Bilogia vincente
Oltre alla cosmesi, ai tempi curatissima per entrambi i due episodi, i due Virtua Cop vanno ricordati, in primis, per il gameplay, decisamente accurato: selezionato lo stage di partenza, il giocatore (o i giocatori), nei panni di Michael Hardy, James Cools e Janet Marshall (presente nel solo Virtua Cop 2 e nel picchiaduro Fighter’s Megamix, sempre di Am2) deve sventare i piani criminali della malavita del posto, nel caso di cui sopra Virtua City, pullulante (oltre a statue di Sarah Briant, poster di Virtua Fighter 4 e tante altre citazioni di Virtua Fighter) di tantissimi brutti ceffi. Come nelle altre conversioni casalinghe della saga, il numero decisamente elevato di continue e punti ferita può essere la morte di questa interessante collection, portando gli utenti a risolvere in un paio d’ore entrambi i giochi; settando invece il livello di difficoltà su normal e limitando i crediti e vite a qualche unità (tre o quattro vite, non certo nove o,ancor peggio, crediti infiniti), il gameplay diventa più equilibrato e solo i più esperti riusciranno a finire i due giochi nell’arco di qualche ora, con l’aiuto di punti ferita da reintegrare ed armi addizionali (mitra e pistola automatica), ottenibili uccidendo alcuni zuzzurelloni che, generalmente, fanno la loro apparizione nei momenti più caotici o per brevi lassi di tempo o, ancora, distruggendo determinati elementi del fondale; novità di questa collection sono le immagini che andranno a formare la gallery del gioco, ottenibili con le modalità summenzionate in materia di armi e punti ferita extra. Per fortuna, il gameplay della saga è stato mantenuto intatto anche in questo pacchetto; centinaia d’avversari si faranno avanti nei sette livelli di gioco, tutti visitabili anche singolarmente e non, per forza di cose, iniziando dal primo (tre stages per singolo gioco, ma in Virtua Cop 2 è accessibile un quarto livello, col vero boss finale, solo completando con successo i precedenti), proponendo un ritmo di gioco quantomeno frenetico con pochi momenti di pausa, generalmente i più subdoli, con trappole ed agguati nei paraggi (oltre agli ostaggi da non mandare a miglior vita, pena perdita di un punto ferita). Come è, però, consuetudine di questo genere videoludico, una volta imparati tutti i pattern dei nemici, visitati tutti i livelli (Virtua Cop 2 almeno presenta un bivio per livello, stage speciale escluso), rimane solo un gameplay fulmineo da consumare ogni tanto, magari per la voglia di superare l’ultimo record, per passare qualche ora spensierata di videogaming tra un rpg ed un simulatore o per provare i propri riflessi con numero di vite e continue sempre più esiguo e livello di difficoltà più elevato. In appendice di paragrafo, dobbiamo segnalare la (purtroppo testata) incompatibilità con la guncon 45 nonché una certa sicurezza nel caso si usi il canonico dual shock 2, nel qual caso il gameplay rimane, ancora, sufficientemente divertente.
Grafica e sonoro
Con un restyling grafico che ha dell’ efficiente nei confronti delle versioni originali da sala, magistrale rispetto alle (seppur eccellenti) versioni casalinghe ma purtroppo deludente paragonato alle potenzialità del chip Emotion racchiuso in Playstation 2, si apre l’inevitabile disquisizione su pregi e difetti del versante tecnico di Virtua Cop: Elite Edition. Un engine poligonale, avvilito da evidenti problemi di aliasing e flickeriing, manda a monte cinquanta fotogrammi al secondo costanti, non impensieriti da eventuali rallentamenti o cali nel frame rate, per via di un polygon count che si colloca tra le potenzialità grafiche di un Nintendo 64 e di un Dreamcast, per via di sprite poco curati e fondali decisamente sotto tono rispetto, chessò, a Time Crisis 2, anch’esso ripescato (con ritardo) dal mercato arcade ma con una cosmesi ridefinita in maniera enormemente più soddisfacente di questa riedizione di Virtua Cop. Le musiche, viste dal punto di vista del fan o del nostalgico, sono la fedele riproduzione di quelle originali che, prese per quel che sono, non mostrano sinfonie particolarmente fischiettabili o melodie da inserire nel cd o cassettina che sia e gustarsele in auto. Stessa sorte ha toccato gli effetti sonori, decisamente più puliti rispetto alle precedenti edizioni, mentre permane l’esiguità e l’anonimità dei campionamenti vocali.
Conclusioni
Virtua Cop: Elite Edition è un prodotto imperdibile per i fanatici della saga e per chi cerca un divertentissimo gioco da usufruire con la propria Guncon 2, in virtù del gameplay settato ad alti livelli, sebbene la presenza di qualche livello extra avrebbe giovato moltissimo al nuovo prodotto Am2, graficamente molto al di sotto delle potenzialità del 128 bit Sony e con un comparto sonoro lungi dall’essere irresistibile. In ogni caso un buon prodotto, il secondo miglior sparatutto con light gun per Playstation 2, da avere assolutamente, ribadiamo, se fan della saga o se Time Crisis 2 lo conoscete come le vostre tasche e Vampire Night vi ha annoiato dopo averlo risolto un paio di volte.
- Pro:
- Must buy per i fan di Virtua Cop
- 2 divertentissimi giochi al prezzo di uno
- Il secondo miglior gioco per Guncon 2
- Contro:
- Realizzazione tecnica inadeguata
- Qualche livello extra avrebbe giovato notevolmente
Sbirro virtuale, edizione di lusso
Tra gli innumerevoli meriti di Sega, va indubbiamente riconosciuto quello di essere stato il marchio che, de facto, ha lanciato la grafica tridimensionale applicata a videogiochi innovativi (Virtua Fighter) o a generi videoludici già esistenti, aumentandone esponenzialmente il coefficiente di esaltazione, grazie alle motherboard della serie Model progettate da Lockeed Martin; dal meraviglioso Virtua Racing, passando per Daytona Usa, Sega Rally e decine di altri capolavori incancellabili nel tempo, SErvice GAmes ha prodotto alcuni dei coin-op più idolatrati e “clonizzati” della storia grazie a cosmesi di prim’ordine e gameplay accalappiante. Tra questi, va citato Virtua Cop, shootem’up con pistola ideato dal celeberrimo team Am2, capitanato da Yu Suzuki, il guru che ci ha “regalato” Out Run, Hang On, Virtua Fighter, Shen Mue e tanti altri indiscussi must have game per il mercato degli arcade, nonché per quello casalingo (console Sega in primis per arrivare, ai giorni nostri, ad un pò tutto l’hardware al momento in voga). Sebbene la meccanica di gioco non fosse esageratamente dissimile da quella dei vari Operation Wolf/Thunderbolt di taitiana memoria, il comparto grafico fatto di poligoni e gustose textures a 30 fotogrammi al secondo ammaliava il videogiocatore (grazie alla scheda da bar Model 1), inizialmente pronto a sborsare fior di gettoni per poter superare i 3 livelli di gioco, per poi ritornarci ripetutamente nella comodità della propria abitazione, grazie alla fedele conversione per Sega Saturn che, nel Natale 1995 (assieme ad altre due attesissime conversioni, Virtua Fighter 2 e Sega Rally) aiutò detta console, per un breve lasso di tempo, a superare, in Giappone, le vendite dell’allora già fortissima Sony Playstation. Anni dopo, Am2, forte delle potenzialità di Model 2, lanciò l’inevitabile sequel, caratterizzato da una realizzazione grafica nettamente superiore grazie alla maggior potenza dell’allor regina delle schede coin-op (seconda metà degli anni ’90), capace di sfoggiare esaltanti inseguimenti in auto, tra i 4 livelli di gioco, stavolta con bivi percorribili a discrezione del videogiocatore, a tutto vantaggio della rigiocabilità del coin-op e della successiva conversione casalinga per Saturn, in seguito riproposta, purtroppo, pari pari (con l’ausilio di Windows Ce) su Sega Dreamcast. La qui presente Elite Edition è una sorta di collection dei primi 2 episodi, con evidente lifting visivo rispetto agli orginali e una spruzzata di extra qua e là non disdegnabili.