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Desperados 3, abbiamo provato il ritorno di un classico

Gli autori dell'ottimo Shadow Tactics sono passati a un marchio storico: Desperados

PROVATO di Aligi Comandini   —   26/08/2018
Desperados III
Desperados III
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Per chi è cresciuto a pane e Commandos, Shadow Tactics; Blades of the Shogun è stato un meraviglioso ritorno al passato. Dal nulla i Mimimi Productions hanno tirato fuori dal cappello uno strategico di rara crudeltà, costruito sull'attenta pianificazione delle azioni e sulla possibilità di salvare e ricaricare con un tocco. Quello di Shadow Tactics è tristemente un sottogenere degli RTS alla deriva (di quelli dati per defunti), ma questa piccola squadra di appassionati ha dimostrato che c'è ancora posto nel mercato per videogiochi di tale difficoltà, e lo ha fatto talmente bene da guadagnarsi l'attenzione di un publisher come THQ Nordic, curiosamente dotato di una licenza fatta su misura per loro... I Mimimi, infatti, dal Giappone feudale sono passati al vecchio west, e alla Gamescom di Colonia hanno presentato nientepopodimeno che Desperados , una serie molto nota tra gli appassionati. Lo abbiamo visto in azione per una mezzoretta, e abbiamo scoperto delle interessanti differenze rispetto al titolo precedente della software house; differenze che ora vi descriveremo nel dettaglio.

C'è un po' di GDR nel mio strategico

Allora, partiamo dalle basi: Desperados III, appartenendo al filone dei Commandos, è uno strategico in tempo reale con la pausa tattica costruito attorno a team di personaggi dotati di abilità uniche (oltre che da usare obbligatoriamente in combinazione per non soccombere). Come ogni gioco simile è pieno zeppo di nemici dotati di grossi coni visivi e sensi abbastanza sviluppati, e richiede buone capacità di osservazione e notevole intelligenza per avanzare tra una missione e l'altra. Ora, tutte le basi del genere erano state riprese e parzialmente modernizzate da Shadow Tactics con l'aggiunta di un'interfaccia più moderna, classi più definite, una maggior verticalità e mobilità dei protagonisti, e la possibilità di coordinare azioni multiple durante la pausa per poi attivarle tutte in contemporanea. Ecco, Desperados è, alla base, assolutamente identico a quel gioco, tanto da sembrare a tratti quasi una sua espansione ambientata nel vecchio west.

Desperados 1

Un male? Non necessariamente: il titolo resta profondissimo, arduo al punto giusto e assolutamente brillante, ma vista la nuova ambientazione ha perso molta verticalità (d'altronde non avrebbe molto senso aver cowboy che zompano tra i tetti come i ninja, anche se gli sviluppatori hanno confermato la premessa di una classe più "agile e furtiva" di quanto ci si possa aspettare). I due personaggi da noi osservati, Cooper ed Hector, poi erano una sorta di fusione di abilità già viste in passato, ma dotati comunque di più possibilità rispetto alle loro controparti "nipponiche". Hector in particolare ci è parso utilissimo per la sua capacità di piazzare trappole, lanciare cadaveri a distanza ed eliminare in corpo a corpo guardie elite, eppure questa flessibilità dei protagonisti non è una reale sferzata di aria fresca: l'unica novità degna di nota, in questo Desperados, è la presenza di elementi GDR e zone civili.

Desperados 2

Esattamente, avete capito bene: zone civili. In Desperados III la struttura non sarà lineare e divisa in missioni classiche, ma più aperta per via di location cittadine ricche di personaggi non giocanti, dove i vostri eroi potranno chiacchierare amabilmente coi passanti e non verranno attaccati. Qui potrete ottenere quest secondarie e indizi importanti - gli sviluppatori, ad esempio, hanno scoperto l'esistenza di una bottiglia di veleno dalla conversazione di due prostitute, poi utilizzata per eliminare un bersaglio difficile - oltre che decidere come approcciare le "zone rosse" dove si viene attaccati a vista. Un bel cambiamento, che offre un ventaglio di approcci e compiti nettamente maggiore rispetto ad altri videogame di questo tipo, e potrebbe venir ampliato in modi inaspettati avanzando nella campagna. Un'altra modifica apprezzabile, poi, riguarda la narrativa, perché il gioco sembra non prendersi troppo sul serio questa volta e ciò lo rende a nostro parere più godibile. Nessuna variazione invece per quanto riguarda il comparto tecnico, quasi indistinguibile da Shadow Tactics se non per una velocizzazione mostruosa dei caricamenti (quantomai importante, va detto). Nulla da dire a riguardo: la mappa è ancora chiarissima e l'intelligenza artificiale nemica sembra tarata alla grande, e queste sono le uniche cose importanti.

Desperados III non sarà un enorme passo avanti rispetto a Shadow Tactics, ma da quel che abbiamo visto qualche novità interessante c'è, e le basi poste dai Mimimi sembrano ancora una volta solidissime. Per gli appassionati della strategia anche questo nuovo capitolo della serie sarà con ogni probabilità un must have, e siamo curiosi di vedere come il team saprà sbizzarrirsi con le classi restanti.

CERTEZZE

  • Nuove zone civili, che aprono un notevole ventaglio di approcci
  • Basi sempre solidissime e classi interessanti
  • Livello di sfida elevatissimo

DUBBI

  • Pochissime innovazioni rispetto a Shadow Tactics