Purtroppo, a volte anche i videogiochi più indimenticabili e positivi possono facilmente nascondere storie drammatiche. Storie di umanità, amicizie che si frantumano, delle migliori intenzioni che si vanno a infrangere contro muri di avidità e egoismo. Di certo, sembrerebbe proprio che tale descrizione sia perfetta per quanto successo a Disco Elysium. Lo studio di sviluppo del gioco di ruolo/avventura estone, dopo aver catturato il cuore di milioni di giocatori e creato un aggiornamento importante come The Final Cut, è stato travolto da accuse lanciate dai suoi stessi creatori che sono sfociati anche in diversi processi in corso.
In questo articolo, riassumeremo i punti salienti della lunga storia raccontata nel video di People Make Games. Una retrospettiva di due ore e mezza in cui le varie parti coinvolte raccontano il proprio punto di vista. Una storia che vede contrapposti da un lato i produttori del progetto e dall'altro gli scrittori e gli sviluppatori di ZA/UM. Come vedremo presto, quel che esce non è una singola narrativa, ma bensì due binari paralleli che sembrano davvero difficili da riconciliare.
Dal collettivo al progetto Fortress
L'originario collettivo ZA/UM nasce nel 2009, per riunire artisti, scrittori e pittori sotto un singolo tetto. Presto, germoglia l'idea di realizzare un gioco che avesse come sfondo Elysium, un universo originariamente nato per un'ambientazione per un gioco da tavolo (Sacred and Terrible Air) che Robert Kurvitz stava realizzando.
In realtà, questa spinta verso il videogioco arriva da una figura controversa nel panorama estone, quella di Kaur Kender, uno scrittore divenuto famoso per Untitled 12: novella dai contenuti molto grafici di violenza sessuale sia verso le donne che i bambini. Kender fu anche inquisito per i contenuti del libro dallo stesso stato estone, venendo poi prosciolto. L'autore fu colui che riuscì a trovare la maggior parte dei fondi per far partire il sogno di sviluppare un videogioco a tema Elysium. ZA/UM nasce quindi nel 2016 dalle ceneri di Fortress Occident e con lo scopo di sviluppare videogiochi.
Arrivano i soldini, arrivano i problemi
Tra i vari investitori dello studio compare non solo Ilmar Korpus, ma anche Tonis Haavel. Quest'ultimo è un finanziere, coinvolto nel caso denominato "Baku incident" in cui fu accusato e condannato per aver proposto investimenti truffaldini a diversi ricchi investitori. ZA/UM viene supportata finanziariamente, in questo periodo, da un'azienda parallela creata nel Regno Unito, quella che poi paga gli stipendi ai dipendenti. Proprio intorno al 2020, Korpus acquista un "nuovo gioco", Pioneer One, dallo studio per una sterlina, progetto che verrà poi rivenduto a ZA/UM per 4.9 milioni di euro. Una manovra misteriosa, dietro alla quale qualcuno ipotizza il tentativo di nascondere i proventi criminali di Haavel, che ancora deve parecchi milioni alle autorità estoni.
Korpus diventerà poi detentore della maggioranza delle azioni della compagnia, attraverso l'acquisto della percentuale di un altro investitore. Manovra che viene completata, anch'essa, con misteriosi passaggi di denaro, per esempio un prestito fatto a Korpus proprio da ZA/UM. Tra l'altro, il prestito verrà approvato dallo stesso Kender. A seguito a questi eventi, i tre abbandoneranno l'azienda lasciando dietro di loro pesanti accuse. Sostanzialmente, Robert Kurvitz, Alexander Rostov (lead artist) e Helen Hindpere incolpano Korpus (e gli altri) di aver sottratto Elysium ai creatori originali, in maniera illegale.
People Make Games riceve risposte vaghe
Durante l'intervista con People Make Games, un celebre canale YouTube britannico specializzato in giornalismo d'inchiesta nell'industria dei videogiochi, la prima domanda a Korpus è diretta a capire perché gli altri avrebbero approvato queste misteriose manovre, visto che non erano remunerative per nessuno, tranne che per lo stesso Korpus. Nonostante il produttore confermi che l'acquisto della maggioranza delle azioni sia stata portata all'attenzione di tutti, non esistono documenti né nessuna riunione che provi oggettivamente questa affermazione. Korpus conferma che "c'è molto di più di quel che sembra", nonché che non ci sia niente di sospetto dietro la manovra di Pioneer One poiché di mezzo c'erano dei propri fondi personali. In ogni caso, il produttore dice molto meno di quel che servirebbe per chiarire la propria posizione, menzionando però che l'allontanamento di Robert Kurvitz si è reso necessario perché questo, negli ultimi mesi di The Final Cut, non avrebbe lavorato nel modo in cui dovrebbe fare un leader.
Se saltassimo subito alle conclusioni, con quanto Korpus non dice potremmo chiudere facilmente l'argomento. Considerando come Pioneer One e l'acquisto delle azioni abbiano portato solo a perdite economiche per l'azienda, Kurvitz e gli altri avrebbero ragione, giusto? Chiaramente loro avevano diritto, come tutti gli altri, a continuare a lavorare sul loro progetto e gli investitori lo hanno impedito, dopo aver visto manovre poco chiare. Eppure non è finita qui, dal video dei People Make Games esce ben altro. Dopo Korpus, è il turno dell'intervista ad Argo Tuulik, uno degli scrittori di Disco Elysium, amico da decenni con Robert Kurvitz. Questo rivela come il lavoro su Elysium sia stato davvero pesante, mesi e mesi di straordinari con Robert Kurvitz che era sempre più fuori controllo.
Accuse di ambiente tossico
Argo Tuulik commenta anche su alcune uscite dello stesso Kurvitz, come l'aver dichiarato di aver scritto più di metà del gioco da solo. Tuulik trova la dichiarazione completamente errata, siccome si è trattato di un lavoro di un team e non certamente di una persona sola. Gli altri sviluppatori raccontano anche di diversi comportamenti da pseudobullo di Kurvitz, che si è messo a urlare in faccia agli altri, trattando male anche gli scrittori entrati nel progetto successivamente. Per esempio, Justin Keenan, scrittore in The Final Cut, conferma come Kurvitz l'abbia convinto con l'inganno a mandare via alcuni dei collaboratori più giovani dato che "il loro lavoro non è stato di qualità". Kurvitz ha poi confessato ad altri di non aver nemmeno mai letto il suddetto lavoro.
Il video dei People Make Games passa poi alle interviste di Robert Kurvitz, con Alexander Rostov (che non parla) e Helen Hindpere, leader di The Final Cut e compagna di Kurvitz. Lei stessa racconta come Kurvitz fosse completamente perso nel progetto, lavorando quasi 19 ore al giorno per 50-60 mesi. Una follia. Lo stesso Robert ammette di aver avuto bisogno di diverse sedute di psicoterapia, dopo la fine di Elysium, perché non ce la faceva proprio più. Sia Alexander che Helen confermano che della manovra economica di Korpus ne sono venuti a sapere dai giornali, nessuno li ha mai avvisati prima, altrimenti si sarebbero opposti fermamente. Su Pioneer One, lo stesso Alexander commenta "da sviluppatore, quel nuovo progetto non valeva nulla, figuriamoci i milioni che l'azienda ha pagato per ricomprarlo".
Robert rifiuta le accuse
E fin qui, sembra andare tutto come previsto dalle diverse denunce fatte in passato dagli ex ZA/UM, invece nel momento in cui l'intervistatore di People Make Games menziona l'ambiente tossico e le dichiarazioni di Tuulik, l'atmosfera cambia. Robert non sembra più disponibile a parlare, si chiude a riccio e nega che ci siano stati errori da parte sua, nonostante le diverse testimonianze degli altri. Anche dopo il video, Robert Kurvitz glissa completamente sulle accuse di tossicità via mail. Nell'ultimo messaggio inviato ai People Make Games, lo scrittore si limita a incolpare i "paperoni" che si son arricchiti alle spalle dei poveri sviluppatori, ma dei suoi comportamenti dice di non vedere nessun motivo per scusarsi.
Insomma, anche se mettessimo da parte sia la misteriosa faccenda di Pioneer One - tuttora piuttosto sospetta nonostante le dichiarazioni di Korpus - sia l'acquisto della maggioranza delle azioni, c'è da dubitare che ZA/UM sarebbe riuscita a finire il lavoro su Elysium 2. Perlomeno non con il team originale e con il coinvolgimento di Kurvitz, Hindpere e Rostov. L'atmosfera nello studio era davvero troppo pesante e, con Robert completamente in "burnout" e gli altri ormai bruciati da crunch e bullismo, arrivare alla fine di un secondo titolo sarebbe stato probabilmente fuori dalla loro portata.
Una fioca speranza all'orizzonte
Se alcuni dei misteriosi movimenti di denaro, nonché il coinvolgimento della misteriosa figura di Tonis Haavel (che Korpus conferma poi non esser mai stato azionista, ma solo un "collaboratore"), siano stati legali o meno, è chiaramente materia per i tribunali. Quel che emerge dal lungo video dei People Make Games, comunque, è che difficilmente, anche dopo che si saranno chiusi i processi, si arriverà a una conclusione soddisfacente. Senza che Robert Kurvitz si renda conto delle conseguenze dei propri comportamenti, di certo sarà improbabile rivederlo nel ruolo di leader su un progetto targato Elysium.
Al momento, la situazione non è solo piuttosto complessa (bisogna considerare che in questo articolo ne abbiam riassunto solo la parte principale), ma sembrerebbe ormai anche seriamente compromessa. Se, però, vogliamo trovare un lato positivo, dalle parole sincere e commosse dello scrittore Argo Tuulik, quasi in lacrime ripensando al lavoro fatto e che tuttora spera si possa tornare a lavorare insieme, emerge una fioca speranza. Certamente, ci troviamo d'accordo nell'augurare a chi è rimasto a lavorare a ZA/UM la miglior fortuna, nonché anche al trio di sviluppatori un futuro più roseo che gli permetta di lavorare con più tranquillità su futuri progetti.