Che fine hanno fatto... è una rubrica a cadenza regolare che cerca di riportare alla luce quei franchise che per un motivo o per un altro sono caduti un po' nel dimenticatoio, raccontandone la storia, con la speranza di rivederli prima o poi sui nostri schermi.
Rare è una delle più importanti e apprezzate aziende sviluppatrici di videogiochi, legata inizialmente a doppio filo al nome di Nintendo, azienda per la quale, a partire dal 1994, produsse una pletora di titoli in esclusiva. E non parliamo di titoli di secondo piano, ma di giochi del calibro di Battletoads, GoldenEye 007, Perfect Dark, Star Fox Adventures e le serie Donkey Kong Country, Killer Instinct e Banjo-Kazooie, giusto per rendere l'idea del valore delle produzioni di questo team e del perché è così ben considerato. Eppure tra le sue produzioni ce ne sono state anche alcune meno fortunate, come per esempio Kameo: Elements of Power.
Una gestazione travagliata
Il gioco ebbe purtroppo una gestazione parecchio sofferta. Nato su Nintendo 64, venne spostato prima su GameCube e successivamente Xbox, subito dopo l'acquisizione nel settembre 2002 di Rare da parte del colosso di Redmond. Infine, nel 2004, Rare e Microsoft decisero di spostare ancora il progetto, stavolta su Xbox 360, espandendone il gameplay inserendo modalità online di cooperativa, sezioni speciali nel single player, e riscrivendo il motore grafico in funzione delle potenzialità della nuova piattaforma, di cui divenne uno dei titoli di lancio.
Nonostante questi continui cambiamenti in corsa, il titolo finale si rivelò abbastanza buono. Come scrivemmo all'epoca della recensione, dove lo valutammo in maniera positiva, "sin dall'introduzione, narrata dalla classica voce fuoricampo, si può intuire il tipo di prodotto sviluppato da Rare". Certo, il gioco non era esente da difetti, come una certa linearità di fondo nello svolgersi dell'avventura e un livello di difficoltà tarato verso il basso, ma nulla che non si potesse "sistemare" in un seguito, o che intaccasse il potenziale del personaggio e del suo mondo, che era e sarebbe tutt'ora tanto.
Kameo: Elements of Power non aveva particolari caratteristiche ludiche next-gen rispetto alla sesta generazione, ma si distingueva per un comparto tecnico sopra la media, ottima palette di colori e molta inventiva di chiara matrice Stamperiana, quando ancora i fratelli erano parte della compagnia da loro creata. Un prodotto come Kameo ha ancora oggi le potenzialità per far tornare il sorriso a molti nostalgici, e siamo certi che una nuova avventura realizzata con tutti i crismi del caso farebbe felici larga parte di quegli utenti che a fine 2005 erano disposti a tutto pur di portarsi a casa una Xbox 360.
Kameo 2
Eppure George Andreas, il creative director responsabile di Kameo: Elements of Power, non è mai stato troppo soddisfatto dell'opera. In un'intervista pubblicata tempo fa da Edge, il director di Rare rivelò infatti un curioso retroscena sull'action game in questione, ovverosia che dal suo punto di vista sarebbe stato meglio "cancellare tutto e far ripartire il progetto dall'inizio" considerando i problemi avuti in fase di sviluppo e un risultato che non lo soddisfa pienamente. "Cercammo di cambiare in qualche modo la direzione intrapresa a causa del nuovo pubblico al quale ci stavamo rivolgendo", ha spiegato Andreas, "abbiamo definito Kameo un elfo, ma in verità si trattava di una fata", si legge nell'intervista.
E ancora: "abbiamo cercato di mascherare la cosa in diversi casi, ma non è venuto fuori molto bene, si trattava sostanzialmente di un gioco con una fata per protagonista finito davanti ad un pubblico a cui generalmente piace sparare e uccidere i nemici", pertanto sarebbe stato forse meglio, secondo l'uomo Rare, cancellare quanto era venuto fuori e ri-progettarlo dall'inizio. Lo stress accumulato in quel periodo, le scarse vendite del gioco e la ristrutturazione interna del team subito dopo l'acquisizione da parte di Microsoft finirono per minare ogni intenzione di realizzare un seguito del gioco. In tal senso pare che un Kameo 2 fosse in sviluppo presso Rare, ma il progetto venne cancellato in corso d'opera per i motivi citati poco sopra.
Peccato, perché come scritto prima, il gioco, un incrocio tra un platform vecchio stile ed un action-adventure in terza persona, che per certi versi si può accostare ad una vera e propria fiaba in formato videoludico, potrebbe dire la sua. E anche la protagonista dell'avventura, la giovane Kameo, un "elfo" che cercava di risvegliare i poteri dei guerrieri elementali per fronteggiare il Signore dei troll e una sorella traditrice nella lotta all'ultimo sangue tra la sua razza e quella delle terribili creature di Re Thorn, non ci sembra poi così male da non poter riapparire quanto prima in un nuovo gioco.