2035: Odissea nel Castello
Ebbene sì, per la prima volta nella storia di questa leggendaria saga il background cronologico non è un gotico passato, ma un ben più palpabile futuro.
Nel 1999 un gruppo di Ammazzavampiri riesce a sconfiggere il perfido Conte Dracula e a sigillarlo insieme al suo castello attraverso un'eclissi solare. Trentasei anni dopo, Soma Cruz e la sua amica Mina si recano in Transilvania per assistere a una nuova e spettacolare eclissi... ma l'evento libera dalla prigionia Castlevania, e questo si materializza intorno a Soma e Mina, dividendole e imprigionandole! Come da clichè, Soma dovrà ritrovare Mina e mandare all'aria i diabolici piani del Conte, questa volta intenzionato più che mai a sfruttare l'occasione d'oro per estendere il suo perfido dominio..
Soul Trade!
E' questo il nome dell'innovativo sistema sul quale si basa il nuovo Castlevania. Abbandonato l'intrigante quanto complicato e limitativo DSSystem di Circle of the Moon, messo da parte l'intelligente ma semplicistico Spell Book System di Harmony of Dissonance, Konami ci riprova e prende due piccioni con una fava. Una delle lamentele più insistenti da parte dei giocatori è stata quella relativa alle armi: a differenza di Simphony of the Night, infatti, dove Alucard poteva equipaggiare una grandissima varietà di oggetti (spade, asce, alabarde e molto altro), i due protagonisti dei Castlevania in versione Advance possedevano solo la frusta degli Ammazzavampiri. In Aria of Sorrow, però, la cosa funziona in modo totalmente diverso: Soma infatti è in grado di assorbire le anime dei nemici sconfitti, apprendendo così abilità sempre diverse, che influiscono anche sul suo equipaggiamento. Per farla breve, attraverso le anime, Soma è in grado di utilizzare armi principali e secondarie diverse, così come magie e abilità speciali di ogni tipo. Pensate che tramite alcune di esse è perfino possibile trasformarsi in creature sovrannaturali, un po' come Alucard diventava pipistrello, lupo e nebbia. Anche le Relic ritornano, ma questa volta sono anime che una volta assorbire rimangono legate a Soma in eterno. A ulteriore conferma della flessibilità di questo nuovo sistema di gioco, Konami ha introdotto la possibilità di scambiare le anime possedute con altri giocatori, tramite il collegamento link fra due GBA. Semplice ma geniale.
Sempre più Advance
Il nuovo Castlevania stupisce. Da quanto visto, graficamente non offre cambiamenti massicci nella realizzazione generale, ma veri e propri perfezionamenti. Lo sprite di Soma, tanto per cominciare, è animato magnificamente e presenta uno stile davvero originale, anche se forse l'accostamento di colori (blu, azzurro e violetto) potrebbe sulle prime far storcere il naso. Scomparsa, invece, la linea colorata che circondava alcuni sprite (compreso Juste) in Harmony of Dissonance, la cui utilità grafica ci è sempre sembrata alquanto dubbia. Un leggero restyling nel design ha colpito anche i nemici di Soma: siamo nel 2035, del resto, e le spade e gli scudi di zombie e scheletri sono stati rimpiazzati da baionette e bombe a mano. L'idea è intrigante e innovativa, ma resta da vedere quanto questo cambiamento sarà apprezzato dagli aficionados dell'atmosfera medievaleggiante che sempre ha contraddistinto la serie. Da segnalare, inoltre, anche una maggiore varietà di cromatismi e una maggiore chiarezza dell'immagine, sia per quanto riguarda gli sprite che gli ambienti: a questo proposito, sembra che Konami si sia finalmente decisa a cambiare almeno in parte la mappa del castello, ormai da troppo tempo simile ai prequel. Per quanto riguarda il sonoro tocchiamo un nervo scoperto. A contribuire al successo di Castlevania ci sono sempre state delle splendide musiche, azzeccate e incredibilmente d'atmosfera; se Circle of the Moon era un degno erede di questa tradizione, lo stesso non si può dire di Harmony of Dissonance, la cui pecca maggiore era proprio la scialba e gracchiante soundtrack. Konami, preso coscienza di questo passo falso, ha reclutato come compositori di Aria of Sorrow gli stessi musicisti che ci hanno regalato le tracce musicali di Simphony of the Night e Circle of the Moon: da quanto ascoltato, il risultato sembra essere superiore ad ogni aspettativa.
Sofferenza improvvisa
Aria of Sorrow è stato annunciato nei giorni scorsi a sorpresa da Konami, nonostante si intuisse già da tempo che la softco non avesse l'intenzione di abbandonare la serie Advance di Castlevania. La cosa più interessante è che la versione americana e quella giapponese del gioco saranno lanciate in contemporanea a Maggio, mentre per quella europea bisognerà aspettare una data ancora indefinita. Così, mentre Konami procede nello sviluppo di un Castlevania per una delle tre console casalinghe, ancora avvolta nel mistero, un altro capitolo della storica saga si prepara ad allietare le nostre giornate.
Servirà questa rivoluzione nel gameplay e nel background narrativo a risollevare le sorti di una serie che, pur nella sua bellezza, sembra aver già detto tutto? Alla risposta mancano solo pochi mesi, ma le premesse ci sono tutte.
Beh, che dire... Assurdo.
Il Gameboy Advance è sul mercato da poco più di due anni e Konami ha già prodotto tre capitoli della sua serie più famosa, Castlevania. Prima, Circle of the Moon (al lancio). Ma i fan non rimasero completamente soddisfatti da un ottimo titolo che però non eguagliava la profondità del sempreverde Simphony of the Night (PlayStation), così l'anno scorso è stato il turno di Harmony of Dissonance... e qui l'utenza si spacca in due: c'è chi ha apprezzato Harmony of Dissonance, ritenendo Juste Belmont il degno erede di Alucard (il protagonista di SoN), e chi invece è rimasto deluso non solo da un gameplay ormai trito e ritrito, ma anche dalla realizzazione altalenante. Harmony of Dissonance, infatti, è un caso particolare, uno di quei giochi che necessita di parecchio tempo prima di essere apprezzato per le sue ottime qualità, difficili da cogliere immediatamente.
Ma una cosa è certa, qualità o non qualità, la serie ormai è paurosamente in stallo. Ma Konami non è una sprovveduta...