Daymare 1998 è stata una sorpresa per tanti, soprattutto per coloro i quali non avevano seguito da vicino lo sviluppo dell'opera prima dei romani Invader Studio. Nato dalle ceneri del remake non ufficiale di Resident Evil 2, il survival horror tutto nostrano è stato capace di convincere e portare in alto la bandiera dello sviluppo videoludico italiano. Dopo l'uscita su PC e su console, era solo questione di tempo prima che si iniziasse a parlare di un nuovo capitolo, che si è poi svelato al pubblico con il titolo di Daymare 1994 Sandcastle.
Prequel diretto dell'originale, in arrivo sembrerebbe entro la fine dell'anno, il gioco rappresenta uno dei grandi protagonisti dello Steam Next Fest. A noi è stata concessa la possibilità di provare la demo di Daymare 1994 Sandcastle in anticipo di qualche giorno rispetto alla pubblicazione libera sulla piattaforma di Valve e siamo ora pronti a dirvi cosa ne pensiamo.
Operazione Sandcastle
Dimenticati i protagonisti del primo capitolo, Daymare 1994 Sandcastle ci mette nei panni dell'agente Dalila Reyes, sempre affiliata all'organizzazione H.A.D.E.S., e nuovamente lanciata in un incubo a occhi aperti. Nel corso della mezzora di durata della prova non avremo modo di recuperare troppe informazioni sulla protagonista e sulle motivazioni che muovono questo prequel, ma è evidente che i ragazzi di Invader Studios abbiano tutta l'intenzione di espandere la lore e l'universo della loro serie, aggiungendo tasselli qua e là utili magari a scoprire cosa ha dato davvero il via ai risvolti tragici di quattro anni più tardi.
La nuova protagonista sembra sapere il fatto suo, incapace di fermarsi davanti all'orrore che la circonda, alla ricerca di una verità che potrebbe salvare tutti dalle nuove minacce che abitano il nostro pianeta.
Reiterare per vincere
La brevissima longevità della demo non aiuta a comprendere le motivazioni dell'azione, ma permette comunque di ritrovare il feeling con un gameplay simile nelle fondamenta, ma con alcune modifiche sostanziali. Torna la visuale alle spalle molto ravvicinata, così come la presenza dell'inventario e dell'immancabile combinazione di oggetti che ha fatto la fortuna dei survival horror degli anni novanta.
Nonostante l'ambientazione chiusa e asettica della demo, nonché la sua estrema linearità in termini di level design, siamo stati messi nella condizione di affrontare diverse sessioni e situazioni di gioco, ed è qui che si sono presentate le prime differenze.
L'equipaggiamento di Dalila consta, infatti, sia di elementi classici come uno shotgun e un mitra, ma anche di due chicche che permettono di diversificare l'azione e di aggiungere ulteriore varietà al gameplay. Uno di questi è il Frost Grip, una sorta di "spara ghiaccio" utilizzabile a piacimento e capace tanto di ricaricarsi da solo con il tempo, quanto di essere aiutato da consumabili e serbatoi in giro per la mappa.
L'utilizzo che ne abbiamo fatto nel corso della demo è stato duplice: sia per aprirci una via di fuga tra le fiamme e come aiuto in una sorta di semplice enigma ambientale, così come di grande supporto durante gli scontri con i nuovi avversari che fronteggeremo in Daymare 1994 Sandcastle.
Sono proprio questi ultimi a cambiare parecchio le carte in tavola, donando a Daymare quella sensazione più spiccatamente action che non farà felici i puristi, ma che potrebbe aiutare il titolo a raggiungere un ancor più vasto pubblico. È chiaro che quel che abbiamo potuto giocare rappresenta una porzione talmente breve dell'opera che non possiamo certo affermare che tutti gli avversari si comporteranno con la stessa foga e aggressività, ma ciò non toglie che in queste situazioni è stato proprio il Frost Grip a toglierci da più di qualche impiccio.
Le creature sono infatti letteralmente generate dall'energia, simile a delle scariche elettriche distribuite nell'aria e per essere abbattuti richiedono diversi colpi, prima di rilasciare a terra tutta l'energia accumulata e svanire. Ciò che complica le cose non è solo la loro agilità, ma anche la diversa natura. Alcuni di essi possono infatti essere solo abbattuti temporaneamente con le nostre armi standard, capaci addirittura di assorbire l'energia residua dei compagni abbattuti. In questo caso per sconfiggere queste moleste creature abbiamo deciso di provare prima a congelarle e poi di sparargli nuovamente per distruggerle. Bingo!
Non nascondiamo che, per quanto semplice, questa meccanica ci ha convinti, anche al netto di un'estetica delle creature piuttosto piatta e priva di carattere. Sarà bello scoprire come questa mutazione evolverà nel corso dell'intera esperienza e quali altre amenità ci troveremo ad affrontare, magari trovando altri gadget utili allo scopo.
L'altro elemento che anticipavamo è uno scanner, sempre disponibile per Dalila e con il quale è possibile interagire con diversi oggetti, così come ritrovarne di nuovi e ben nascosti. Anche nel corso della demo infatti c'è stato modo d'imbattersi in extra utili ad aprire un piccolo contenitore, così come di prendere il controllo di diverse strumentazioni.
Insomma un 1994 più tecnologico del 1998, ma a parte l'ilarità della cosa si tratta di un elemento che ci ha fatto sorridere e ben sperare anche in vista di una serie di enigmi che ci aspettiamo e sui quali puntiamo fortemente.
È forse proprio su quest'ultimo aspetto che la demo di Daymare 1994 lascia più a desiderare. Tutte le situazioni assimilabili a un puzzle ambientale le abbiamo trovate più scialbe e poco ispirate del solito, seppur la piccolissima porzione giocata non possa in nessun modo fare da metro di paragone per l'intera esperienza.
Tecnica italiana
A livello tecnico Daymare 1994 pone le proprie basi sul lavoro già effettuato per il primo capitolo. È scontato e banale dire che la portata e il budget siano così lontani da quello di un qualsiasi remake di Resident Evil, che giocare Daymare sperando di vedere in azione il RE Engine sarebbe stupido e ingiusto.
Nonostante ciò il lavoro svolto dal team romano è notevole e ci mette di fronte a un cosiddetto "AA" che sa il fatto suo. Scordatevi mappe gigantesche, mondi aperti, illuminazione da capogiro o texture sempre in 4K, ma i modelli si comportano abbastanza bene. Il livello di dettaglio non è miracoloso, ma comunque più che adatto a mettere in mostra una grafica piacevole e godibile. Questo ovviamente al netto dei lavori ancora in corso d'opera, capaci quindi di limare ancor meglio il limabile, con la speranza di ritrovarsi tra le mani un gioco ancor più bello e sensibilmente più rifinito del capostipite.
Daymare 1994 Sandcastle sembra il titolo della conferma per Invader Studios. Sapendo che, per ovvi motivi, non può raggiungere il valore produttivo di Resident Evil 2 Remake, allora ci renderemo conto di essere davanti al progetto più grande e arioso del nostro paese. Se la varietà di situazioni, la forza narrativa e la componente action non dovessero diventare troppo pressanti e stucchevoli, allora Invader Studios potrebbe aver fatto nuovamente un grande tiro, qualche altro centimetro più vicino al centro. La demo, ricordiamo, sarà disponibile alla prova per tutti nel corso dello Steam Next Fest.
CERTEZZE
- Sembra la conferma del grande lavoro sul capostipite
- Il Frost Grip è un gadget davvero interessante
- Produttivamente un titolo di spessore per il nostro paese
DUBBI
- Qualche perplessità sulla deriva action
- Da verificare la varietà di situazioni e la narrazione
- Level design davvero "guidato"