L'ultima volta in cui Blizzard si è cimentata in una remastered le cose non sono andate propriamente per il verso giusto e quel 6 piazzato in calce sulla recensione di Warcraft 3: Reforged pende come una spada di Damocle ancora oggi. Quel prodotto in particolare chiudeva un'annata non felicissima dal punto di vista dell'amore per la compagnia da parte dei propri fan, ancora scottati e quasi ormai disabituati a venire coccolati e tutelati come la casa di Irvine è riuscita invece a fare nei venti anni precedenti.
Se a questo ci aggiungiamo un marchio, quello di Diablo, funestato da una comunicazione a tratti poco cristallina, ecco che il quadro che si dipingeva lentamente prime dell'arrivo della technical alpha di Diablo II Resurrected non lasciava presagire sicuramente nulla di buono. Eppure l'amore per il re degli hack 'n' slash non può essere messo da parte facilmente e, nonostante il verdetto definitivo sia prerogativa esclusiva del futuro, quando un fa legge il nome di Diablo non può che sperare in un successo, perché è proprio la storia del videogioco ad essere messa sotto i riflettori. Dopo intere annate di silenzi e mugugni, insomma, il 2021 sembra essere uno di quegli anni in cui Blizzard è pronta a riprendersi tutto partendo proprio dal regno di Sanctuary, con un programma per Diablo che non solo ripartirà da questa remastered ma che include nel suo percorso anche l'eccellente Diablo Immortal, per quanto visto, e l'attesissimo Diablo IV.
L’inizio che non ti aspetti
Diablo II viene ricordato come il Diablo migliore tra tutti, un po' perché è effettivamente così grazie alle varietà di build disponibili e all'immensa community che ancora oggi ne popola i server e un po' perché i ricordi hanno reso più opachi piccoli difetti tecnici rendendoli ininfluenti nel corso degli anni.
Quello che ci aspettavamo di trovare su questa Remastered era dunque un lavoro che sapesse, più di ogni altra cosa, farci giocare a Diablo II esattamente come la nostra figurato nella nostra memoria, con quel fantasioso processo di upscaling e rifinitura dei modelli che il cervello opera su ogni titolo celato nei ricordi. Entriamo in partita dunque pieni di amore dopo aver visto il vecchio logo Blizzard a schermo e la schermata di selezione del personaggio ci porta indietro di vent'anni, mettendoci di fronte alla scelta, momentanea, di sole tre classi ma con una formazione finale che includerà anche tutte quelle aggiunte successivamente con le varie espansioni. Se oggi potevamo giocare solo con Incantatrice, Amazzone e Barbaro ecco che in futuro Assassino druido e Negromante ci attenderanno sui campi di battaglia, così come il temibile paladino per un pacchetto che nulla vuole lasciare per strada.
Il primo impatto è devastante, magnifico in tutta la sua risoluzione HD e il retrogusto di giocare qualcosa di antico ma dal taglio moderno rimane percepibile e palpabile, soprattutto quando il personaggio si muove a tratti scattoso cercando di seguire il movimento a otto vie. Tutto è esattamente dove dovrebbe essere, i demoni caduti ci attendono appena varcata la soglia dell'accampamento iniziate e il suono di ogni fendente messo a segno apre un cassetto dei ricordi specifico, travolgendoci con un'onda inarrestabile di nostalgia. Smuoviamo qualche masso per scovare qualche oggetto nascosto, raccogliamo dell'oro dai nemici sconfitti e cerchiamo la nostra via su una minimappa in sovraimpressione rimasta pressoché immutata, in un concerto perfetto di vecchio e nuovo. Un trauma trovare il vecchio inventario con così poco spazio, quasi a volerci far pesare ogni più banale decisione, persino su quali pozioni raccogliere e quali scartare, ben consci che sacrificare la possibilità di ripristinare dell'energia per tenere una nuova armatura nello zaino potrebbe essere fatale in un secondo momento. Il concetto originario, che ci voleva sovrastati e impotenti davanti ai demoni maggiori e ai loro servi, torna prepotentemente con un gusto unico e retrò inconfondibile.
L'illuminazione e l'atmosfera restano dunque gli elementi migliori di questa remastered e i vecchi sprite bidimensionali lasciano ora spazio a modelli 3D curati nelle movenze e nell'aspetto, con un dettaglio di armature e oggetti invidiabile. Il confronto con il passato sembra quasi impietoso quando con un semplice tasto attiviamo la modalità Legacy che strappa questo finto velo dai nostri occhi e ci getta innanzi la realtà dei fatti. Gli anni sono passati eccome e la sola risoluzione ci fa scorrere un brivido per la schiena: il fascino è ancora tutto lì e la giocabilità è identica, con gli stessi loot, gli stessi identici nemici, i medesimi rumori ma il lato tecnico è di un'era fa e solo i nostalgici potranno apprezzarlo appieno.
Se la struttura di gioco è rimasta immutata con una copia in carta carbone c'è una cosa che i puristi probabilmente non ci perdoneranno mai: la possibilità offerta di giocare completamente con il pad, per venire incontro alle esigenze su console, non solo è apprezzabile ma addirittura migliora la vecchia esperienza di gioco, rendendo abilità e combinazioni più pratiche e garantendo una gestione dello zaino e della cintura con le pozioni aggiornata e migliorata. Anche il comparto animazioni migliora visto che i personaggi ruotano grazie allo stick analogico di trecentosessanta gradi con una fluidità disarmante. Chi attende Diablo Resurrected su console, insomma può dormire sonni tranquilli con un sistema di controllo davvero eccellente e che garantirà una giocabilità sopraffina, magari proprio per approfittare del crossplay/crossave e cross progression già confermati. La beta di soli tre giorni ha insomma dimostrato quanto questa nuova versione del vecchio Diablo II sia una vera perla e non vediamo l'ora di provare tutte le novità promesse e ancora non mostrate come quel multiplayer a otto giocatori che ci fa già brillare gli occhi. Un'attesa infernale da cui dovremo difenderci ancora per qualche mese.
Un lavoro certosino, rispettoso e fedele all'originale è quello che abbiamo trovato nella technical alpha di Diablo II Resurrected. Abbiamo amato i nuovi modelli dei personaggi, la fedeltà dei suoni, delle animazioni e ovviamente celebriamo l'immutata struttura di gioco. Un tuffo nel passato di quelli che fanno bene al cuore e che apre alle nuove generazioni la possibilità di giocare un titolo storico, con la stessa qualità, in rapporto alla tecnologia, che i veterani hanno provato sulla loro pelle nel 2000. In attesa di una nuova alpha non ci resta dunque quindi che sognare il multiplayer con il suo pvp e le nuove modalità a otto giocatori, per portare ancora più devasto sulle terre di Sanctuary.
CERTEZZE
- Possibilità di importare i vecchi salvataggi
- Bellissimo e rispettoso allo stesso tempo
- La vecchia Blizzard
DUBBI
- Quando potremo giocarci?