Per alcuni di noi, le lingue sono un vero e proprio enigma. Immagini e simboli che nascondono un significato, palese solo a chi chiaramente lo conosce. Fortunatamente al giorno d'oggi, chi vuole approcciarsi allo studio di una nuova lingua ha a disposizione numerosi strumenti didattici, ma come sarebbe studiare una lingua sconosciuta solo attraverso l'intuizione?
Chants of Sennaar prova a rispondere a questa domanda, catapultando il giocatore in una misteriosa terra in cui nessuno parla la sua lingua, e la sua comprensione passa attraverso la soluzione dei numerosi enigmi. Il puzzle game sviluppato da Rundisc e prodotto da Focus Entertainment arriverà nel 2023 su PC e Nintendo Switch e, secondo noi, dovreste veramente tenerlo d'occhio.
Perché? Lo abbiamo giocato alla Gamescom 2022 e vi parliamo del nostro entusiasmo nel provato di Chants of Sennar.
Torre di Babele
Rispetto a tante altre demo provate durante la fiera tedesca, che venivano accompagnate da ricche presentazioni di sviluppatori e publisher, quando ci siamo seduti alla postazione di Chants of Sennaar, l'unica domanda che ci hanno fatto è stata "Conosci il mito della Torre di Babele?". Non volendo dare nulla per scontato, piccola parentesi per spiegare l'ambientazione del gioco.
La Torre di Babele, nota anche come Babilonia, è la mitica costruzione di cui narra la Bibbia nei versetti della Genesi: costruita in Mesopotamia, in alcuni scritti antichi si fa riferimento a Babele con il nome arcaico di Sennaar, da cui prende il nome il titolo di Rundisc, mentre la Torre è visibile nel logo. La Genesi racconta la storia di questa immensa città sviluppata in altezza, in un momento della storia dell'uomo in cui tutti parlavano la stessa lingua. Il piano degli uomini era quello di avvicinarsi fisicamente quanto più possibile a Dio, portando la costruzione della Torre sempre più in altro. Dio, al contrario, desiderava che gli uomini si dividessero e popolassero la Terra. Per questo il Signore, decise di bloccare la costruzione della Torre sottraendo l'unico vero strumento di unione che l'umanità possedeva: la lingua. Nacquero così svariati idiomi e le genti smisero di parlarsi, abbandonando la costruzione della Torre.
Gli studiosi riconducono il nome "Babele" alla parola ebraica "bālal", che significa "confondere", in questo caso le lingue parlate.
In Chats of Sennaar, l'obiettivo del giocatore è quello di ricostruire la lingua perduta e permette nuovamente ai cittadini della Torre di comunicare tra di loro, così divisi da aver persino dimenticato il passato di Babilonia. Il mondo di gioco è incredibilmente evocativo, merito delle scelte artistiche fatte dal team di sviluppo. La visuale isometrica e la scelta di utilizzare linee nette e pulite per delineare lo scenario, creano geometrie ipnotiche, che si fondono con gli arabeschi che decorano la città di Babilonia.
La palette cromatica, contraddistinta da colori caldi e saturi, richiama istintivamente alla mente Journey e i colori del suo deserto, contrapposti in modo equilibrato al colore tenue dell'acqua delle fontane e del cielo. Visivamente Chats of Sennaar è bellissimo e gli scenari sono minuziosamente rifiniti; talvolta la prospettiva o le ombre potrebbero nascondere qualche piccolo dettaglio utile alla risoluzione dei puzzle, ma starà al giocatore esplorare in modo accurato l'intorno al fine di risolvere gli enigmi.
Gameplay e soluzione degli enigmi
In Chants of Sennar, il giocatore impersona un forestiero senza volto, un uomo incappucciato che vaga per la città di Babilonia prendendo appunti. Come detto, gli uomini e le donne della Torre non parlano più tra di loro e, dimentichi della lingua che si parlava un tempo, hanno scordato il passato del luogo in cui vivono. Al giocatore spetterà il compito di tradurre l'idioma perduto, svelando i segreti della Torre e diventando un traduttore universale, un vero e proprio Pesce di Babele (citazione a Guida Galattica per Autostoppisti necessaria, ndr).
Il giocatore avrà in dotazione solo un taccuino, consultabile dal menù di gioco. Questo si compone di un set di trentasei glifi riportati nella parte destra dello schermo, e dalle pagine del taccuino sulla sinistra, nelle quali il Viandante disegnerà diverse immagini. L'obiettivo è, mano a mano che si procede nell'avventura, assegnare ad un glifo un significato, per poi validarlo attraverso l'associazione all'immagine che lo rappresenta. Al giocatore è concesso prendere appunti: per farlo bisognerà cliccare su un glifo, scrivere il significato che si pensa essere corretto e confermare. In quel caso, il significato del glifo comparirà scritto con un punto di domanda. Per confermare la deduzione bisogna attendere che nel taccuino vengano scarabocchiate le immagini rappresentanti i concetti. Quando queste appariranno, il giocatore dovrà trascinare il glifo nell'apposito spazio di fianco al disegno corrispondente: se l'associazione è esatta da quel momento in poi il punto di domanda scomparirà e in futuro, tutte le volte che il Viandante si imbatterà in quel glifo, il giocatore lo leggerà "tradotto", in inglese (lingua della demo).
Per fare queste associazioni ovviamente c'è un metodo, che passa attraverso la risoluzione di enigmi: durante la nostra prova, nella quale abbiamo attraversato un acquedotto alla base della Torre, abbiamo trovato cartelli e personaggi non giocanti, che ci impartivano diversi comandi, deducendo così il significato delle istruzioni a partire dalla soluzione dell'enigma. Prima si risolvono i puzzle e poi si tenta di conferire un significato ai glifi.
Potrebbe sembrare un processo molto laborioso, ma nella realtà delle cose, è molto più semplice di quanto si possa pensare. Vi facciamo un esempio per chiarire ancor di più il procedimento logico. La prima serie di enigmi affrontati iniziava con un porta chiusa: di fianco a essa una leva per aprirla e chiuderla. Appeso sopra l'interruttore, un cartello che riportava tre glifi differenti, scritti su due righe di testo, una superiore e una inferiore. Entrambe le righe di testo iniziavano con lo stesso glifo ma continuavano con due simboli differenti. Attivando la leva, spostandola da una posizione alta a una bassa, la porta si apriva. Da qui si deduce che il glifo ripetuto in entrambe le righe significa "porta" e che gli altri due indicano i concetti di "chiuso" e "aperto". Per capire quale sia uno e quale sia l'altra bastava vedere la posizione della leva e associarla a quella delle righe (in alto è chiuso, in basso aperto).
A quel punto, nella seconda stanza, ci siamo trovati di fronte a sei interruttori che, una volta azionati, aprivano o chiudevano dei flussi d'acqua. Accanto alla serie di leve era apposto il solito cartello d'istruzioni, che proponeva i glifi di "aperto" e "chiuso", riportati in sequenza. Si capisce così che ogni glifo era associato a un flusso d'acqua, indicando quali andavano sbarrati e quali lasciati fluire. Un enigma proposto al giocatore per rafforzare il concetto, tanto è vero che, risolto l'enigma, sul taccuino sono comparse tre immagini: una porta, un lucchetto chiuso e uno aperto. Scrivendo prima le parole "door", "close" e "open" nei significati dei relativi glifi, abbiamo successivamente assegnato i glifi alle tre immagini, aggiungendo correttamente al vocabolario le tre parole.
Successivamente abbiamo incontrato un personaggio non giocante che, indicando con una serie di gesti, ci chiedeva di aiutarlo ad aprire e chiudere una serie di dighe. Dopo questo confronto abbiamo aggiunto al vocabolario "salve", "aiuto" e "grazie".
Il colpo di scena che però ci ha lasciato abbastanza basiti e infinitamente elettrizzati, è arrivato verso la fine della nostra prova, quando ci siamo imbattuti nel glifo di "man", "uomo". Il simbolo era riportato in una serie di quattro bassorilievi scolpiti su una lunga parete: qui veniva narrata la storia di un uomo che, trovati altri suoi simili, iniziò ad adorare il sole (glifo di "God", "Dio"), per poi essere oppresso da un nemico. Nella prima illustrazione il glifo uomo, era riportato una sola volta, ma quando gli uomini nell'immagine erano di più, il simbolo era ripetuto due volte. La ripetizione di un glifo quindi veicola il numero del nome, il plurale, creando delle regole persistenti nella grammatica di questa lingua sconosciuta.
Contenuti e sistema di controllo
In circa trenta minuti di gioco, siamo certi di aver scalfito solo la superficie di Chants of Sennaar, anche perché nel trailer pubblicato durante il PAX East nell'aprile 2022, si scorge molto di più di quanto abbiamo potuto giocare. Tanto per cominciare, si vede chiaramente una pagina di glifi che non sono quelli incontrati durante la demo della Gamescom: questo ci fa pensare che quelli incontrati durante il nostro provato non sono semplicemente trentasei glifi, ma solo i primi trentasei. Potremmo anche aver giocato a una demo appositamente confezionata per la fiera tedesca, ma non siamo stati messi al corrente di questa informazione durante la prova, quindi diamo per scontato che la nostra demo fosse tratta dai primi minuti di gioco dell'avventura.
Secondariamente, nel trailer si vedono alcuni fasi stealth, in cui il Viandante cerca di sfuggire agli sguardi di alcune guardie; nella sequenza si può osservare inoltre che è calata la notte e che la luna sembra essere molto vicina alle finestre. Questa è solo una supposizione, ma ci sembrerebbe alquanto logico pensare al percorso del giocatore come un'ascesa della Torre, incontrando un grado di complessità crescente negli enigmi. Almeno, noi lo speriamo ardentemente.
Unica considerazione a margine è sul sistema dei comandi. Nel booth di Focus Entertainment, il gioco girava su una versione PC e si poteva giocare sia con mouse e tastiera che con gamepad Xbox. Abbiamo provato entrambe le soluzioni ma, essendo un gioco nel quale bisogna letteralmente scrivere parole, comprenderete senza ombra di dubbio che la soluzione MnK è la più funzionale. Abbiamo comunque voluto provare anche la soluzione pad perché il titolo uscirà anche su Nintendo Switch e non ci sembra assurdo un successivo porting post lancio per Xbox e Playstation. Con gamepad è decisamente più scomodo, ma è anche vero che parte del disagio potrebbe essere aggirato utilizzando le funzioni touch dello schermo di Switch; opzione che, per altro, aprirebbe la porta anche a una futura conversione mobile.
Per chi scrive, Chants of Sennaar è senza dubbio il miglior gioco provato alla Gamescom 2022. Mentalmente stimolante e visivamente accattivante, la produzione di Rundisc si configura come un'opera d'indubbio spessore. Non sono molti i videogiochi ad aver lavorato con il concetto di lingue, e i pochi che ci hanno provato (anche con successo, ci viene in mente No Man's Sky) non hanno mai approfondito l'argomento con un approccio sintattico e grammaticale. Per certi aspetti, il sistema di decodifica di Chants of Sennaar sembra rifarsi alle moderne app di e-learning, aggiungendo una parte di deduzione logica. Troviamo inoltre molto affascinante la scelta di ambientare il gioco nella Torre di Babele, notando come la comprensione della verità e della lingua vadano di pari passo nell'avventura. Creare un sistema di gameplay basato sull'intrinseco rapporto tra significato e significante è già di per sé intrigante, ma il modo in cui viene proposto al giocatore ha una sfumatura quasi intima, come del resto ogni lingua umana possiede.
CERTEZZE
- Mentalmente stimolante e visivamente accattivante
- Approccio al contempo logico e grammaticale agli enigmi
DUBBI
- Per essere apprezzato al meglio, va giocato nella propria lingua di appartenenza
- Giocato con mouse e tastiera è più comodo e appagante che con pad