Apro una mail sul mio vecchio monitor CRT e non credo ai miei occhi. "Ehy, amico! Come stai?", leggo, "Potresti farmi un grosso favore? Vorrei che mi comprassi un barattolo di zuppa. Va bene qualsiasi gusto. Grazie!". Inizia così l'avventura nella demo di Buy Me Some Soup, in una simulazione talmente tanto realizzata da riuscire a costruire un legame concreto tra realtà e finzione, proprio come un buon romanzo di fantascienza: da un lato la totale immersione in quello che sembra a tutti gli effetti il desktop di un PC anni '90, dall'altro l'assurda presenza di elementi tratti dagli sviluppi tecnologici degli anni successivi, come una parodia di YouTube o un riproduttore di musica del tutto analogo a Spotify.
La data di uscita di Buy Me Some Soup è ancora annunciare, ma il prodotto dello sviluppatore weekend - che sarà da lui stesso autopubblicato - è assolutamente da tenere d'occhio. Capace di costruire un mondo virtuale parallelo e fortemente immersivo, Buy Me Some Soup è uno di quei videogiochi (un po' come The Stanley Parable o Inscryption) che grazie a una forte carica meta riescono ad accendere un interesse quasi morboso nel giocatore, desideroso di scoprire quale sarà la prossima sorpresa dietro l'angolo. E di sorprese Buy Me Some Soup sembra essere pieno.
Anni '90 sotto steroidi
Iniziare la demo di Buy Me Some Soup porta all'accensione di un computer immaginario, apparentemente un PC anni '90, ma che in realtà è molto di più. Con l'avvio del sistema operativo Doors si entra in un mondo parallelo che sovverte le regole che ci aspettiamo: possiamo usufruire del motore di ricerca Noogle per andare su ThemTube e vedere assurdi video tutorial su come (non) bere una zuppa, o simpatici spezzoni animati su orsacchiotti che camminano.
La tendenza alla divagazione è necessaria per proseguire in Buy Me Some Soup: per realizzare la nostra missione, infatti, bisogna anche sapersi distrarre, percorrendo strade decisamente inattese nei meandri del nostro misterioso PC. Dicevamo che l'avventura si apre con una mail in cui un amico ci chiede di comprargli un barattolo di zuppa. Solo che il sito di Canbells è giù, e passare un po' di tempo tra ThemTube e le musiche di Botify è necessario per sbloccare la situazione.
La zuppa dei sogni
Si capisce ben presto che questa missione, apparentemente così semplice - comprare della zuppa, che sarà mai - sarà però un'odissea kafkiana: una volta tornato online il sito di Canbells, scopriamo di non conoscere il nostro username. Lo sviluppatore ha seminato gli indizi per proseguire all'interno di mail e siti, e per questo dicevamo che divagare è essenziale in Buy Me Some Soup: gli elementi di cui abbiamo bisogno potrebbero trovarsi un po' ovunque.
Solo che la password per accedere all'account non è da nessuna parte. Per resettarla, dobbiamo inserire il nostro nome di battesimo. Come scoprirlo? Ma certo! Meglio guardare se ci sono indizi nella nostra casella mail. Fatto questo, ora bisogna trovare le informazioni della nostra carta di credito. Nel frattempo, inviamo foto di un sasquatch a un centro studi di criptozoologia, vaghiamo senza meta tra i file del computer, giochiamo a un omaggio a Return of the Obra Dinn chiamato The Obruh Binn, seguiamo i tutorial fuori di testa che ci propone ThemTube.
Il tutto avviene nel contesto di una magistrale costruzione dell'interfaccia e dell'esperienza dell'utente, guidata da weekend in maniera tale da risultare totalizzante, ma mai eccessivamente frustrante. Buy Me Some Soup è uno di quegli esperimenti che vorremmo vedere più spesso, uno di quei giochi capaci di andare oltre la visione tradizionale che abbiamo del videogioco.
Pensavate che comprare un barattolo di zuppa fosse semplice? Weekend ci dimostra che non è così. Nei meandri labirintici di un vecchio computer anni '90, allo stesso tempo familiare e irriconoscibile per gli elementi stranianti inseriti al suo interno, si cela un videogioco deliziosamente meta capace di divertire, appassionare, ma soprattutto di non lasciare indifferenti. Buy Me Some Soup è una conversazione sul potere del gioco e dell'immaginazione, e la sua demo è una delle più interessanti e sorprendenti di questo ricchissimo Steam Next Fest.
CERTEZZE
- Esperienza totalizzante
- Le premesse sono totalmente fuori di testa
- Gli indizi sono disseminati nel gioco in maniera davvero intelligente
- Ottima costruzione dell'interfaccia
DUBBI
- Il prodotto finito riuscirà a mantenere le promesse?