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Clash: Artifacts of Chaos, il provato di un picchiaduro ambientato in un mondo ameno

Abbiamo provato Clash: Artifacts of Chaos, un picchiaduro action ambientato in una strana terra, piuttosto amena, in pieno stile ACE Team.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   10/10/2022
Clash: Artifacts of Chaos
Clash: Artifacts of Chaos
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I cileni ACE Team ci provano ogni volta. I loro giochi sono sempre imbevuti di uno stile peculiare che li rende unici, anche lì dove in fondo appartengono a generi abbastanza tradizionali. Il loro portfolio è fatto di produzioni apparentemente molto diverse, come l'action The Deadly Tower of Monsters, il simil Actaiser SolSeraph o la serie che mescola corse, strategia e azione dei Rock of Ages, le quali però hanno tutte in comune una profonda ricerca stilistica, a volte derivata dalla passione per la pittura degli autori, altre volte da quella per il cinema.

L'ultima fatica dello studio, che segue l'eccentrico e purtroppo ignorato The Eternal Cylinder, uno dei pochi survival originali in circolazione, riprende la serie con cui ACE Team è diventata nota al grande pubblico, ossia quella degli Zeno Clash, formata da due riuscitissimi picchiaduro in prima persona. Abbiamo quindi provato la demo di Clash: Artifacts of Chaos, pubblicata in occasione dello Steam Next Fest, con la speranza di ritrovare le stesse atmosfere e possiamo premettere di non essere rimasti delusi.

Uno strano mondo

I nemici hanno tutti uno stile unico
I nemici hanno tutti uno stile unico

Il mondo di Clash: Artifacts of Chaos, chiamato Zenozoik, è un affresco surreale che mescola punk e fantasy. È popolato da personaggi unici, compreso Pseudo, il protagonista del gioco, un eremita guerriero che torna in azione per difendere Ragazzo, una strana creatura che viaggia sulla sua spalla, dotata di poteri sconosciuti che hanno attirato l'interesse di Gemini, detta la Signora dei manufatti. La demo ci ha permesso di provare la parte iniziale del gioco, quella in cui Pseudo esce dal suo eremo e incontra Ragazzo per la prima volta.

Appena avviata la partita bisogna fare una scelta fondamentale: lo stile di combattimento. Ce ne sono tre disponibili e possiamo sperimentarli con un manichino, seguendo la guida dello spirito del maestro di Pseudo, da cui apprendiamo anche a schivare e a parare al momento giusto. Il tutorial prosegue nel mondo di gioco, dove possiamo usare alcuni strumenti per allenarci e iniziare a raccogliere le prime materie prime, erbe e animali, che ci serviranno per realizzare pozioni e altri oggetti (non moltissimi nella demo). Abbiamo anche i primi punti abilità da assegnare per migliorare le caratteristiche di Pseudo, rendendolo più forte o più resistente.

Uno dei concetti fondamentali che ci viene comunicato è la differenza tra il viaggiare di giorno o di notte. Durante le ore di veglia, Pseudo può muoversi liberamente per Zenozoik, un mondo aperto di cui è difficile stabilire le dimensioni dalla porzione di gioco che abbiamo testato. Può quindi allontanarsi dagli accampamenti e crearne di nuovi. Qui è dove si può dormire, creare pozioni e salvare la partita, per inciso. Di giorno però perde una caratteristica fondamentale, utile per esplorare alcuni luoghi. Quando arriva il buio, infatti, la sua pelle diventa di legno, rendendolo più resistente e consentendogli ad esempio di passare attraverso i rovi, così da raggiungere aree inaccessibili. Anche le creature ostili cambiano a seconda che sia notte o giorno, rendendo interessante esplorare con tutte le condizioni di luce, così da accedere a bottino differente.

Combattere

Le architetture di gioco sono uniche
Le architetture di gioco sono uniche

Come facilmente intuibile, quando si incontrano uno o più nemici (non tutte le creature sono ostili), inizia il combattimento. In realtà, contro quelli intelligenti si può prima partecipare a un rituale, ossia a un mini gioco il cui obiettivo finale è di avere un valore dei dadi più alto di quello dell'avversario di turno, che offre dei vantaggi in caso di vittoria e, naturalmente, degli svantaggi in caso di sconfitta. Concluso il rituale, si comincia a ballare. Pseudo dispone di diverse tecniche di offesa, che cambiano a seconda dello stile adottato all'inizio. In generale ha un attacco debole, uno potente e un colpo caricato. Proseguendo l'avventura si sbloccano varie mosse, che aumentano le sue possibilità e rendono più vario combattere.

I nemici di loro hanno tutti schemi di attacco unici, alcuni più efficaci, altri meno. All'inizio del gioco gli scontri sono molto facili, visto che le prime creature sono lente e fanno poco male quando colpiscono, ma subito dopo aver incontrato Ragazzo, in circostanze che non vi stiamo a raccontare, le cose iniziano a farsi più impegnative e si fa la conoscenza dei primi avversari definibili davvero pericolosi.

Sembra esserci grande varietà nel mondo di gioco
Sembra esserci grande varietà nel mondo di gioco

Difficile descriverli, visto lo stile unico della loro caratterizzazione, tra strani esseri che vivono dentro a dei barili, nani troll dalla testa enorme che occupa quasi il loro intero corpo, cinghiali giganti dal muso appuntito, scimmie dalla testa di uccello e chi più ne ha, più ne metta. Del resto lo stesso pseudo, per quanto antropomorfo, è uno strano essere dalla vita stretta e dalla testa che sembra essere un ammasso di carne affumicata con occhi e bocca.

In termini di gameplay lo stile grafico non è indifferente, in questo caso. Proprio come avveniva negli Zeno Clash, in cui però il combattimento era più fisico (in Clash: Artifacts of Chaos prevale un'impostazione action e generalmente i ritmi sono più veloci, anche perché si gioca in terza persona), una delle motivazioni che spinge ad andare avanti è proprio quella di continuare ad ammirare le stranezze del mondo di gioco, pervaso da un realismo magico realizzato con una consapevolezza espressiva incredibile, con i suoi personaggi folli e le sue architetture selvagge. Combattere di suo significa alternare attacchi rapidi e forti, capire quand'è il momento giusto per tentare un attacco caricato (che può stordire l'avversario) e sviluppare le giuste abilità nello schivare e nel parare (non si può tenere premuto il tasto e assorbire tutti i colpi, ma bisogna premerlo al momento giusto).

Clash: Artifacts of Chaos potrebbe essere una delle sorprese del 2023
Clash: Artifacts of Chaos potrebbe essere una delle sorprese del 2023

Peccato che la demo finisca proprio sul più bello, ossia quando la trama inizia a svilupparsi e cominciano i problemi veri. Comunque sia, provarla ci ha lasciato delle ottime sensazioni, tanto che non vediamo l'ora di avere tra le mani la versione definitiva di Clash: Artifacts of Chaos, prevista per il 9 febbraio 2023. Potrebbe essere una delle sorprese del prossimo anno.

Clash: Artifacts of Chaos è un titolo per certi versi sorprendente: è un open world che sembra non cadere negli stilemi da luna park alla Rockstar Games o alla Ubisoft e, nonostante alcune concessioni al mercato, pare volersi affermare soprattutto per le sue caratteristiche particolari. Insomma, è un gioco da tenere d'occhio, nonostante esca in un periodo particolarmente affollato.

CERTEZZE

  • Stile visivo e narrativo unico
  • Il sistema di combattimento sembra funzionare bene

DUBBI

  • Qui e là sembrano mancare un po' di rifiniture