Con l'evoluzione del videogioco come medium in grado di esprimere concetti e veicolare punti di vista e contenuti, è naturale che le tematiche si espandano e comprendano anche argomenti profondi e importanti, anche di pressante attualità come l'ecologia, tornata ad essere uno dei temi videoludici principali da qualche anno a questa parte. Considerando che si tratta di prodotti solitamente studiati per un pubblico più o meno giovane, i videogiochi possono essere visti come un sistema molto efficace per presentare tematiche d'impatto per quanto riguarda il presente e il futuro dell'ambiente, sfruttando un sistema d'intrattenimento per scopi più educativi.
Questo però non significa necessariamente affidarsi ai software strettamente educativi, o edutainment e anche i cosiddetti serious game, per poter veicolari contenuti relativi all'ecologia, all'ambientalismo o semplicemente far presente la minaccia costituita dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici. Sono molti i titoli che si pongono a metà tra documentario, materiale educativo e videogioco, ma in questo caso vogliamo concentrarci piuttosto su quei prodotti che possono essere considerati veri e propri giochi, caratterizzati però da una forte impronta educativa per quel che riguarda il rispetto dell'ambiente e i rischi derivanti da un suo sfruttamento senza regole.
Alba: A Wildlife Adventure
Più che climate change, il tema di Alba: A Wildlife Adventure è piuttosto il rispetto dell'ecosistema e una sorta di denuncia contro lo sfruttamento incontrollato del territorio per scopi economici e commerciali, ma i temi sono talmente intrecciati da rientrare comunque nel medesimo filone.
Alba è una ragazza che torna dopo anni sull'isola mediterranea dove trascorreva le estati da bambina, scoprendo però che questa sta per essere profondamente sconvolta dalla costruzione di un gigantesco hotel con resort turistico annesso, al posto della riserva naturale che copriva buona parte dell'area. Questo porta la protagonista e l'amica Ines a cercare di opporsi alla costruzione di tale ecomostro, facendo leva sugli abitanti dell'isola per valorizzare al massimo quello che è il vero tesoro di questa: il suo ambiente naturale.
Alba: A Wildlife Adventure è un gioco semplice, basato su piccoli enigmi da risolvere e mini-game assortiti che emergono mentre cerchiamo di aggiustare vari problemi disseminati per l'isola, conquistando in cambio delle firme da aggiungere alla petizione per bloccare i lavori sull'hotel, ma è una vera e propria immersione estiva nella natura di un'isola del Mediterraneo. Tra empowerment giovanile e nozioni naturalistiche sulle specie animali e vegetali presenti, il gioco riesce perfettamente a far capire come il rispetto della natura sia alla base di un sano equilibrio vitale per l'ecosistema, come vediamo nella nostra recensione di Alba: A Wildlife Adventure.
Beyond Blue
Altro gioco dominato dal mare, Beyond Blue si posiziona in maniera molto più netta al confine tra videogioco e documentario scientifico, vista la quantità di nozioni e informazioni che vi si possono trarre sulla vita nell'ambiente marino e oceanico. Il gioco ci porta a interpretare Mirai, una biologa marina, ricercatrice a bordo di un fantascientifico sottomarino per le esplorazioni subacquee. Da questa base partiamo per varie sortite nell'oceano Pacifico, alla scoperta delle specie presenti e anche cercando di indagare su segnali radio e tracce di uno sfruttamento irresponsabile del suolo che mette a rischio l'esistenza del complesso ecosistema oceanico. In tutto questo c'è spazio anche per diverse linee narrative che riguardano anche la vita della dottoressa e i suoi rapporti con altri personaggi, ma l'elemento preponderante resta il mare e il suo prezioso ambiente da preservare.
Oltre alle numerosi informazioni che il gioco fornisce attraverso schede e dialoghi in-game su pesci ed essere viventi vari, Beyond Blue sfrutta anche spezzoni di documentari per collegarsi più direttamente alla realtà e illustrare diversi aspetti della natura nell'ambiente sottomarino, riferendosi in particolare a filmati tratti da Blue Planet II, prodotto dalla BBC.
Proprio questa ricercata fusione tra documentario e videogioco è la base fondamentale di questo prodotto, sviluppato in collaborazione da E-Line Media e BBC, con la volontà di sperimentare i risvolti didattici di quello che resta comunque un vero e proprio videogioco, incentrandosi particolarmente sulla necessità di trovare un equilibrio tra sfruttamento del suolo ed ecosistema marino. Potete conoscerlo meglio nella nostra recensione di Beyond Blue.
Bee Simulator
Qualcosa di molto particolare è offerto da Bee Simulator che, per far capire le problematiche legate allo sfruttamento dell'ambiente e al rapporto tra uomo e natura ribalta completamente la prospettiva e ci mette nei panni di un'ape. In questa inedita situazione non c'è molto spazio o possibilità di per lunghi dialoghi e spiegazioni sugli effetti nefasti dell'inquinamento o della mancanza di equilibrio nella gestione delle risorse, ma è un metodo perfetto per mostrare da vicino il punto di vista di coloro che subiscono maggiormente l'impatto di queste pratiche deteriori. Ci sono anche ampie descrizioni scientifiche sulle api e sulle caratteristiche della loro vita e attività nelle varie condizioni, ma il gioco in questione è una simulazione che ci richiede soprattutto di agire.
Questa essenza di simulazione "animale" fa sì che le tematiche ambientaliste non siano esposte in maniera proprio esplicita, ma rimangano chiaramente sottese all'azione di gioco, che per il resto è molto pratica e ci richiede di portare avanti le attività tipiche delle api. Tuttavia, da questa particolare prospettiva, è possibile vedere con maggiore chiarezza il rapporto tra il mondo umano e quello animale e le minacce che il primo può rappresentare per il secondo, facendo capire i rischi di un'evoluzione non organica con la natura in maniera molto più efficace e diretta di quanto possa fare un documentario o un software educativo esplicitamente incentrato sui cambiamenti climatici, considerando anche come proprio le api abbiano un ruolo fondamentale nell'equilibrio totale dell'ecosistema della Terra.
Civilization 6: Gathering Storm
In questo caso non parliamo di un gioco completo, ma di un'espansione particolarmente apprezzata di una serie molto famosa: con Civilization 6: Gathering Storm il celebre strategico di Sid Meier ha effettuato un passo più deciso nell'inclusione delle tematiche ambientaliste in un contesto nel quale queste assumono effettivamente un grande senso. La serie si è sempre basata sullo sfruttamento del territorio, ma la gestione equilibrata dell'ambiente non è mai stata presa più di tanto in considerazione, visto che la prospettiva era soprattutto legata alla possibilità di ottenere i massimi guadagni da ciò che la Terra aveva semplicemente da offrire, puntando tutto sull'evoluzione della civiltà più che su una crescita in equilibrio con l'ambiente. Nonostante qualche inondazione ci ricordasse che il riscaldamento globale è nocivo.
Questo concetto, che indubbiamente introduce elementi di simulazione più complessi, si ritrova finalmente in Gathering Storm, che per la prima volta introduce questioni come la necessità di prevenire disastri naturali attraverso soluzioni tecnologiche, gestire diverse fasce climatiche e anche trovare fonti di energia ecosostenibili, riducendo l'impatto ambientale e l'eventuale rischio di cambiamenti climatici. In Gathering Storm, l'utilizzo di energia non sostenibile comporta effetti diretti come l'aumento di alluvioni e tempeste, fino all'innalzamento dei livelli dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacci causato dal riscaldamento globale. Civilization 6 rappresenta un raro caso in cui il contesto è perfetto per l'introduzione di queste tematiche, rendendole parte integrante del gameplay.
Endling
Pur non essendo ancora uscito, Endling ha già fatto parlare di sé per il tema trattato e per l'affascinante stile che lo permea. Si tratta di una sorta di action adventure in terza persona nel quale interpretiamo una volpe alle prese con un pianeta ormai completamente devastato dall'inquinamento e dalla presenza dell'uomo che ha sfruttato tutte le risorse a discapito della natura. È, in un certo modo, una versione più estremizzata di Shelter, impostata in maniera da veicolare un concetto al di là della sopravvivenza pura dell'animale. Non ha elementi narrativi espliciti, mettendo in scena la vicenda proprio dal punto di vista della volpe, ma la rappresentazione "espressionista" delle ambientazioni e le sfide che ci troviamo ad affrontare parlano piuttosto chiaramente del rapporto conflittuale tra uomo e natura, portato alle estreme conseguenze.
In questo senso è una distopia, anche se non troppo lontana dalla realtà. La volpe protagonista deve affrontare diverse sfide in ambientazioni devastate, oltre il punto di non ritorno posto da inquinamento e riscaldamento globale, cercando di salvare i propri cuccioli e portarli in un luogo sicuro. Sono gli ultimi esseri della propria specie e la missione assume così un carattere epico e drammatico, con l'estinzione come minaccia costante. Oltre ad essere un gioco a tutti gli effetti, Endling punta anche a rappresentare una sorta di "strumento per la sensibilizzazione", secondo le intenzioni dello sviluppatore Javier Ramello, che possa rivolgersi sia a un pubblico giovane più centrato sui videogiochi che a un'utenza più ampia, presentandosi come un'esperienza a forte impatto emotivo.
La sfida dell'ambientalismo nei videogiochi
L'inserimento di queste tematiche nei videogiochi rappresenta una vera e propria sfida, perché si tratta di elementi piuttosto distanti dalle caratteristiche che si sfruttano per emozionare i giocatori. È difficile, per argomenti così profondi, competere con le scariche di adrenalina date dall'essere protagonisti di sparatorie e combattimenti pirotecnici, ma la questione può essere affrontata in diverse maniere, come abbiamo visto qui sopra. Non solo, accenni a questioni ambientaliste possono essere inseriti in maniera maggiormente mascherata, oppure fare da motore all'azione come ottimi argomenti per portare avanti azioni epiche: l'ambientazione di Cyberpunk 2077, per esempio, basta da sola a dimostrare i rischi di uno sfruttamento senza scrupoli dell'ambiente, mentre la difesa di questo è, in fondo, l'argomento sotteso alla grande avventura di Final Fantasy 7, per esempio.
Allo stesso modo, anche il prossimo Perfect Dark sembra introdurre tematiche interessanti con la sua ambientazione "eco sci-fi", come viene definita da The Initiative, forse affrontandole in maniera anche piuttosto inedita.
Ci sono dunque varie soluzioni che possono essere adottate per veicolare messaggi sulla minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e a favore di uno sviluppo ecosostenibile nei videogiochi, in linea con le ampie possibilità espressive di questo medium. Resta un paradosso di fondo, su cui ci sarà ancora parecchio da lavorare, ovvero il fatto che l'hardware stesso su cui giochiamo deriva da processi produttivi che comportano un ampio impatto ambientale, oltre a quello generato dal consumo di energia richiesto per poterli utilizzare. È ancora un altro tipo di sfida da affrontare nell'immediato futuro, ma sulla quale i videogiochi possono agire in qualche modo, se non altro sensibilizzando l'utenza su queste problematiche.