Vi state godendo Dragon's Dogma 2? A giudicare dai commenti e dalle recensioni di Steam sembrerebbe di no. Anzi, a oggi pare per lo più che la gente prenda il gioco per due ore solo per farselo rimborsare e parlarne male su Steam, forconi digitali vengono alzati al grido di "pay to win" e "microtransazioni", e il titolo è passato da valutazioni medie (per lo più legate alla scarsa ottimizzazione su PC) a un "molto negativo" in poche ore, dove il grosso delle recensioni sono legate proprio alla possibilità di comprare oggetti con soldi reali.
Ma cosa è successo? Come mai una cosa che ormai sembra la triste normalità di ogni videogioco, qui ha scatenato tutto questo pandemonio? È solo legato al fatto che ormai fare rumore su internet sembra essere il modo preferito da tutti per creare coinvolgimento e farsi notare o c'è di più? Beh, no, stavolta c'è effettivamente di più, ma partiamo dalle cose importanti.
Il primo grande monito del web: "dovevate parlarne nelle recensioni e/o penalizzare il gioco". Qua chiariamo subito le cose: durante la recensione di Dragon's Dogma 2 non erano presenti le microtransazioni, ma anche se ci fossero state non avrebbero influenzato la valutazione in alcun modo, come non la influenzano negli altri giochi salvo il titolo non sia chiaramente costruito attorno ad esse. E no, diversamente da quello che sta urlando una parte molto rumorosa della community online non è questo il caso di Dragon's Dogma 2, e vi spieghiamo immediatamente come mai.
Il problema dei cristalli
Gran parte delle polemiche nascono dal fatto che tra le microtransazioni c'è la possibilità di comprare un Port Crystal, in pratica un grosso cristallo del teletrasporto che permette, uns volta che lo si è posizionato nella mappa di Dragon's Dogma 2, di tornare in quel luogo rapidamente. Tra gli oggetti che è possibile acquistare, però, non ci sono le pietre che permettono di usare questi teletrasporti, oggetti che a loro volta scarseggiano e richiedono di ottenere un po' di oro e girare parecchio per essere accumulati.
Considerando che i Port Crystal sono la ricompensa finale di alcune delle missioni principali, costosissime e generalmente ardue da ottenere, parecchi giocatori hanno pensato che questa scelta sia stata presa volutamente per spingere le microtransazioni; non è così, e basta aver giocato al primo Dragon's Dogma per rendersene conto. Il gioco è del tutto costruito attorno a questa scarsità di teletrasporti e al loro costo; persino nel negozio online non è possibile ottenere questi oggetti a piacere, e se non fosse per la loro scarsità si sarebbe molto meno spinti ad esplorare e ad andare a piedi nelle varie ambientazioni. Considerando che la progressione è quasi del tutto strutturata attorno agli incontri per la mappa, e l'esplorazione motivata prevalentemente dal recupero di risorse, nel momento in cui permetti di comprare cose simili "spezzi" letteralmente i fondamenti del design del lavoro di Itsuno e del suo team. In altre parole non è Dragon's Dogma 2 ad essere costruito sulle microtransazioni, sono le microtransazioni che vi sono state infilate in modo sciocco e abbastanza grossolano (anche se le loro limitazioni indicano comunque un tentativo di qualche tipo per non invalidare del tutto la filosofia di fondo).
Questo annulla almeno in parte il primo motivo delle polemiche che si sono scatenate, perché molta della rabbia nasce prevalentemente dall'inconsapevolezza di ciò che il gioco è. Altra cosa che ha scatenato un delirio, poi, è la possibilità di cambiare aspetto al proprio personaggio con un altro oggetto acquistabile, che viene percepita come un modo per resettare il proprio protagonista, un problema comunemente legato in modo indissolubile alla scelta di offrire un singolo salvataggio di Dragon's Dogma 2. Pure questo elemento viene visto come un insulto al giocatore costretto a usare un solo salvataggio... peccato che quell'oggetto sia ottenibile senza troppi problemi durante la campagna senza spendere un centesimo. E indovinate un po'? Questo vale anche per tutti gli altri oggetti venduti: set di campeggio, incensi della personalità delle pedine, fumo per attirare i nemici volanti, cuori di drago, tutta roba che si recupera senza troppi problemi saltellando per la mappa e completando missioni. In pratica si stanno solo utilizzando dei soldi reali per recuperare degli oggetti in più: si tratta dell'equivalente dei... cheat. Non è particolarmente elegante pagare per le "gabole", ma non è una cosa nuova, ormai la fanno un'infinità di giochi, purtroppo. Ancor più ridicola poi la questione del "pay to win" sbandierato qua e là: Dragon's Dogma 2 non è certo un gioco molto impegnativo e avere più teletrasporti e delle pedine più forti per via dei punti della faglia non fanno che renderlo ancora più facile inutilmente. Peraltro gli stessi punti della faglia si ottengono con facilità, e le pedine sovra livellate rispetto al proprio personaggio costano relativamente poco, quindi anche qui è davvero arduo cogliere il senso di quanto venduto a parte dalla software house.
Il piedistallo
Sono quindi solo incomprensioni sulla natura del gioco ad aver scatenato il tutto? In realtà no. Di mezzo ci sono anche il team coinvolto, Capcom, e lo stato "tecnico" di Dragon's Dogma al lancio. Parliamoci chiaro, se andiamo a vedere le microtransazioni c'è roba molto più di impatto in giochi dove la discussione a riguardo è stata molto meno accesa. Like a Dragon: Infinite Wealth, gioco amatissimo e a sua volta osannato dalla critica, vende pacchetti interi con oggetti di cura e potenziamenti all'esperienza (anche se la questione del new game+ a pagamento ha acceso molti anche lì); Devil May Cry V (sempre di Capcom e sempre capeggiato da Itsuno), vendeva cristalli rossi per le abilità a parte... se ne è discusso un pochino, poi ci si è resi conto di quanto fosse inutile e la discussione si è spenta. Capiamoci, non siamo davanti a un altro caso Battlefront II - dove le microtransazioni sono state modificate dopo le proteste perché andavano a impattare direttamente sulla progressione - queste microtransazioni sono ininfluenti praticamente come quelle del 90% degli ultimi giochi di Capcom; potremmo citare una lista infinita di giochi con situazioni simili o nettamente peggiori, ma ormai dovreste aver colto. Eppure, con Dragon's Dogma 2 si sono scatenati tutti.
I motivi sono molteplici, un po' correlati alla natura delle recensioni utente su Steam, un po' allo status guadagnato da Capcom negli anni e un po' alla comunicazione attorno al gioco che non è stata brillantissima. Partiamo da Steam, che è una piattaforma dove comunque, molte delle valutazioni di un gioco dipendono dal suo valore tecnico e da come è ottimizzato. E Dragon's Dogma 2 non è un gioco ottimizzato a meraviglia: pesa enormemente sulle CPU, e fatica anche su configurazioni ottime nei centri cittadini; già tanto basta a portare più recensioni negative della media, che normalmente si spengono solo quando patch correttive e migliorie portano il tutto ad appianarsi. Se c'è altra carne al fuoco da mettere per motivare queste recensioni, molti non aspettano altro, quindi le microtransazioni diventano solo un extra da aggiungere a una valutazione già lapidaria legata alle prestazioni.
Il secondo elemento è, appunto, Capcom stessa. Ad oggi Capcom è uno dei publisher più rispettati al mondo per la qualità dei suoi giochi. Persino se si valuta solo la media Metacritic di quanto ha fatto uscire, tendenzialmente i titoli della casa sono quasi tutti di qualità eccelsa, e ogni loro lavoro di norma è una garanzia. Anche Dragon's Dogma 2, seppur imperfetto, è un gran titolo e non tradisce certamente l'andazzo generale. Se raggiungi questi livelli come software house, però, automaticamente vieni messo su un piedistallo dalla community dei videogiocatori, ed è facile cascare da quella posizione se si fanno scelte errate. Per quanto benedetta da una schiera di talenti incredibili quando si tratta di fare videogiochi, Capcom ha sempre avuto qualche marcato problema gestionale in... beh, in tutto il resto, e molta gente si ricorda il loro periodo più buio, dove era arrivata a vendere i finali di certi giochi come DLC e ad avvicinarsi alle peggiori pratiche viste nell'industria. Sì, in parole povere, un po' per via del loro passato, e un po' per via del loro stato di grazia attuale, quando questa casa fa una cavolata la risonanza è enormemente maggiore rispetto a qualunque altra.
Il fatto che poi tra barriere linguistiche e chiusura mentale tipica da azienda giapponese la loro comunicazione spesso non brilli particolarmente non aiuta. Da una parte le dichiarazioni del team e di Itsuno sull'esplorazione e il fatto che "il fast travel non serve" (peraltro non falsa per via proprio della struttura del gioco) ha stizzito ancor di più quelli scottati dalle microtransazioni quando hanno visto comparire quel cristallo tra le opzioni; dall'altra il CEO della casa che costantemente sottolinea quanto siano importanti questi store per via del costo dello sviluppo e della necessità di guadagnare di più. Insomma, in un'industria dove queste pratiche già sono mal viste, ma sempre meno tollerate nella discussione internettiana, un gioco come Dragon's Dogma 2 diventa immediatamente una preda facilissima.
Se lo merita, dunque, di essere una preda ora della fine? Almeno in parte stavolta la risposta è sì. Vero, la discussione è esplosa per motivazioni molto superficiali, e le ragioni per portarla avanti sono in larga parte deboli, eppure ce n'è almeno una che è sacrosanta e che giustifica questo putiferio, se non altro perché il rumore di fondo potrebbe effettivamente scoraggiare pratiche simili in futuro. E la motivazione è la seguente: è assurdo che in una casa di sviluppo il management, puramente per becero guadagno, si riunisca e decida di inserire microtransazioni simili in un titolo la cui comunicazione e sviluppo sono stati del tutto strutturati attorno alla visione autoriale dei suoi creatori. Per quanto limitate, sono comunque una bastardizzazione della visione originale dettate dalla pura avidità, un extra la cui presenza non aggiunge nulla, snatura solo parzialmente il titolo e - che sia per motivi sensati o meno - arriva a rovinarlo agli occhi di molti giocatori. Per quanto sia una pratica diffusa, ormai oggi è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare, che può creare un vero disastro anche quando applicata in modo marginale e becero come fatto stavolta.
Nella consapevolezza che ormai nell'ecosistema moderno dei videogiochi le microtransazioni non sono eliminabili, vanno comunque comunicate meglio (e con largo anticipo), pensate meglio, inserite meglio nei prodotti. Anche prendendo tutto ciò in considerazione, ad ogni modo, gran parte della rabbia che si è riversata nel web è maliziosa, disinformata, mal diretta, mal argomentata; che ad oggi le forche si scatenino solo in modo così superficiale e rozzo è spaventosamente preoccupante: non si può avere una discussione sensata su problemi reali se questi sono i punti di partenza, non si può pensare che ci sia un riscontro effettivo o un intervento mirato se nemmeno si indica nel dettaglio cosa sta succedendo. Noi speriamo che quest'esplosione di rabbia possa, almeno in parte, avere un effetto positivo, eppure lo riteniamo straordinariamente difficile vista la sua natura e come è stata regolata. Non è sicuramente piacevole, arrivati a questo punto, essere più preoccupati per come si discute dei problemi online che dei problemi in sé.