Come possono cambiare le cose, nel giro di appena quattro anni. Era solo il 2018 quando la quarta installazione della serie Black Ops, spezzando una tradizione durata quasi due decadi, arrivò nei negozi sprovvista di una componente a giocatore singolo tradizionale, preferendogli uno scadente battle royale che già oggi in pochi ricordano. C'era il rischio concreto che il franchise di Call of Duty rompesse definitivamente con le campagne single player, anche perché erano anni che nessuna di loro sapeva dimostrarsi realmente degna delle ore necessarie a completarla, e in un contesto di grande espansione del gioco online queste potevano apparire anche un po' anacronistiche. In controtendenza rispetto a quella che era stata la direzione intrapresa dal suo predecessore, ci pensò il reboot di Modern Warfare del 2019 a rimettere le cose a posto, offrendo un'eccellente campagna supportata da una narrativa particolarmente adulta, in grado di mettere sapientemente in scena il lato sporco della guerra. Affrontando temi come quello della tortura, del terrorismo e delle armi chimiche, la storia riusciva a prendersi molto sul serio e posizionava il giocatore al centro di situazioni alquanto controverse, esattamente come accadeva nei capitoli originali, tuttora ricordati con grande amore dal pubblico.
Date queste premesse, era lecito avvicinarsi alla componente single player di Call of Duty: Modern Warfare 2 con un carico di aspettative non indifferente, anche perché per la prima volta nella storia della serie Infinity Ward ha commercializzato il suo sparatutto mettendo al centro della strategia comunicativa pre-lancio proprio la campagna, attualmente disponibile con una settimana d'anticipo rispetto al multigiocatore per chiunque abbia preordinato il gioco. Eravamo curiosissimi di scoprire se questo seguito diretto avrebbe raccolto l'ottima eredità del predecessore, e siamo quindi corsi a vestire nuovamente i panni della Task Force 141 per metterne alla prova il gameplay, la varietà, ma soprattutto la qualità della narrativa.
Ecco, nel nostro speciale di Call of Duty: Modern Warfare 2, tutto quello che abbiamo scoperto sulla campagna del nuovo sparatutto d'Infinity Ward.
Un thriller internazionale ben congeniato
Non serve trascorrere poi tanto tempo in compagnia della campagna di Modern Warfare 2, per capire perché Infinity Ward abbia scelto di regalarle tutti i riflettori facendola uscire prima del lancio vero e proprio, fissato per il prossimo 28 ottobre. I Call of Duty, lo sappiamo, tendono di frequente a presentare dei comparti single player che hanno tutto l'aspetto di un banalissimo filler, un riempitivo realizzato con ben poca ambizione e con le risorse di sviluppo avanzate dai lavori sul multigiocatore. Bene, è cruciale sottolineare fin da subito che in questo caso la musica è molto diversa dal solito, poiché Infinity Ward ha scelto d'infondere nella sua campagna degli standard produttivi da vero kolossal, andando a confezionare un movimentato thriller internazionale che lungo un arco di 17 missioni ci porta dalla Spagna al Medio Oriente, dall'Olanda al Messico, fino ad arrivare alla violenta e feroce frontiera con gli Stati Uniti, seguendo il traffico di alcuni missili che minacciano la popolazione americana.
Com'era accaduto nel caso del reboot del 2019, anche stavolta la storia divergerà significativamente da quella dei capitoli originali, al punto da offrire un antagonista che non ha alcun punto di contatto con quanto visto nella prima trilogia. Dimenticatevi Makarov, nella campagna del nuovo Modern Warfare 2 l'obiettivo principale sarà quello di sventare i piani del generale iraniano Hassan, un terrorista abbastanza bidimensionale che odia gli Stati Uniti e vorrebbe vederli bruciare tra le fiamme. Hassan si è impossessato di alcuni missili da crociera americani e col supporto dei russi e del cartello di Las Almas ha tutta l'intenzione d'introdurli negli Stati Uniti per rivolgerli contro Washington.
Dov'è l'eredità dei Modern Warfare?
L'unico elemento in comune con i Modern Warfare originali è rappresentato dallo splendido cast di personaggi messo a supporto della campagna, che non solo include vecchie conoscenze della Task Force 141 come Price, Soap, Ghost e Gaz, ma anche alcune nuove aggiunte come Alejandro Rojas, membro delle forze speciali messicane e in assoluto uno dei personaggi più riusciti del gioco. Il cast è molto potenziato rispetto alla precedente iterazione e ai vecchi Modern Warfare, nel senso che ciascun soldato è adesso caratterizzato alla perfezione e la sua identità è molto più curata, mostrando nel corso della storia una propria personalità che interagisce in modo alquanto convincente con quelle degli altri personaggi.
Siamo arrivati ai titoli di coda dopo circa 7 ore e, sebbene avessimo enormi aspettative sull'elemento narrativo della campagna considerato l'ottimo lavoro svolto da Infinity Ward nel 2019, dobbiamo ammettere che non solo essa si espone in alcune fasi a degli evidentissimi buchi di trama, ma non riesce inoltre in alcun momento a raggiungere l'intensità e la drammaticità dei racconti tipici della serie Modern Warfare. Nei capitoli originali si assisteva spesso alla morte di parte del cast principale e ci trovavamo testimoni di violentissimi attacchi terroristici, mentre il reboot proponeva alcune missioni legate a temi oscuri come quelli della tortura e dell'uso di armi chimiche, arrivando addirittura a gettarci nei panni di una bambina impegnata a uccidere dei soldati russi per sopravvivere. La storia di Call of Duty: Modern Warfare 2, invece, rimane spettacolare in diversi frangenti, ma si rivela totalmente ordinaria sul fronte narrativo, depurata com'è da qualsiasi accenno di controversia, al punto che è davvero difficile legarsi adeguatamente agli eventi che vengono rappresentati a schermo.
Contribuisce fatalmente a questo aspetto anche la caratura del villain principale: Al-Asad, Zakhaev, Shepherd e Makarov sono diventati dei cattivi leggendari perché si macchiavano di fronte a noi di crimini talmente indicibili che era semplicemente impossibile non rimanere totalmente avvinti dal desiderio di fargliela pagare. Hassan, così come il cartello di Las Almas, ha scopi e obiettivi altrettanto violenti, ma entrambi non vengono mai dipinti con la stessa ferocia e l'unico risultato è quello che la caccia nei loro confronti ha sempre poco mordente.
Una campagna single player mai così divertente da giocare
Questi difetti, che per altro vengono arginati dalla già citata presenza di un cast di personaggi mai così ben assortiti e caratterizzati, non riescono comunque ad oscurare tutte le qualità di un impianto single player che, specialmente grazie all'enorme varietà di situazioni di gameplay, rimane straordinariamente godibile missione dopo missione. È impressionante la qualità con la quale sono stati confezionati i livelli, tutti supportati da una regia dal taglio squisitamente cinematografico e da elementi di gameplay unici che non si ripetono negli scenari successivi: accanto alle missioni più classiche come quella a bordo dell'AC-130 o quella con i fucili da cecchino, ce ne sono altre che spingono la formula sparatutto dei Call of Duty verso nuove avanguardie, mai esplorate prima dalla serie.
In Solitudine, ad esempio, sono presenti diversi elementi survival e saremo chiamati a esplorare accuratamente l'ambiente di gioco per ottenere materiali e provviste utili alla creazione di oggetti con cui garantirci la sopravvivenza. In El Sin Ombre dovremo infiltrarci nella villa di un narcos che gestisce un cartello miliardario, mentre Violenza e Tempismo metterà in scena un esplosivo inseguimento che mette in risalto tutte le novità che saranno apportate al modello di guida dei veicoli di Warzone. È proprio la varietà, di situazioni, atmosfere e modelli di gameplay, a rappresentare la qualità chiave della campagna, capace di scorrere in modo molto piacevole nonostante l'assenza di una narrativa di livello a supporto. La cosa forse più sorprendente è che ciascuna funzionalità di gameplay inedita è introdotta qui in modo molto spontaneo, come se fosse sempre appartenuta alla serie. È il caso delle fasi sott'acqua, non molto presenti durante la campagna, ma in grado di donare un feeling di grande naturalezza durante ogni istante del livello.
L'altro grande protagonista del gioco è indubbiamente il gunplay di questo Call of Duty: Modern Warfare 2, che avevamo già avuto modo di ricoprire di lodi in occasione del provato della beta. Ne parleremo più approfonditamente in fase di recensione, ma non c'è che dire, Infinity Ward anche quest'anno rappresenta un assoluto punto di riferimento per gli appassionati degli sparatutto, che qui troveranno ad attenderli un impatto delle armi eccezionale, frutto degli sforzi che il team aveva già speso nel 2019 nella realizzazione delle animazioni delle bocche da fuoco.
Un ultimo, breve inciso lo dedichiamo forse all'unico dettaglio di gameplay che non ci ha saputo convincere fino in fondo. A partire da quest'anno, la campagna è disseminata di speciali nemici corazzati, che possono essere eliminati solo inanellando un paio di colpi alla testa o svuotandogli addosso diversi caricatori di fucile. La meccanica, che è un evidente antipasto dell'IA che sarà presente in Warzone 2.0, nella campagna finisce però per stridere con il costante senso di realismo che si può respirare dalla prima all'ultima missione e ci è capitato in più di un'occasione che l'immersione venisse stemperata proprio dalla presenza di uno di questi antagonisti, particolarmente fastidiosi soprattutto a difficoltà più elevate.
Infinity Ward e le cose fatte per bene
I giochi della serie Call of Duty hanno sempre goduto di un budget stellare, ma sotto il profilo tecnico sono spesso stati caratterizzati da una resa grafica non proprio eccezionale. Il nuovo prodotto di Infinity Ward, da questo punto vista, su console current-gen è invece semplicemente impressionante e segna un profondo stacco da qualsiasi altra campagna vista in precedenza. Da un lato modelli dei personaggi, animazioni facciali ed effettistica non suscitano particolare scalpore, ma l'illuminazione e gli ambienti lasciano davvero a bocca aperta, al punto che alcuni screenshot della missione ad Amsterdam si sono diffusi in rete per il fatto di essere indistinguibili da una fotografia reale.
Il sonoro è come al solito di ottima fattura, esplosioni e rumore dei colpi risultano molto autentici e il missaggio è semplicemente perfetto, anche se segnaliamo purtroppo qualche incertezza del doppiaggio in italiano, che nel caso di certi personaggi è abbastanza debole. In generale, la realizzazione tecnica del nuovo Call of Duty d'Infinity Ward è eccellente su tutta la linea, soprattutto se dovessimo mettere a confronto Modern Warfare 2 con i suoi predecessori. Quando parlavamo di standard produttivi stellari, ci riferivamo proprio a questo.
E voi l'avete giocata la campagna di Call of Duty: Modern Warfare 2? Che ne pensate? Vi è piaciuta? Noi ritorneremo con la recensione di Call of Duty: Modern Warfare 2 non appena saranno aperti i server del multiplayer.