Otto casate che si contendono una risorsa preziosissima in un'ambientazione desertica letale quanto meravigliosa, che t'ipnotizza. Gli elementi del romanzo di Frank Herbert rappresentano lo scenario perfetto per allestire intrighi medievali in un futuro lontano nel tempo e nella realtà, e che non dà tregua all'immaginazione. Un palcoscenico simile non poteva non diventare uno dei romanzi fantascientifici più apprezzati di sempre, casuale è stato invece il peso che Dune ha avuto nel mondo dei videogiochi e che Funcom, in quanto publisher, e Shiro Games come sviluppatore, sperano di riportare in auge con questo nuovo Dune: Spice Wars.
Un ritorno importante
Nel 1992, gli Westwood Studios utilizzarono proprio l'universo dello scrittore americano per allestire quello che oggi è conosciuto come il primo vero strategico in tempo reale della storia, Dune II, il gioco dal quale derivano tutti i grandi nomi di oggi, da Warcraft ad Age of Empires. La storia di questo capostipite presenta diverse stranezze, come essere il seguito di un'avventura grafica e non di un altro strategico, ma soprattutto quella di essere stato abbandonato al suo destino per quasi dieci anni, per tornare senza troppa convinzione nel 2001. C'è voluta la scaltrezza del team francese Shiro Games, insieme all'affamata Funcon, per tornare a sognare battaglie in punta di strategia tra gli immensi vermi della sabbia di Arrakis. Ottimo anche il tempismo: prima che nei videogiochi, come ben saprete Dune è tornato al cinema con il kolossal di Denis Villeneuve. La licenza è calda, la voglia di un buon RTS anche.
Ambientazione e gameplay
Annunciato ufficialmente lo scorso dicembre, Dune: Spice Wars prova a emergere nel sempre più affollato spazio degli strategici sfruttando al massimo sia il lascito di Herbert, sia l'esperienza maturata dal più che discreto Northgard del 2018, altro strategico molto apprezzato dalle parti di Steam e non solo. Il risultato, almeno nei venti minuti di gameplay che abbiamo avuto modo di vedere, sembra essere molto interessante, e non perché a sentir parlare di Atreides e Harkonnen perdiamo la testa. C'è un progetto dietro ed è quello di realizzare proprio come con Northgard un gioco che va dritto al punto, senza troppi orpelli, proprio per ripristinare quella splendida sinergia tra ambientazione e gameplay che non abbiamo più avuto modo di apprezzare da tempo.
Macchina da guerra
La parte gestionale è snella come ci si aspetterebbe, con poche risorse che hanno un enorme peso nell'economia della partita. Oltre alla fondamentale Spezia, tra le risorse da tenere d'occhio ci sono naturalmente i soldi, qui chiamati Solari, la produzione di plascreto che necessita di una struttura apposita, ma può anche essere acquistato dal mercato globale; altro elemento importante è la forza lavoro che potrà essere generata da alcuni edifici specializzati e moltiplicata da nuove tecnologie, determinando il corretto andamento e la velocità della produzione. Per tenere a bada la popolazione sarà fondamentale gestire gli approvvigionamenti d'acqua, e soprattutto nelle prime ore di una partita non sarà così facile reperirne a sufficienza.
Acqua nel deserto
Senza acqua non c'è stabilità, possono scoppiare rivolte molto pericolose, e uno dei modi per averne a sufficienza è avere il controllo del polo nord di Arrakis, dove si concentra questo bene prezioso e dove tutti cercheranno di piazzare il prima possibile i loro eserciti. Meccanica molto interessante questa, sperando naturalmente che ci siano alternative a sufficienza! La Spezia raccolta potrà invece essere messa sul mercato o mantenuta nei magazzini, dove ce ne deve essere sempre a sufficienza per pagare la tassa imperiale. Senza Spezia decrescerà anche il nostro potere, lasciandoci scoperti in caso di attacchi politici che a detta degli sviluppatori possono avere ripercussioni anche peggiori di uno scenario armato.
Logoramento di sabbia
Nelle battaglie sarà molto importante gestire quello che viene definito "il prezzo del deserto", ovvero il lento logoramento di ogni esercito mandato fuori dall'area di nostro controllo. Esistono anche zone ancora più impervie e che richiederanno attrezzature speciali per essere oltrepassate indenni, senza contare il pericolo costante dei vermi della sabbia che possono spazzare via un intero plotone in pochi morsi.
Come anticipato, la politica avrà un ruolo chiave in Dune: Spice Wars, la nostra forza diplomatica verrà calcolata in base a diversi fattori e all'andamento di alcune missioni che ci contrapporranno con le altre casate, oltre che grazie al loro eventuale sostegno; in base al nostro punteggio politico la nostra votazione al consiglio avrà più o meno peso, permettendoci di passare le leggi a noi più utili (o meno dannose). Anche in questi casi, quando il gioco si addentra in meccaniche più complesse, sembra rimanere molto leggibile grazie a un'interfaccia grafica all'apparenza molto ben pensata, con diversi elementi animati che aiutano a capire il peso delle nostre scelte.
Work in Progress
È tutta la parte grafica a puntare alla massima efficacia, nonostante i chiari limiti produttivi. Al netto della compressione del sistema utilizzato per mostrarci il gameplay, lo stile sembra sopperire alla mancanza di dettaglio con una veduta di Arrakis suggestiva quanto basta, con ciclo giorno/notte e altri effetti che provano a donare dinamismo alle ipnotizzanti dune arancioni del pianeta. Qualche dubbio in più ce lo abbiamo sulla scala delle unità, di primo impatto forse un po' troppo piccole, e sul design dei mezzi che, dopo il lavoro svolto dal team di Villeneuve al cinema, risultano essere un po' troppo anonimi. Il gioco però sembra esserci, e funzionare a perfezione, se sarà anche divertente lo scopriremo soltanto quando si avvicinerà la data d'uscita attesa comunque nel corso del 2022 su PC in versione early access.
Sarà Dune: Spice Wars a guidare nuovamente l'universo immaginato da Frank Herbert sulla vetta degli strategici? Grazie al nome farà sicuramente parlare di sé, ma una simile licenza va maneggiata con cura. Fortunatamente anche dal punto di vista del gameplay tutto sembra essere al suo posto, ma per sbilanciarci aspettiamo di scoprirne di più...
CERTEZZE
- Il fascino di Arrakis è intatto
- Tanta tradizione...
DUBBI
- ... poca innovazione?
- Unità all'apparenza troppo piccole