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Call of Duty Modern Warfare: è Gunsmith la vera rivoluzione?

La personalizzazione delle armi in Modern Warfare può essere la svolta tanto attesa dai fan di Call of Duty?

SPECIALE di Matteo Santicchia   —   18/08/2019
Call of Duty: Modern Warfare
Call of Duty: Modern Warfare
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In questi ultimi giorni si è parlato molto di Call of Duty: Modern Warfare. Vuoi perché Infinity Ward ha svelato il multiplayer, vuoi perché nei giorni successivi se ne è ovviamente discusso parecchio dovunque. Inutile dire che la fiamma dello scontro tra hater e fan dello sparatutto Activision è tornata a bruciare più forte che mai. Da parte nostra abbiamo provato a capire le ragioni degli uni e degli altri, ma dove crediamo si possa trovare un punto di contatto tra le due fazioni è nella bontà del lavoro svolto dagli sviluppatori per questa edizione sulla personalizzazione delle armi, il cosiddetto Gunsmith. Cosa questa che potrebbe davvero essere, come dicono gli anglosassoni, un vero e proprio game changer per la serie, qualcosa di realmente dirompente e che potrebbe segnare lo sviluppo dei prossimi giochi. Se negli ultimi episodi era il setting principalmente a "vendere" la differenza tra una iterazione e l'altra, in Modern Warfare tutto ciò ha si una importanza capitale, ma bastano poche ore di gioco per capire che ora c'è qualcosa di davvero diverso e che non si tratta solamente di doppi salti, robot dal glitch facile e corse sui muri.

Il tuning delle armi

Da sempre Call of Duty ci ha abituato a decine di armi e altrettanto numerosi accessori per modificarle. Accessori che avevano la duplice funzione di, per certi versi, "facilitare" anzi potenziare il gunplay e di essere l'emblema visivo della progressione del giocatore. Tutto ciò è ancora valido ovviamente, ma ciò è solo la punta dell'iceberg del complicato modello di personalizzazione messo in piedi da Infinity Ward. Semplificando è possibile dire che ci troviamo di fronte ad un sistema di pro e contro per ogni accessorio che di fatto ci trasporta quasi all'interno del menù di tuning, di messa a punto di una vettura. Il giocatore può pasticciare con canna, freno di bocca, caricatore, ottiche, laser di puntamento, calcio e impugnatura anteriore. Tutto normale potremmo dire, solo che ogni accessorio (dai trenta per le pistole ai sessanta per i fucili d'assalto) si porta in dote delle caratteristiche, delle vere e proprie statistiche, che cambiano sensibilmente il comportamento dell'arma e come esso influisca sulla mobilità del giocatore.

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Questo concetto c'è sempre stato negli sparatutto, ma era trattato alla stregua di una semplice differenza di genere: normale che un lungo e pesante fucile da cecchino rallenti il giocatore rispetto ad una mitragliatrice compatta. Bianco e nero e basta, senza nessuna sfumatura nel mezzo. Il meccanismo pensato da Infinity Ward vuole proprio colmare questa mancanza di dettaglio, rendendo la scelta della propria arma preferita solo il primo passo verso la costruzione di una vera e propria "build" creata su misura per il proprio stile di gioco e soprattutto per la mappa in cui si gioca. Un esempio vale più di mille parole: aggiungere una canna lunga ad un fucile d'assalto rende l'arma più stabile, sia usando la tacca di mira, sia nel tiro veloce, fire from the hip come dicono gli americani. Senza dimenticare la possibilità di utilizzare proiettili di calibro maggiore che aumentano il danno. Sembrerebbe l'arma perfetta, potente, stabile e dal rinculo molto diminuito. Peccato solo che una configurazione del genere ci renda più lenti e che soprattutto allunghi il tempo impiegato per mirare utilizzando le ottiche o la tacca di mira. Ora immaginate di utilizzare un'arma del genere in una mappa piccola e labirintica, piena di strozzature e angoli ciechi, dove insomma riflessi e velocità di sparo vengono messi alla prova. No, non va proprio bene. Potremmo provare a cambiare altro, ma anche questo "altro" ha i suoi bonus e i suoi malus. Ci sono insomma da fare scelte importanti, trovare il feedback che più si adatta al nostro stile di gioco, e capire se questo è quello giusto non tanto per la modalità di gioco, quanto per la mappa. Anche a costo di stravolgere completamente un'arma, facendole quasi cambiare classe.

Un nuovo inizio per Call of Duty?

Questo sistema di personalizzazione ci ha dato l'impressione di essere davvero efficace, capace di restituire da subito quelle differenze, anche minime, apprezzabili tanto da un giocatore smaliziato quanto da uno senza particolari velleità competitive. Un solo componente può fare davvero cambiare il feedback di un'arma, con tutto quello che ne consegue a livello di automatismi istintivi. Passa da qui quindi il vento di rinnovamento che molti sperano soffi su Call of Duty? Secondo noi si. Crediamo proprio non si tratti di una leggera brezza, ne di una fugace tempesta estiva che spariglia momentaneamente le carte. Vista l'impossibilità di rendere Call of Duty qualcosa di completamente diverso (ma davvero qualcuno lo vuole?) stravolgendo le basi della formula, la scelta di "complicare" e stratificare queste basi ci sembra particolarmente azzeccata. Impossibile alienare quindi gli aficionados storici, non ci sono astrusi setting ne tantomeno movimenti circensi, ma nello stesso tempo, complice anche un comparto tecnico che mostra i muscoli sul finire di questa generazione, semplici indifferenti o hater con la bava alla bocca non potranno negare che il franchise abbia fatto un passo avanti verso meccaniche meno semplicistiche e "arcade".

Call Of Duty Modern Warfare Multiplayer 01

Ecco se proprio volessimo continuare a fare un paragone con i racing game potremmo dire che Call of Duty è diventato, o meglio ci ha dato l'impressione di essere diventato un "simcade", perfettamente a metà tra la frenesia e la velocità tipica della sua propria tipologia di gioco e la voglia di essere qualcosa di più realistico. Senza però strafare, senza velleità da ARMA o da iperrealistici (e super punitivi) shooter PC hardcore modello Post Scriptum. È questa la svolta che molti stanno aspettando? Se non lo fosse sarebbe comunque davvero un nuovo inizio, altro che il tanto decantato "soft reboot" promesso dagli sviluppatori per Modern Warfare. Un punto di vista inedito e potenzialmente foriero di tante ore di gioco, ben oltre quelle garantite dalle meccaniche di prestigio e dal supporto post lancio. Anche qui soffia il vento della ibridazione dei generi, vento che spira sempre più forte in questi ultimi anni? Probabile, e non sarebbe per niente male a giudicare da quanto giocato. Call of Duty: Modern Warfare uscirà il prossimo 25 ottobre; tra un mese partirà una beta, ci sarà quindi tempo per approfondire l'inedito approccio di Infinity Ward.