Da anni ormai si specula sul possibile approdo di Apple nel mondo delle console da gioco. In tanti vedono l'azienda di Cupertino, assieme ad altri colossi come Amazon e Google, come potenziali concorrenti dei maggiori protagonisti del mondo gaming. Anche per questo motivo, negli scorsi mesi abbiamo visto come Microsoft e Sony siano già corse al riparo, andando a finalizzare alcune importanti acquisizioni, che potrebbero garantire maggiore sicurezza alla loro posizione sul mercato. Ad esempio il colosso di Redmond ha portato a termine l'acquisizione di Zenimax e ha annunciato di essere vicina al completamento dell'acquisizione anche di Activision-Blizzard, due giganti che sembravano tutt'altro che facili da assorbire all'interno di una realtà più grande.
Sony ha risposto con i recenti acquisti di Bungie e Haven Studio, il team di Jade Raymond. Ma cos'è che spaventa davvero queste aziende?
Oggi andremo ad approfondire il caso di Apple, cercando di analizzare la posizione che ricopre attualmente nel mercato dei videogiochi e come potrebbe espandersi in futuro. In particolare, studieremo l'evoluzione hardware e software che sta realizzando e come tali cambiamenti potrebbero portare Apple ad avvicinarsi ulteriormente al settore gaming. Insomma, abbiamo preparato tanta carne al fuoco e non vediamo l'ora di leggere anche i vostri commenti riguardo l'argomento.
Pronti? Si parte!
Il gaming secondo Apple
Apple non dispone di una vera e propria console da gioco e non sviluppa o produce videogiochi. Come fa quindi ad essere uno dei protagonisti in questo mercato? Pur non avendo un dispositivo dedicato esclusivamente alla fruizione dei videogiochi, l'azienda di Cupertino ne produce tanti che possono essere usati come delle console da gioco. Apple ha circa 1,8 miliardi di dispositivi attivi nel mondo, dei quali la maggior parte sono iPhone, iPad e Mac. Un numero veramente impressionante, perché ciascuno di essi può avere accesso alla libreria di videogiochi presente sull'App Store. Apple quindi offre ai propri clienti i videogiochi creati da altri sviluppatori, prendendosi parte del guadagno. La base installata è enorme e non può essere paragonata a nessun altro produttore al mondo. Apple può quindi definirsi un pilastro del mobile gaming e seppure sia tutt'ora lontana dai "classici" videogiochi come i più famosi tripla A, di fatto compete nello stesso mercato: quello videoludico.
Inoltre, da qualche anno Apple ha lanciato il suo servizio Apple Arcade. Con un costo mensile, questo abbonamento dà accesso ad un catalogo di videogiochi accuratamente selezionati (ed in alcuni casi anche creati) per questo metodo di distribuzione. L'offerta rappresenta un'ulteriore entrata da parte di Apple, che è destinata solo che aumentare in futuro.
Quindi le console Apple esistono già, solamente che non fungono esclusivamente come macchine da gioco. Ma a tutti gli effetti, possono essere utilizzate come tali. Qual è di fatto la differenza tra una Nintendo Switch e un iPhone o un iPad Mini, propriamente accessoriati con un controller per rendere l'esperienza di gioco migliore?
Apple è superiore a Microsoft, Nintendo e Sony
Leggendo il titolo di questo paragrafo in molti potrebbero rimanere stupiti. Che Apple sia un'azienda più grande di Sony e Nintendo penso che nessuno l'abbia mai messo in dubbio. Anche se di poco e a fasi alterne, l'azienda di Cupertino riesce a battere persino Microsoft in termini di capitalizzazione di mercato, quindi la sua supremazia su questi concorrenti è evidente. Quello che forse non ci si aspetta è che i guadagni di Apple nel settore gaming, superino le entrate di Microsoft, Nintendo e Sony. E attenzione: non solo Apple supera singolarmente i guadagni delle tre aziende, ma addirittura mettendo insieme i ricavi di Sony, Microsoft e Nintendo, queste non riescono a raggiungere le entrate di Apple nel mercato videoludico. Volendo dare qualche numero, nel 2019 Apple con i videogiochi ha incassato 8,5 miliardi di dollari, 2 miliardi in più rispetto ai ricavi complessivi di Microsoft, Sony e Nintendo.
Questo dato già di per sé è piuttosto impressionante. Come se non bastasse e come abbiamo già detto, la base installata di dispositivi è infinitamente maggiore rispetto alle console vendute da Microsoft, Sony e Nintendo. Ma andiamo a vedere da dove vengono generati i guadagni di Apple nel settore gaming. Qui non c'è molto da analizzare, poiché la principale fonte dei ricavi ha un unico nome: App Store. Il negozio digitale di Apple registra anno dopo anno delle entrate impressionanti legate ai videogiochi. Sul "monopolio" di Apple per quanto riguarda i negozi digitali sono state aperte diverse cause legali, la più importante è quella con Epic Games. Visti i risultati che sta macinando l'azienda di Cupertino nei confronti dei principali concorrenti, è lecito aspettarsi una reazione di questo tipo dai competitor. Volendo scendere nel dettaglio, ci sono tre tipologie di ricavi: quelli derivanti dell'acquisto dei giochi nell'App Store, quelli relativi alle microtransazioni in game e gli abbonamenti ad Apple Arcade. Quest'ultimo servizio di Apple sta riscontrando un notevole successo e secondo le ultime ricerche, potrebbe presto raggiungere un guadagno annuo di circa 4,6 miliardi di dollari.
Apple Silicon, una nuova era
Nel lontano 2007 quando Steve Jobs salì sul palco per presentare il primo, rivoluzionario iPhone, citò una frase importante detta da Alan Kay:
"People who are really serious about software should make their own hardware."
Chi è davvero interessato al software, dovrebbe realizzare il proprio hardware.
Apple negli anni ha dimostrato di essere particolarmente legata a questa filosofia di ricerca e sviluppo. Grazie ai chip progettati internamente, l'iPhone e l'iPad sono indubbiamente lo smartphone e il tablet più performanti al mondo. Da poco a questo gruppo di prodotti realizzati completamente in casa si è aggiunta anche la linea Mac, con il passaggio all'Apple Silicon. Abbandonando i classici processori Intel e le schede grafiche AMD o NVIDIA, Apple ha dimostrato di poter superare le performance offerte da altri produttori (leader nel mercato), creando da zero un SoC apposito per i propri computer. Un compito sicuramente non facile, ma visti i risultati ottenuti con i chip M1 (soprattutto nelle versioni Pro, Max ed Ultra), Apple non può che esserne soddisfatta.
Ma perché è così importante l'Apple Silicon per i videogiochi? Ebbene, questi chip sono i leader nel mercato globale per quanto riguarda le performance per singolo watt di potenza consumata. Questo significa che non esiste hardware migliore sul quale far girare un videogioco in mobilità. Attenzione, abbiamo volutamente menzionato solamente l'hardware, perché del software parleremo in seguito. La parte del chip dedicata ai core grafici, quella che interessa principalmente noi videogiocatori, è veramente mostruosa se paragonata con la concorrenza. Vi ricordiamo che stiamo parlando di schede grafiche integrate, non di chip discreti. Attualmente non esiste nessun ultrabook o laptop con sistema operativo Windows in grado di rivaleggiare con questa potenza, quando si parla di schede grafiche integrate. Inoltre, le versioni più performanti di questi chip, anche nella versione desktop, sono in grado di competere addirittura con le migliori schede grafiche discrete disponibili sul mercato. Ad esempio il nuovo SoC M1 Ultra ha delle prestazioni paragonabili con la GPU RTX 3090 di NVIDIA, stando all'analisi condivisa da AnandTech.
Questo significa che Apple dispone di fatto di tutto l'hardware necessario per poter riprodurre qualsiasi tipologia di videogioco sulle proprie piattaforme, sia mobile che fisse. Tutto questo Apple lo produce direttamente in casa e ha ottime potenzialità per crescere in futuro. Siamo di fatto solamente alla prima generazione dei chip Apple Silicon, quindi chissà cosa potrebbe riservarci ancora il futuro. Sul fronte grafico mancano infatti ancora tecnologie di upscaling come il DLSS di NVIDIA (o la controparte di AMD) ed il Ray Tracing, che ormai rappresentano uno standard per i videogiochi tripla A moderni. Chissà se Apple vorrà investire anche su questi aspetti per rendere più appetibile il proprio hardware.
Il problema del software
Non basta avere un hardware potente per essere in grado di riprodurre i videogiochi. Serve anche un software adeguatamente ottimizzato per sfruttare tale hardware. La storia ci ha già dimostrato quanto questo sia fondamentale. Basta fare qualche passo indietro e tornare all'era PlayStation 3 e Xbox 360, dove la console Sony aveva indubbiamente un hardware superiore, ma che gli sviluppatori faticarono a sfruttare a pieno. Sappiamo che pochissimi videogiochi vengono ottimizzati e di conseguenza rilasciati nativamente su macOS (quindi in generale sull'App Store). Quelli che ci sono però, girano veramente bene sul nuovo Apple Silicon e la maggior parte di loro non è nemmeno stata ottimizzata per questo hardware. Ma possiamo dirvi di più: il nuovo Apple Silicon è talmente potente che è in grado di emulare un sistema Windows (oppure usare l'emulatore nativo Rosetta 2) e garantire al contempo delle ottime prestazioni nei videogiochi. Qui di seguito vogliamo lasciarvi qualche benchmark, giusto per darvi un'idea più dettagliata sulle prestazioni di un chip M1 Max.
- Baldur's Gate 3: gioco nativo Apple Silicon gira a 120 FPS in 1440p (Settaggi Alti)
- Metro Exodus: gioco emulato con Rosetta 2 gira a 80 FPS in 1440p (Settaggi Alti)
- Shadow of the Tomb Raider: gioco emulato con Rosetta 2 gira a 76 FPS in 1440p (Settaggi Alti)
- Resident Evil 3 Remake: avviato su Windows emulato da macOS gira a 42 FPS in 2160p (Settaggi Alti)
- Dark Souls 3: avviato su Windows emulato da macOS gira a 60 FPS a 1080p (Settaggi Alti)
Tralasciando il primo titolo, questi sono risultati veramente impressionanti, se si pensa che il videogioco non è stato minimamente ottimizzato per sfruttare l'hardware sul quale viene riprodotto. E non abbiamo nemmeno scomodato il chip più potente, l'M1 Ultra. Visto il già ottimo risultato di partenza, forse qualche produttore spingerà per portare altri videogiochi tripla A sulle piattaforme Apple, ora che l'hardware è diventato sufficientemente potente per reggere il software.
Cosa potrebbe arrivare in futuro?
Fatta questa doverosa analisi della situazione "as-is", come piace tanto chiamarla ai manager aziendali, andiamo a vedere cosa potrebbe attenderci nel futuro sul fronte gaming di Apple. Abbiamo visto come l'hardware con l'Apple Silicon abbia tutte le carte in regola per supportare anche i videogiochi più pesanti. Quindi è lecito aspettarsi una console casalinga o portatile di Apple? Probabilmente no.
Ma come, tutte queste parole, per poi giungere a questa semplice conclusione?! Fermi! Ora cerchiamo di spiegarci meglio.
Come già detto in precedenza, le console portatili di Apple esistono già e si chiamano iPhone, iPad e Mac. Non vengono utilizzate esclusivamente per giocare, ma questo permette ad Apple di monetizzare anche su altri fronti, come la vendita di app, iCloud, Apple Music, Apple TV+, Fitness+ e chi più ne ha, più ne metta. Esiste pure una "console" casalinga made in Cupertino e si chiama Apple TV. Anche in questo caso il dispositivo è stato pensato per la fruizione di contenuti multimediali in streaming, ma può essere usato come console da gioco, grazie al supporto ai vari controller.
Allo stesso tempo siamo totalmente convinti che i videogiochi tripla A potranno essere fruiti su tutti i dispositivi Apple. In parte lo sono già, grazie ai servizi di cloud gaming come Game Pass o Google Stadia. I produttori potrebbero però decidere di creare delle versioni ottimizzate per i dispositivi Apple, per poi venderle tramite l'App Store (proprio come accade ora ad esempio con Shadow of the Tomb Raider). Quando, tra qualche anno, i processori M1 approderanno su dispositivi come l'Apple TV, essa si trasformerà a tutti gli effetti in una console casalinga, con una potenza pari a PlayStation 5 e Xbox Series X. La stessa potenza potrà essere trovata su iPad e in forma ridotta anche su iPhone.
Siamo infatti solamente all'inizio dell'era Apple Silicon e chissà quali altri miglioramenti ci attendono in futuro. Sicuramente i grandi produttori, a meno di specifici accordi con la concorrenza, non vorranno farsi sfuggire 1,8 miliardi di potenziali clienti che adottano dispositivi Apple ai quali vendere i propri videogiochi tripla A.