Gli inglesi hanno un modo di dire che descrive alla perfezione Demonschool, un RPG in pixel art irriverente e strampalato: "scratching an itch", letteralmente, grattarsi un prurito. Provare questo gioco ha fatto proprio questo: soddisfare un bisogno che non sapevamo di avere, quello di un'avventura canzonatoria e paranormale ambientata in un'università anni '90 con combattimenti tattici a turni e tanta narrativa che, però, non stanca mai.
Sviluppato da Necrosoft Games ed edito da Ysbryd Games, questo titolo è in pixel art, uno stile che ha stancato a livello di industria, ma che per questo caso ci è sembrato particolarmente azzeccato perché contribuisce a portare il giocatore proprio nell'atmosfera da fine millennio. La sezione che abbiamo provato ricorda molto la serie Persona anche nella scansione temporale: il gameplay, infatti, è diviso in giorni e fasce temporali (mattino, pomeriggio, sera) con alcune attività secondarie che erano disponibili solo in particolari combinazioni di luoghi e momenti del giorno.
Come opera in sé non ci è parsa rivoluzionaria né nel suo combattimento né nella sua narrativa, ma è riuscita a soddisfare un bisogno che non sapevamo di avere: quello di un'avventura piena di azione e di storie semplici (ma folli) in cui immergersi per scollegare il cervello.
Una storia semplice
Il gruppo di quattro sgangherati che fa da protagonista alle vicende di Demonschool viene rapidamente assemblato per permettere a tutti i personaggi di evolversi e alla protagonista di sviluppare un rapporto con ciascuno di loro. Oltre a Faye c'è Destin, un ragazzo forte, fiducioso, non troppo intelligente e che vi supporterà in ogni circostanza; Namako, una nerd amante della fotografia che ogni tanto esplode di rabbia; e Knute, un positivista nato, spesso anche troppo.
I protagonisti sono accompagnati da una miriade di personaggi secondari che vanno dal professore sospettosamente curioso sull'attività di caccia ai demoni, alla studentessa snob che a volte sabota il gruppo e a volte lo aiuta. Essendo ambientato su un'isola, il mondo di Demonschool è piuttosto piccolo: tutti si conoscono, dalla campanaia in contatto con gli spiriti ai gangster in combutta con i demoni, passando per strani appassionati di cimiteri e tutta una serie di inquietanti individui con cui avrete il piacere di interagire.
In una sola settimana non siamo riusciti a capire quanto a fondo la storia oserà andare ma sappiamo che il gioco è ambientato nel corso di un intero semestre in cui, ogni giorno, ci sarà qualcosa da fare, nemici da sconfiggere e demoni da esorcizzare. La protagonista, poi, può sviluppare delle relazioni con tutti e tre i suoi compagni di party, non sappiamo se il gioco sfocerà nel dating sim ma le premesse per un'avventura ad alto tasso ormonale ci sono tutte.
La narrativa presentata nel corso della settimana non è delle più rapide in circolazione: l'ambizione degli sviluppatori di offrire sei mesi di storia, giorno dopo giorno, deve aver significato un po' di allungamento del brodo. Tre dei sette giorni giocati, infatti, erano completamente inutili ai fini della progressione, ma il bello è passare del tempo con i personaggi, chiacchierare ed esplorare, quindi, non ci ha dato troppo fastidio che certe missioni fossero poco rilevanti.
Combattimenti divertenti
Se la parte narrativa, con tutte le sue peculiarità strampalate, è il punto forte di Demonschool, anche il suo combattimento sa far divertire. È strutturato in turni con sistema a griglia, punti azione e con l'obiettivo di eliminare abbastanza nemici e arrivare da un capo all'altro della mappa. I quattro personaggi hanno ruoli distinti: Faye è una bruiser classica, Destin è specializzato nei gruppi di nemici, Namako stordisce i demoni e li sposta in base ai suoi movimenti e Knute è il curatore del gruppo.
Ogni personaggio ha quattro punti saluti e, una volta esauriti, viene rimosso dalla battaglia, questo non è un problema troppo grosso perché anche solo un personaggio può raggiungere la fine della mappa e vincere il combattimento. I nemici che abbiamo incontrato sono stati tanti e soprattutto vari, dalle unità più semplici a veri e propri signori dei demoni con attacchi ad area e movimenti imprevedibili che terminano con attacchi alle spalle.
Il movimento è chiave in Demonschool, non solo per evitare gli effetti negativi di alcune zone (come le pozze velenose o di acido prodotte da alcuni nemici) ma anche per aggirare gli avversari e giocare d'anticipo rispetto alle loro mosse. Una volta capita la logica dei demoni da uccidere è abbastanza facile prevederne il comportamento, la sezione di gioco che abbiamo provato, però, è di quelle iniziali quindi non sappiamo se anche la furbizia dei nemici si evolve nel tempo o se, cambiando le unità, cambia anche il gameplay.
Nella versione che abbiamo provato, poi, il livello di difficoltà è leggermente ballerino, soprattutto per quanto riguarda le missioni secondarie. Ci è capitato di dominare uno dei combattimenti della storia principale per poi ritrovarci quasi subito sconfitti durante una missione opzionale. Non era un'attività avanzata perché era pensata per quel momento di quel giorno (in una seconda giocata del periodo di prova l'abbiamo saltata e non si è più ripresentata) quindi non capiamo il perché di questo balzo improvviso nel livello di difficoltà, specialmente in una missione dedicata al miglioramento del livello di relazione con un comprimario.
Demonschool è un gioco semplice di cui non sapevamo di avere bisogno. Tra personaggi irriverenti e impulsivi, demoni disgustosi e malvagi, compagni di università interessanti e odiosi e gangster misteriosi, c'è un mondo interessante da scoprire in questa isola infestata dai demoni. Il combattimento è divertente e strategico anche se potrebbe rivelarsi ripetitivo se, col tempo, le unità nemiche non diventano più intelligenti o non continuano ad essere varie come nella nostra settimana di prova. Senza uno sviluppo dei personaggi un po' più audace, poi, la narrazione potrebbe arenarsi su quegli stereotipi che la rendono interessante ma che, se abusati, finiscono per stancare. Demonshool è un gioco da tenere d'occhio non solo se amate Persona e gli anni '90 ma anche se anche sentite di avere bisogno di un'avventura per staccare il cervello e menare le mani.
CERTEZZE
- Personaggi e storia con molto potenziale
- Combattimento frenetico e vario
- Pixel art azzeccata
DUBBI
- Incognita stereotipi per la narrazione
- Combattimento che rischia una semplificazione esagerata