare The Entente: World War I Battlefield ci raccontano di un P2 a 266 Mhz, di 64 MB di ram e di una scheda video equipaggiata con 4 MB… insomma una configurazione di sei anni fa che tutti dovrebbero possedere.

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l'ora dell'azione

Non poteva mancare, in una line up che si rispetti, un FPS. A rappresentare la categoria è March!: Offworld Recon, gioco che, sinceramente, non sembra granché nemmeno dagli screenshot. Uscito in patria da qualche mese sta per arrivare anche da noi presentando le sue rivoluzionarie caratteristiche a… non prendiamoci in giro, questo gioco non ha alcuna possibilità di confrontarsi con gli altri FPS in uscita per PC. Anzi, non ha alcuna possibilità di confrontarsi nemmeno con giochi di un paio di anni fa. Graficamente siamo a livelli inferiori ad un Quake 2… e mi sembra di aver detto tutto con questo semplice dato. Ma per non sembrare troppo affossante vi parlerò un po’ di questo March!

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l'ora dell'azione

La storia si svolge su Marte dove siete stati inviati per controllare le colonie rimaste misteriosamente senza abitanti. Ben presto, come trama banale comanda, l’ispezione si trasformerà in una serrata lotta per la sopravvivenza. Le caratteristiche vincenti di questo titolo che vengono vantate dagli sviluppatori sono: una grafica realistica (non commento neanche, guardate uno screenshot e confrontatelo con uno di un qualsiasi altro FPS uscito negli ultimi anni per rendervi conto da soli di quanto sia falsa un affermazione del genere), la possibilità di controllare un team invece di un singolo soldato (anche qui l’originalità la fa da padrona), alcune modalità multiplayer e, come ciliegina sulla torta, un sacco di armi potentissime (che sembrano copiate di sana pianta da altri giochi).

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Il mio regno per un elicottero

Riccardo terzo e il buon William S. (amicone di Melissa P.) si staranno ribaltando nella tomba, ma fa nulla… ai morti fa bene sgranchirsi un po’ le gambe. Comunque il teatro qui non centra niente mentre, a farla da padrone, sono gli elicotteri. Il quarto titolo di cui vi parliamo diffusamente è uno shooter, con qualche elemento simulativo di contorno, che vede come protagonisti proprio i simpatici mezzi ad elica: First Strike. Il vostro scopo sarà quello di andare a sistemare la situazione in quattro zone della Terra in cui sono in corso delle guerre contro il terrorismo internazionale (non poteva essere altrimenti). Insomma, andate, bombardate gli obiettivi e cercate di riportare alla base la pelle e il vostro mezzo che vale molti più soldi di voi.

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Il mio regno per un elicottero

Come accennavo poco sopra First Strike è tutto tranne che una simulazione (altrimenti non si spiega come sia possibile andare addosso alle colline e non farsi un graffio) e mira ad offrire al giocatore medio azione pura e immediata anche se un po’ travestita. Graficamente ci troviamo su livelli appena discreti che, comunque, non reggono il passo dei titoli di ultima generazione. Le quattro diverse campagne affrontabili saranno completamente non lineari (questa l’ho già sentita da qualche parte) e saranno influenzate direttamente dalle scelte del giocatore (ma tutte uguali le promesse degli sviluppatori?). I veicoli controllabili saranno diversi e di varia natura: si andrà da elicotteri equipaggiati per la battaglia a semplici elicotteri da trasporto. Ovviamente saranno presenti alcune modalità multiplayer per garantire ai giocatori la possibilità di scontrarsi in rete. La configurazione richiesta per far girare le pale di questo gioco parlano di un processore a 800 Mhz, di 256 MB di ram e di una scheda grafica della fascia delle GeForce 3.

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Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro

Tranquilli, non fuggite, non siete finiti in una lezione di letteratura italiana… sempre su Multiplayer siete. È che il gioco di cui parliamo ora, chiamato Midnight Nowhere, tratta di un argomento un po’ particolare. Ovvero, inizia con il protagonista dentro un sacco di plastica poggiato sul lettino di un obitorio. Insomma, teoricamente dovreste essere morti. Intanto, fuori dall’obitorio, un assassino terrorizza l’intera città con la polizia che non riesce a fare altro che a schedare i cadaveri. Cosa legherà il vostro risveglio con quanto avviene nelle strade? Perché siete finiti all’obitorio? Come mai Lady D. è morta? Troverete risposta a tutto questo giocando questo incrocio fra una classica avventura punta e clicca (stile Syberia, per intenderci) che, però, nella grafica e nelle inquadrature ricorda molto da vicino un survival horror. Un bel mix di generi per un titolo che promette molto bene a livello di trama e di coinvolgimento. La colonna sonora tetra e tesa e le ambientazioni particolari e decisamente crude, contribuiscono ad appassionare il giocatore. I requisiti di sistema in grado di farlo girare non sono troppo esosi: un P2 a 400 Mhz, 128 MB di ram e una scheda video da 16 MB dovrebbero bastare.

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Streamland è un RTS pensato per i più piccini che vi vedrà impegnati in un mondo coloratissimo perennemente in guerra (paradossale?). Il gioco è stato reso più immediato possibile per poter essere giocato dai bambini. Graficamente siamo su livelli piuttosto bassi e l’azione risulta piuttosto banale.

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Paradise Cracked è un gioco di ruolo mixato ad un gioco di strategia in cui si dovrà guidare un hacker alla ricerca della verità sul mondo in cui vive. L’ambientazione è palesemente ispirata a Matrix, il gioco è completamente 3D con visuale regolabile. Apparentemente non sembra nulla di che e in madre patria è uscito già da un paio di anni.

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Spells of Gold è un gioco di ruolo mixato con un simulatore di commercio. Il risultato è visivamente simile a Baldur’s Gate (come impostazione, non come qualità complessiva) e ci vedrà impegnati nell’ammazzare mostri e nel girare per le città comprando e vendendo beni per cercare di diventare più ricchi possibile.

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Charm of War è uno strategico in tempo reale shakerato con un gioco di ruolo (basta vi prego, le commistioni non si sopportano più!) che vi vedrà immersi in un mondo tratto dalle leggende russe che ricorda molto un tradizionale mondo fantasy. Storia non lineare (sono richiesti commenti?), un territorio esplorabile immenso e una grafica completamente 2D sono le caratteristiche principali del gioco.

Hard Truck Tycoon è, invece, un gestionale che vi metterà al controllo di una ditta di camion da far prosperare. Se siete eccitati dall’idea di controllare il commercio su gomma allora questo è il gioco che fa per voi.

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Red Shark è un altro arcade con protagonisti elicotteri che appare molto povero a livello tecnico e che sfigura anche con l’altro titolo, sempre dello stesso genere, presentato dalla Buka (First Strike di cui si è parlato poco sopra).

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Horde: The Northern Wind e Horde: The Citadel sono due RTS e che, di modesto valore tecnico, adatti probabilmente per una fascia budget.

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Ultimate Billiard è, ovviamente, un simulatore di biliardo che, apparentemente, non ha grandi promesse. Speriamo che l’apparenza inganni e che la simulazione sia quantomeno accurata. Le immagini, comunque, non ci lasciano con buone aspettative.

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Un po' di storia

La Russia, tranne che per alcune celebri eccezioni come il Tetris di Alexey Pajitnov risalente, però, al 1985 – 86, non ha mai prodotto dei videogiochi degni di essere ricordati dai posteri. Poche sono le software house in grado di sviluppare prodotti competitivi capaci di affermarsi in un mercato ormai ricolmo di titoli dagli altissimi standard tecnologici. La situazione, in verità, appare simile a quella di molti altri stati (tra cui l’Italia) e non stupisce più di tanto. Alcune realtà in grado di sviluppare titoli quantomeno interessanti, comunque, ci sono. Una di queste è senza dubbio la Buka Entertainement che, dal 1994, tenta di fare breccia nel mercato (più che altro tenta di riuscire a galleggiarci sopra) con titoli che vadano a coprire un po’ tutti i generi oggi più in voga. Dal passato di questa software house possiamo tirare fuori alcuni titoli per abbozzare una specie di curriculum: chi non ricorda la serie di giochi di ruolo Rage of Mages (veramente sarebbe meglio dimenticarla)? Chi non ricorda il simulatore di guida Hard truck (anche qui non siamo messi benissimo)? Chi non ricorda (giuro che è l’ultimo) il simulatore spaziale Echelon (qui va meglio, dai)? Insomma, di titoli interessanti o, quantomeno, discretamente noti, la Buka ne ha più di qualcuno all’attivo. È, quindi, con sommo piacere che passo ad illustrarvi la loro line up 2003 che, fra luci e ombre (non chiedete se prevalgono le une o le altre), promette divertimento ai giocatori di tutto il mondo (questa sembra uscita da uno spot dell’Unicef).